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mercoledì 9 settembre 2020

PRIMA LA GUERRA CIVILE, POI IL GOVERNO DRAGHI: IN AUTUNNO IL MONDIALISMO DARÀ L’ASSALTO FINALE ALL’ITALIA

Cesare Sacchetti
Sa Defenza 
Stiamo arrivando alla fine dei giochi, i cosiddetti nodi  vengono al pettine,  e dunque ora sta anche al popolo non farsi imbelinare dai soliti criminali al governo e dai vecchi criminali che hanno svenduto  i beni del popolo, vedi il criminale Prodi e suoi accoliti... l'autunno sarà caldo, la lotta della luce per liberarsi dall'oscurità giunge al termine.  W la luce! 
Sa Defenza

Italia gli anni della guerra civile anni quaranta

Se si dà uno sguardo all’ultima indagine della banca d’Italia sulle condizioni economiche del Paese dopo il Covid, si avvertirà probabilmente un brivido freddo che percorre la schiena.

Il 55% degli italiani si trova ad un passo dalla soglia di povertà. Un terzo delle famiglie italiane tra tre mesi non avrà più sufficienti riserve. L’ossigeno finirà in autunno e molti non avranno più nemmeno le risorse necessarie per comprare il pane.

Quella che sta per arrivare è una ondata tale che trascinerà il Paese in un vortice di caos e violenza mai visti dalla fine del secondo conflitto mondiale.

Cacciari, uomo da sempre vicino agli ambienti globalisti, non ha avuto pudori nel descrivere ciò che sta per arrivare in Italia.

Le sue parole infatti non lasciano spazio a dubbi.
“IN AUTUNNO LA SITUAZIONE SOCIALE ED ECONOMICA SARÀ DRAMMATICA CON PERICOLI PER L’ORDINE SOCIALE. PER STARE A GALLA, IL GOVERNO DOVRÀ COPRIRSI DIETRO IL PERICOLO DELLA PANDEMIA E TENERE LE REDINI IN QUALCHE MODO. UNA DITTATURA DEMOCRATICA SARÀ INEVITABILE.”
A parte la definizione paradossale e ipocrita di “dittatura democratica”, è chiaro a cosa si sta andando incontro.

E’ uno scenario da guerra civile, accuratamente voluto e preparato dal governo e dalle élite internazionali che lo dirigono.

L’attenzione del pubblico è stata interamente rivolta contro un virus che ad oggi non è stato in grado di fare più morti nel mondo della comune influenza stagionale, al netto di tutte le falsificazioni fatte sui numeri.

Mentre le masse sono state magistralmente, e in maniera criminosa, fatte mettere le une contro le altre per quello che riguarda l’uso di guanti e mascherine, il regime è andato avanti e ha portato una sospensione delle libertà personali senza precedenti dal 1945.

Per il momento, sembra che la prevista proroga dello stato di emergenza non ci sarà, ma ciò non cambia purtroppo nulla rispetto allo scenario che sta per arrivare.
La crisi ci sarà e sarà devastante, così come le possibili rivolte. E’ a quel punto che la proroga oggi messa nel cassetto potrebbe essere ritirata fuori domani, per portare ad un’altra durissima repressione.
IL PRETESTO SARÀ ANCORA UNA VOLTA IL COVID-19, E SU QUESTO AVRANNO UN RUOLO FONDAMENTALE I MEDIA NEL REGOLARE AL MASSIMO LA MANOPOLA DEL TERRORE DEL VIRUS.
In quel momento, il punto massimo di rottura sarà probabilmente raggiunto e il rischio di tumulti sarà estremamente elevato.

Ecco perchè il virus serve. Serve a mantenere in vita il colpo di Stato consumatosi lo scorso gennaio.

Perchè il mondialismo vuole distruggere l’Italia

A questo punto ci si chiede perchè le élite mondialiste che stanno coordinando in diverse parti del mondo uno scenario di dittatura globale, si siano accanite così tanto in modo particolare contro l’Italia.

La ragione sta nella storia stessa di questo Paese e di ciò che esso rappresenta sia sotto il profilo culturale sia sotto quello economico.

Come già spiegato in altre occasioni, l’Italia assume un ruolo importantissimo nelle strategie esecutive del nuovo ordine mondiale.

