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lunedì 26 febbraio 2024

Il futuro ordine mondiale sarà deciso dal conflitto in Ucraina

 La senatrice russa Valentina Matvienko © Sputnik / Ramil Sitdikov
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Massimo senatore della Russia: Il futuro ordine mondiale sarà deciso dal conflitto in UcrainaLa situazione di stallo tra Mosca e Kiev si è trasformata in un grande confronto che coinvolge l'Occidente, ha detto Valentina Matvienko


Le conseguenze del conflitto tra Mosca e Kiev si faranno sentire in ogni angolo del globo, ha detto sabato la senatrice russa Valentina Matvienko. La situazione di stallo ha da tempo superato le dimensioni di una semplice disputa tra due vicini e si è evoluta in un “confronto su larga scala” con “l'Occidente collettivo”, ha affermato in una dichiarazione nel secondo anniversario dell'inizio della campagna militare russa.

"Il destino del futuro ordine mondiale verrà deciso sui campi di battaglia dell'operazione militare speciale", ha affermato il capo del Consiglio della Federazione Russa, la camera alta del parlamento nazionale. La lotta ha reso chiaro che Washington e i suoi alleati cercano il dominio globale, ha affermato. Gli Stati Uniti e le altre nazioni occidentali vogliono “imporre una nuova versione di colonialismo al mondo” e costruire un sistema internazionale basato sul “governo della forza”, ha avvertito il senatore.

lunedì 25 novembre 2019

Antonio Socci: LA SINISTRA SI DA’ ALL’ITTICA INVECE DI RIFLETTERE SULLE DISFATTE

Antonio Socci: LA SINISTRA SI DA’ ALL’ITTICA INVECE DI RIFLETTERE SULLE DISFATTE 

(AUTORI E LIBRI CHE ASPETTANO DI ESSERE STUDIATI DAI DIRIGENTI PD)

Antonio Socci 



Il PD si dà all’ittica  celebrando i giovanotti che a Bologna ne puntellano il potere cinquantennale. Giuliano Ferrara  – fan delle Sardine  – ha riconosciuto che il loro è “un movimento spontaneo di fiancheggiamento dell’establishment”.

Vogliono oscurare gli oppositori al regime Pci-Pds-Ds-Pd e così raccolgono l’ovvia gratitudine di Bonaccini. Infatti il Pd sembra dominato ormai solo dal terrore di perdere il potere, a Bologna come a Roma, e tutte le sue scelte sono dettate dall’ansia di barricarsi nel Palazzo, nonostante le disfatte elettorali.

Preferisce gli applausi delle Sardine alle voci di pensatori autorevoli della Sinistra  che indurrebbero a riflettere. Eppure sono diversi quelli che ne contestano gli errori.

Su “Libero”, di recente, si è parlato di Federico Rampini  e del suo volume “La notte della sinistra”  che punta il dito sulle sue contraddizioni e ipocrisie che vanno  “dall’immigrazione alla vecchia retorica europeista ed esterofila, dal globalismo ingenuo” alla vicinanza “con le élite del denaro e della tecnologia”, per non dire della pretesa di “raccontarci che siamo moralmente superiori e che là fuori ci assedia un’orda fascista”.

Si potrebbe anche citare Vladimiro Giacché, economista, filosofo e saggista di scuola marxista, presidente del Centro Europa Ricerche, che nei giorni scorsi è andato in audizione alla V Commissione  parlamentare (presieduta da Claudio Borghi) dove ha “demolito” il Mes.

Le sue posizioni anti euro e le sue critiche all’Unione europea di Maastricht sono argomentate nei suoi libri “Titanic Europa. La crisi che non ci hanno raccontato”  e “Costituzione italiana contro trattati europei. Il conflitto inevitabile”.

Un grande analista proveniente da Sinistra è poi Giulio Sapelli, autentico fuoriclasse  di riconosciuta autorevolezza internazionale. Economista, storico, accademico, i suoi libri sarebbero ricchi di spunti di riflessione (auto)critica per la Sinistra (che però preferisce leggere Scalfari).




Ricordo, di Sapelli, “Oltre il capitalismo (macchine, lavoro, proprietà)”  e “Un nuovo mondo. La rivoluzione di Trump e i suoi effetti globali”.

Riflessioni critiche ad uso della Sinistra si trovano anche su “Limes”  la rivista di geopolitica, guidata da Lucio Caracciolo, che pur essendo del gruppo Gedi (come Repubblica ed Espresso) propone spesso analisi non conformiste.

Di recente, polemizzando contro “l’europeisticamente corretto”, scriveva:   “Paradossalmente il Trattato di Maastricht ha contribuito alla graduale disintegrazione dello spazio comunitario. Implicita nel Trattato di Maastricht (1993) che battendo una moneta senza sovrano ha accelerato la crisi della sovranità degli Stati chiamati a cogestirlaEmergente già dal 1994 nell’idea di Euronucleo, intesa da Berlino come propria sfera di influenza monetaria, economica, quindi geopolitica”.