L’ex agente dei servizi segreti britannici, John Coleman, nel suo libro “Il comitato dei 300”, denunciò come la morte del Paese fosse stata decretata molti anni prima da uno dei circoli più importanti del mondialismo, il comitato dei 300 che a sua volta controlla fermamente il Club di Roma, fondato da Aurelio Peccei, uomo degli Agnelli, e il club Bilderberg, un altro gruppo globalista del quale fanno parte tra gli altri l’attuale capo della task force del governo, Colao.


Comitato dei trecento

L’attacco all’Italia ordinato da questi gruppi sovranazionali si è articolato principalmente su due piani.

Il primo è di natura prettamente spirituale e religiosa.

L’Italia rappresenta dai tempi della sua fondazione la cristianità. Per arrivare ad un governo unico mondiale fondato su una nuova religione globale, in tutto e per tutto simile al culto misterico e gnosticista praticato dalla massoneria, occorre prima colpire al cuore il Paese che ospita e custodisce la tradizione fondante del cristianesimo, ovvero l’Italia.

L’infiltrazione degli ambienti progressisti dentro la Chiesa cattolica e il pontificato di Bergoglio sono in questo senso l’esempio più vivo della strategia di secolarizzazione e scristianizzazione perseguita dalle élite contro l’Italia.
Il secondo è di natura prettamente economica, ed è subordinato al primo in quanto a importanza.
La deindustrializzazione del Paese e la sua completa spoliazione economica è funzionale al raggiungimento del primo obbiettivo.
Occorreva giungere al depauperamento nazionale sia per spegnere la forza economica della nazione sia per togliere di mezzo un pericoloso competitor per l’industria mercantilista nord-europea e francese.

Non è certo un caso se dagli anni’80 in poi, con la prima infausta stagione di privatizzazioni realizzata avviata da Romano Prodi, allora presidente dell’IRI, l’istituto per la ricostruzione industriale che racchiudeva il patrimonio industriale pubblico, si sia andati in una progressiva direzione di abbattimento dell’industria pubblica nazionale che aveva consentito al Paese di diventare una potenza economica mondiale.

Il processo è continuato con la seconda ondata di privatizzazioni degli anni’90, e con la svendita del patrimonio dell’IRI, eseguita attraverso il contributo fondamentale ancora una volta di Romano Prodi, nuovamente presidente dell’istituto nel 1993, e di Mario Draghi, un uomo che già all’epoca era un riferimento fondamentale per le élite europee riguardo ai piani da eseguire per l’Italia, e che avrà anche ora un ruolo decisivo, come si vedrà a breve.

Infine, il passaggio al disastroso modello economico ordoliberale, l’ingresso della moneta unica e la conseguente adozione di un cambio troppo pesante per i parametri dell’economia italiana ha dato un’ulteriore accelerazione al processo di deindustrializzazione del Paese, a tutto beneficio del cartello mercantilista nord-europeo, rappresentato dall’industria tedesca e olandese, che di converso hanno beneficiato di un cambio artificialmente svalutato.

La crisi da Covid è l’ultima fase per colpire a morte l’Italia

Ora si è alle battute finali. E’ stato fatto un lavoro scientifico di demolizione di una nazione dal punto di vista materiale e spirituale, ma non si è ancora giunti al suo annichilimento totale.

Serve qualcosa di ancora più devastante. In questo senso, la crisi da Covid si è rivelata perfetta perché le previsioni economiche parlano di un crollo verticale del PIL pari a -12%.

L’Italia sarà il Paese che subirà quella che sarà considerata probabilmente la più grave repressione economica della storia economica internazionale.

Di fronte ad una situazione così drammatica, i disordini pertanto saranno inevitabili e il governo fantoccio nelle mani delle élite lo sa perfettamente.
Per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, mancherà il pane a milioni di persone.

Ecco perchè è necessaria la farsa della seconda ondata. Per disinnescare qualsiasi tentativo di rivolta e usare il pugno duro della repressione dittatoriale contro le rivolte di piazza.

Quando questa crisi raggiungerà l’apogeo e l’instabilità sarà totale, allora con ogni probabilità questo traballante governo uscirà di scena.

I segnali di una sua dipartita precoce sembrano esserci già adesso.



Senato italiano
Il vice-ministro della Salute, Pierpaolo Sileri, che durante la crisi da Covid non osava pronunciare una parola contro il governo di cui fa parte, ora sembra essere investito da una sorta di incontinenza verbale acuta che lo sta portando praticamente a rinnegare tutto quanto fatto dal suo stesso governo in materia di gestione Covid.
In genere, nei palazzi della politica, quando si cambia rotta così bruscamente è il segnale che la baracca sta per crollare e si cerca di mettere un piede fuori dalla porta.

La “soluzione” delle élite: il governo Draghi

Dunque le élite e il governo da questo manovrato, stanno permettendo deliberatamente che il Paese venga travolto dalla crisi per poi passare ad ogni probabilità alla “soluzione” auspicata dalle prime.

Un altro governo tecnico, stavolta nelle mani di quello che appare ancora essere il candidato preferito dall’establishment, ovvero Mario Draghi, sicario economico che ha avuto un ruolo da protagonista nell’accompagnare il processo di smantellamento dell’Italia.

Draghi a palazzo Chigi darebbe il via all’ultima stagione di saccheggio della nazione e gli ultimi residui gioielli in mano allo Stato verrebbero messi sul mercato a prezzi di saldo.

Non sarebbe altro che l’esecuzione del piano Colao di cui si è già parlato in un’altra occasione, che prevedrebbe anche la possibilità di vendere asset strategici per il controllo del Paese, quali i trasporti e infrastrutture come porti e aeroporti, in mani straniere.

Sarebbe una privatizzazione di massa dell’intero sistema Paese.

Qualcuno è arrivato a sostenere che in realtà questo non accadrebbe perchè Draghi si sarebbe “riconvertito” nuovamente al pensiero del suo originario maestro, il compianto professor Federico Caffè.

La prova di questo “pentimento” sarebbe stato un articolo del Financial Times, nel quale l’ex presidente della Bce, parlava della necessità di espandere i debiti pubblici, senza dire però a quali condizioni e senza sottolineare che quella espansione senza un ombrello della banca centrale che inietta moneta per garantire la solvibilità del debito si rivelerebbe disastrosa.

In realtà, quell’articolo è sembrato essere fatto su ordinazione per poter appunto mettere su la narrazione di una immaginaria conversione di Draghi.
Una idea veicolata soprattutto da alcuni ambienti della Lega che hanno salutato il presunto arrivo di Mario Draghi tra i sovranisti.

Un’assurdità che si smentisce da sola, ma che comunque potrebbe essere usata per giustificare un governo Draghi appoggiato anche da Renzi.

Nel frattempo, il Draghi mai redento si sta dando da fare per prepararsi la strada che porta a palazzo Chigi. Prima ha incontrato segretamente Di Maio alla Farnesina, poi ha incontrato Renzi e si è sentito telefonicamente anche con Franceschini, che vedrà nelle prossime settimane


Mario Draghi
Alla cordata che vuole l’ex presidente Bce prossimo primo ministro si è aggiunto anche Bergoglio che lo ha insignito dell’incarico di membro dell’Accademia delle Scienze Sociali.
Tutto questo assieme al fatto che il pontefice attuale, uno tra i più accesi e fanatici sostenitori del mondialismo, dia un incarico del genere a Draghi dovrebbe essere sufficiente a far capire che non c’è stato nessun cambiamento e che l’uomo di Goldman Sachs è rimasto esattamente quello che era prima.

Ad ogni modo, in alcuni ambienti politici, l’incontro con Di Maio è stato letto come un allargamento del fronte che vorrebbe Draghi premier.

A bordo ora ci sarebbero oltre a Renzi, Forza Italia, Prodi, un buon pezzo di PD e una buona parte del M5S guidata da Di Maio che sarebbe pronta a tutto pur di evitare le urne anticipate, evenienza che scriverebbe la parola fine alla storia del movimento della Casaleggio Associati.

E la Lega? Al momento Salvini sembra aver accantonato l’idea del governissimo per chiedere invece le urne anticipate, ma Giorgetti, l’uomo del deep state leghista vicino a Draghi, è da sempre uno dei più convinti sostenitori di un governo di larghe intese guidato proprio dall’ex governatore di Bankitalia.

A settembre, dopo le amministrative, si vedrà meglio se Salvini avrà intenzione di strappare sul serio dalla linea di Giorgetti, oppure se si rivelerà nuovamente funzionale alla linea di quest’ultimo.

Questo comunque sembra essere lo scenario che le élite hanno delineato per il Paese.