Anche nell’ultimo numero (10/2019) dedicato a “Il muro portante” demolisce tanti luoghi comuni progressisti. Per esempio con il saggio di Dario Fabbri“Dell’impossibilità della nazione europea”  e con quello (firmato con pseudonimo) intitolato “L’ombra di un sogno. Perché l’europeismo è antieuropeo”, la cui sintesi nel sottotitolo recita: “L’ideologia europeista è in sé pericolosa per la pace e la democrazia nel nostro continente. Impossibile superare il sistema degli stati nazionali per imporre un’unica sovranità. L’Eurozona va smantellata con metodo”.




Ma forse il caso recente più clamoroso è quello di Carlo Galli, docente di dottrine politiche all’Università di Bologna, presidente della Fondazione Gramsci Emilia Romagna e già parlamentare del Pd e di Sinistra italiana.

Da addetto ai lavori prima ha spiegato alla sua parte politica che scomunicare il “sovranismo” è assurdo in quanto “la sovranità è un concetto talmente democratico che è richiamato nel primo articolo della nostra Costituzione. Oggi, invece, chiunque contesti la mondializzazione viene considerato una fascista”.

Poi Galli ha pubblicato un libro, “Sovranità”, in cui sviscera il problema in punta di dottrina.

Afferma fra l’altro che “la sovranità è una tematica ineludibile, e – se l’Italia non vuole sperimentare la ‘non-sovranità in un solo Paese’  – va trattata seriamente, in chiave storica e politica, e non con anatemi”.

Galli aggiunge che “la ricerca della sovranità è una forte istanza politica, e quindi è errato associarla al qualunquismo o all’antipolitica… ‘populismo’ è oggi il nome che le élite sconfitte danno all’agire del popolo quando questo si rivolta contro di esse, quando segue altri leader e altre logiche rispetto a quelle vigenti nel mainstream”.

Ma “quando il popolo vede nelle istituzioni un nemico forse è meglio capire come e perché ciò è avvenuto, piuttosto che cercare di cavarsela etichettando spregiativamente il fenomeno”.

Invece – ha dichiarato Galli in un’intervista – la sinistra italiana, ha smesso di analizzare la realtà: preferisce nascondersi dietro il vecchissimo copione dell’antifascismo moralistico e considerare più della metà dei cittadini italiani barbari che stanno assaltando le fondamenta della civiltà”.


Antonio Socci

Da “Libero”, 24 novembre 2019

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https://sadefenza.blogspot.com/2019/11/antonio-socci-la-sinistra-si-da.html

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martedì 4 settembre 2018

IL PARTITO ANTI ITALIANO DEI MEDIA IDOLATRA “I MERCATI”, LA UE E VUOLE ABBATTERE SALVINI

IL PARTITO ANTI ITALIANO DEI MEDIA IDOLATRA “I MERCATI”, LA UE E VUOLE ABBATTERE SALVINI

Antonio Socci 
Sa Defenza 


I media italiani, nella quasi totalità, sembrano una sorta di Giornale Unico scritto dal Giornalista Collettivo. Esso rappresenta il vero partito di opposizione a questo governo. Ma soprattutto è il Giornale Unico di opposizione, pregiudiziale e frontale, a Matteo Salvini.

E’ il Giornale Unico delle élite, dell’establishment che perde quote di potere, che tuona ogni giorno contro i barbari provinciali, che si dice ideologicamente cosmopolita e così amplifica la voce del Partito trasversale anti-italiano.

Quello che idolatra l’Unione Europea e gli ineffabili Mercati, mentre sparge discredito sull’Italia e “dimentica” il nostro interesse nazionale. Le élite si professano globali. Lorsignori hanno l’orticaria a sentir parlare di nazione italiana e di patrie.

Sono quelli che “il problema è il fascismo” e cosa volete che importi se dall’arrivo dell’euro abbiamo perso il 20 per cento di produzione industriale, se in otto anni hanno chiuso 158 mila saracinesche, sono raddoppiati i poveri assoluti, se in cinque anni sono arrivati 600 mila immigrati ed è schizzata al 35 per cento la disoccupazione giovanile.

I nostri “progressisti” fanno pellegrinaggi alla nave Diciotti con i migranti, ma non si sono visti fra gli italiani ad Amatrice e nei luoghi del terremoto ancora sepolti dalle macerie (e poi si stupiscono se a Genova li fischiano).

I giornali e la Sinistra, a proposito della nave Diciotti, non hanno attaccato i Paesi europei che si dicono umanitari come la Francia, ma hanno chiuso le frontiere e vogliono che i migranti riempiano l’Italia. No. Hanno attaccato il nostro governo che si rifiuta di fare dell’Italia l’immenso “campo profughi” dell’Europa.