Dal caos sociale ed economico volutamente preparato e orchestrato dai mondialisti, uscirà il governo che dovrà infliggere il colpo di grazia al Paese.
In autunno si consumerà quindi l’aggressione finale del clan globalista contro l’Italia.

La speranza è che quell’alleanza Viganò-Trump di cui si è parlato precedentemente, riesca a sventare questo piano criminoso e a impedire la definitiva morte economica e spirituale di questa nazione


Viganò e Trump

Si sta per combattere una battaglia decisiva che deciderà il destino di milioni di persone, non solo in Italia, ma nel mondo.

La guerra che è stata dichiarata all’Italia molti decenni è giunta all’appuntamento più importante.

La madre di tutte le battaglie si combatterà in Italia, nel cuore dell’Occidente cristiano dove tutto ebbe inizio 2000 anni fa, e dove tutto sembra di nuovo finire oggi.



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martedì 1 settembre 2020

CINQUANTA ANNI DI GOLPE IN NOME DI LICIO GELLI

CINQUANTA ANNI DI GOLPE IN NOME DI LICIO GELLI



PRIMA PARTE

Licio Gelli sarebbe stato accolto benevolmente nella confraternita di Milton Friedman, i "Chicago boys"1) protagonisti del saccheggio del Cile, dell'annichilimento del Paese, in seguito al colpo di stato di Pinochet, sperimentatori del nuovo corso ideologico dell'Impero: il neoliberismo, che, appunto, ha modo di esprimersi al meglio dopo uno "shock" che paralizzi opposizione e popolazione 2)

Licio avrebbe gradito una cosa del genere negli anni 60/70. Non glielo hanno permesso gli States che non avrebbero gradito un massacro di tipo cileno nel continente europeo che si ammantava, mentre continuava la sua politica di spoliazione dell'Africa, di retorica populista e di tanti buoni sentimenti.

Licio è rimasto deluso e con lui i tanti “democratici” spaventati dalle conquiste operaie che diventavano conquiste (la piccola borghesia non lo capiva perciò in gran parte remava contro) per tutta la popolazione.

Non aveva capito che il Karma del Bel Paese consisteva non in un atto unico, in una esplosione temporanea, bensì in un susseguirsi di golpe soft ripetuti a distanza di tempo, in un proseguo di operazioni che richiedevano non solo l'intervento della canea della destra arcaica, ma anche il protagonismo delle sinistre con il corredo di personalità eccellenti del mondo finanziario tipo Ciampi.

Con l'assassinio di Aldo Moro pilotato dalla CIA, con la morte di Enrico Berlinguer, con la stagione delle "mani pulite", grande offensiva contro la corruzione scatenata da magistrati onesti e democratici, ma in realtà gestita dagli States, si chiude la prima repubblica e si creano le condizioni dell'applicazione anche in Italia del neoliberismo. Troppo attaccata la democrazia cristiana (giustamente) all'industria di stato. Si veda il disprezzo di Cossiga per Draghi, giudicato alla stregua di un delinquente per i suoi attacchi al patrimonio e all'industria di stato.

Non intendo fare una dettagliata cronistoria 3) dei crimini contro la popolazione compiuti in questi cinquanta anni dalla UE e dai loro manutengoli in Italia, in effetti entusiasti europeisti perché una reale governance fuori dai confini italiani, sarebbe stata auspicabile per potere realizzare le politiche neoliberiste e neo-coloniali (essenziali per i loro interessi personali e di classe) qualora fossero calate dall'alto e giudicabili necessarie perché fortemente volute da un’autorità superiore decantata come non nazionalista, non classista, non partigiana, bensì dedita al bene supremo dell’Europa che comporta, perché ci sia ordine nell'economia e nella popolazione, il predominio dei mercati, delle banche, dell’alta finanza

Solo alcuni cenni sugli “episodi” più gravi che anticipano l’infausto ingresso nella moneta unica nel 1999 che colpirà l’autonomia, l’indipendenza, la dignità di tutto un popolo. Così la pensava Paul KrugmanAdottando l’euro, l’Italia si è ridotta allo stato di una nazione del terzo mondo che deve prendere in prestito una moneta straniera, con tutti i danni che ciò comporta”. Così invece Romano Prodi, con il suo carisma di grande statista “Con l’euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più”. Indro Montanelli, espressione dell’ovvio e dei luoghi comuni, credeva come Prodi che l’ingresso nell’euro fosse un grande vantaggio “una volta entrati dentro non potremo ritornare all’allegra finanza di un tempo”.

Innanzitutto il divorzio tra Tesoro e banca d’Italia. 1981. Inizia la dittatura dei mercati finanziari. Il Tesoro per autofinanziarsi non può fare più ricorso alla Banca d’Italia. E’ il passo decisivo per la perdita della sovranità monetaria che si realizzerà compiutamente con l’adozione dell’euro. Senza il controllo della Banca d’Italia, il governo non può attuare liberamente una politica economica indipendente, rivolta alla crescita industriale e agricola, alla piena valorizzazione culturale e turistica, alla ricerca scientifica, ad una politica di pace, al benessere della popolazione, una politica che diventerà “sottomessa”, appunto con l’euro, con la partecipazione ai diktat che da Maastricht (1992) diventeranno sempre più autoritari e devastanti.

Autori del divorzio, naturalmente con la compiacenza di una avida platea di figuranti, Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Banca d’Italia e Beniamino Andreatta, ministro delle Finanze.
Il divorzio non avvenne per legge bensì con una lettera di Andreatta al Governatore della Banca d’Italia, un “atto” che pose fine all’acquisto “illimitato di titoli di stato da parte della Banca centrale”.


1992. Non solo Maastricht. In quello stesso anno, approda nel porto di Civitavecchia il panfilo “Britannia” della regina Elisabetta. Gli ospiti costituiscono la “crema” dell’imprenditoria pubblica e privata italiana. Oltre i beneamati e insostituibili Andreatta e Ciampi, sono presenti, tra l’altro, i vertici di Iri, Eni, Ina, Comit e i rappresentanti delle aziende di stato più significative. E non poteva mancare uno degli ideatori della “svendita” dell’Italia, il direttore generale del Tesoro Mario Draghi, incaricato di tenere il discorso introduttivo.

Il mantra che assembrava i vari partecipanti alle onoranze funebri di quella che secondo il blocco germanico sarebbe diventata solo “un’espressione geografica”, opinione diffusa un tempo anche nell’Impero austro-ungarico, era dato dall'”idea” che il problema del debito pubblico era affrontabile solo con la demolizione del patrimonio pubblico, della riduzione del salario reale, degli stipendi, dei privilegi eccessivi dello stato sociale, con un ritocco pesante della Costituzione socialista”, con una riforma delle pensioni e dell’età lavorativa …

Lo stato controllava aerei, treni, autostrade, elettricità, gas, la Rai, la telefonia, settori produttivi quali siderurgia, chimica, meccanica e addirittura alberghi, agenzie di viaggio, settori alimentari… Una quantità di beni, di ricchezza mal gestita che in mano “a capitani coraggiosi” avrebbe fruttato enormi profitti e dato lavoro a milioni di persone. Una svendita del patrimonio statale ai privati comportava il sostegno di un sistema finanziario forte e disinteressato, quale ad esempio il sistema anglosassone garantito dalla stessa regina Elisabetta che appunto era presente con i suoi “invisibili”, come a dire, con i suoi agenti finanziari.
Come qualsiasi economista serio, non iscritto nel libro paga del padronato, avrebbe previsto, il debito pubblico verrà triplicato, l’occupazione diminuirà vistosamente e i salari perderanno potere d’acquisto (non proprio come vaticinava il millantatore Romano Prodi).

Un’estorsione dei beni, ricordiamolo, del popolo italiano, operata da avvoltoi come la Goldman Sachs, di cui era stato vice presidente proprio Mario Draghi 4) che, come membro del “gruppo dei trenta” aveva proposto l’uso di titoli tossici che hanno contribuito alla crisi planetaria 2008/2009. Ma che senza l’apporto di figure politiche indecenti e corrotte del nostro Paese non sarebbe andato in porto, secondo un percorso avvilente che dal duo Andreatta-Ciampi, via Napolitano, Prodi, D’Alema, Amato, Monti, Draghi, Gentiloni 5), arriva ai nostri giorni con i Renzi, con gli Zingaretti, i Grillo… ad una ulteriore sottomissione (MES, recovery fund…) alle tre zarine Angela Merkel, Ursula Von der Leyen, Christine Lagarde, e alla Nato che ci obbliga a missioni militari utili nel saccheggio agli States, con qualche briciola per il sub-imperialismo italico, e a spese militari deliranti, oltre che all'uso umiliante del nostro territorio (MUOS, Ghedi, Vicenza, Sigonella, Teulada, Quirra, Aviano…).

Tengo a precisare che in questo percorso di spoliazione mirata, il ruolo pur così appariscente di Silvio Berlusconi è stato di giovamento non tanto per quel percorso politico prefissato, come voluto dalla grande finanza, da cinquanta anni, quanto nel suo essere un faccendiere spregiudicato che ha irriso al diritto, dando così spazio alla corruzione (utile al profitto) e al disprezzo delle leggi, creando un terreno favorevole ad una legislazione noncurante dei diritti costituzionali (in particolare, in materia di lavoro), e soprattutto nel suo essere un eccellente ideatore di immaginari che non solo hanno contribuito alle sue fortune personali, ma hanno contribuito, più di quanto si ammetta, alla formazione di un immaginario collettivo dominante nel ventennio ed oggi non del tutto tramontato, sebbene il suo personaggio sia in declino.
Ed ora il referendum sul numero de parlamentari di cui dirò in seguito, molto più importante di quanto i media, con il loro schematismo, ci stanno dicendo. La banda PD/5STELLE vuole ridurre il parlamento in sede di silenziosi obbedienti all’esecutivo e a task force costituite al di là della volontà e del controllo popolare. L’ennesima ferita alla Costituzione.

NOTE

1) Milton Friedman, esponente di grido delle teorie monetariste e dell’ideologia neoliberista, ha avuto un ruolo politico devastante. Ronald Reagan e Margaret Thatcher hanno seguito con scrupolo le sue teorie, demolendo con successo la classe operaia anglosassone. I suoi allievi, i “Chicago boys” hanno dato un contributo essenziale nell’impoverimento del Cile e della Russia, quando Eltsin “il Pinochet russo” prenderà, con la forza e con l’arbitrio, osannato dalla UE, il potere. Il delirante avventuriero non finirà in galera perché graziato da Putin.

2) Dobbiamo a Naomi Klein, autrice di “No logo” la teorizzazione dello “shock” come strumento politico delle classi borghesi a favore di un’economia di dominio che sfrutta cinicamente i disastri, accentuandone la portata e l’ampiezza.

3) E’ un’operazione che ho fatto ripetutamente con la pagina “una parola contro le guerre”, oramai da cinque anni. Le mie osservazioni sono disperse in più articoli. Naturalmente, dato lo sfascio continuo della Ue nei confronti delle nostre istituzioni e del nostro popolo, la questione sarà ripresa successivamente.

4) La lettera che Jean Claude Trichet, Presidente della Bce e Mario Draghi, suo successore fino al 2019, inviano a Silvio Berlusconi e a Giulio Tremonti ha toni minacciosi e arroganti. Nessuna concessione sui titoli di stato se non verranno attuate le prescrizioni umilianti della missiva. Un vero programma di governo. Liberalizzazioni anche a livello locale, ulteriori privatizzazioni di imprese pubbliche, meno rigidità sulle norme per i licenziamenti, contrattazione sindacale che favorisca la produttività…un golpe in piena regola con una semplice missiva…Berlusconi e Tremonti che indugiano e prendono tempo verranno scaricati. Napolitano, il grande eversore, nomina Mario Monti primo ministro, il cui programma “democratico” si evince da un suo enunciato “E’ il Parlamento che inceppa la via delle riforme strutturali…bisognerebbe aggirarlo per evitare che frenino lo sviluppo…il problema dell’Italia è che si vota troppo spesso e sono ancora troppi ad andare a votare”, In fondo è il progetto di Grillo e dei suoi boys sul dimezzamento del Parlamento che costituirebbe un’agevolazione per i gruppi dirigenti: meno impacci.
Da segnalare l’inesistente risposta dei sindacati confederali al furioso attacco della UE al mondo del lavoro, dei giovani, dei pensionati, della società civile.

5) Sulle politiche della Ue prima dell’intimazione del duo colonialista Trichet-Draghi, come ho già riferito, ho scritto ripetutamente. Suggerisco due testi che mi sembrano fondamentali per un’analisi rigorosa delle idealità politiche e della corruzione della UE: Luciano Gallino, Il colpo di stato di banche e governi; Il denaro, il debito e la doppia crisi. Entrambi editi a Torino.

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