Ciò che mi preoccupa è il Pensiero Unico che viene veicolato dal Giornale Unico e il suo connotato anti italiano.

Il Giornale Unico non sembra fatto per informare i cittadini (fra l’altro in pochi anni se ne sono andati quasi tre quarti dei lettori). Come la classe dirigente del PD, sembra vivere in una bolla d’aria a molti metri da terra, lontano dalla vita concreta della “plebe”.

Trovo insopportabile il coro anti italiano di tanti media. Invece di criticare i governi italiani che si sono sottomessi a tedeschi e francesi (la Ue), attaccano chi cerca di riprendersi la sovranità.

Secondo questi illuminati dobbiamo accettare di farci governare dall’estero e dai mercati perché (a loro dire) così vuole la modernità (del resto, secondo loro, siamo un popolo incapace di governarsi).
Nelle prossime settimane vedremo se il partito anti italiano tiferà spread nella speranza di dare una spallata al governo del cattivissimo Salvini.

Magari per portare al potere un novello Monti come Cottarelli. Uno cioè non votato dagli italiani, ma votato dai “mercati”.

Infatti proprio Cottarelli ieri sulla “Stampa” rappresentava questi “mercati” come le capricciose divinità dell’Olimpo greco a cui bisognava sottomettersi e tacere senza urtarle per evitare fulmini e saette.

In un Paese normale, dove vige ancora la democrazia, i governanti si chiederebbero cosa fare per gli italiani e come essere promossi dagli elettori. Nel mondo alla rovescia della nuova religione mercatista, Cottarelli si chiede invece “cosa serve per tranquillizzare i mercati finanziari?”. E ricorda ciò che “avevamo promesso all’Europa” ed evoca “le sanzioni” europee.

Insomma il governo dovrebbe rispondere non agli italiani, ma al dio mercato e alla UE. Tanto è vero che nei giorni scorsi Fitch ha confermato la valutazione dei titoli di stato italiano (il rating), ma ha rivisto l’outlook da stabile a negativo perché potrebbero esserci elezioni anticipate: i cittadini che votano sono diventati un rischio. Una variabile pericolosa.

Senza che agli italiani venisse spiegato, la sovranità è passata da loro ai mercati e alla Ue. Perché? Rispondono: a causa del debito pubblico.

Ma il debito pubblico italiano è esploso dal 1981 proprio per la sottomissione ai mercati dovuta allo Sme (l’avvio del progetto della moneta unica) E non per i difetti degli italiani che vivrebbero al di sopra delle loro possibilità (come ripete il Giornale unico). Così ci siamo trovati il nodo scorsoio al collo.

Non viene mai detto, ma l’Italia è uno dei paesi più virtuosi d’Europa nella finanza pubblica. E’ dissanguata proprio dagli interessi che paga sul debito: più facciamo sacrifici lacrime e sangue più il debito aumenta (come è accaduto con il governo Monti).

Nella narrazione del Giornale Unico ci sono tanti slogan luogocomunisti. Per esempio ieri nel solito editoriale anti-Salvini del “Corriere della sera”, firmato da Franco Venturini, si leggeva ancora che l’Unione Europea “ci ha dato settant’anni di pace”.

Ma è così? L’Unione Europea è nata a Maastricht nel 1992, cioè 26 anni fa. Come fanno a diventare 70? Peraltro prima c’era la Comunità europea, che era altra cosa e che andrebbe bene pure ai sovranisti. E comunque dal 1945 al 1990 a garantire la pace all’Europa non è stata la Cee, ma l’equilibrio del terrore fra Nato e Patto di Varsavia.

Che è costato varie guerre altrove (Corea, Vietnam, Africa) e repressioni all’Est (Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia).

Con la caduta del Muro, mentre nasce l’Unione europea – al contrario di quanto dice il Corriere – sono tornate proprio le guerre in Europa: da quella jugoslava, combattuta per tutti gli anni Novanta, all’Ucraina e alla guerra degli europei alla Libia che ha destabilizzato tutto.
Inoltre con l’Unione Europea è iniziata la guerra economica che la Germania sta vincendo mentre l’Italia ne è schiacciata. Questi sono i fatti.

Da “Libero”


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giovedì 28 giugno 2018

L’ITALIA UMILIATA E IMPOVERITA DAL PARTITO DELLE ELITE RIALZA LA TESTA E RITROVA LA SPERANZA E L’ORGOGLIO.

L’ITALIA UMILIATA E IMPOVERITA DAL PARTITO DELLE ELITE RIALZA LA TESTA E RITROVA LA SPERANZA E L’ORGOGLIO. 


PER CAPIRE SALVINI RILEGGETE QUESTA PAGINA DI GIOVANNI PAOLO II…




Salvini di qua, Salvini di là. Ieri (s)parlavano di lui l’editoriale del “Corriere della sera” e il titolo d’apertura della prima pagina. Ma pure l’editoriale di “Repubblica”, il suo titolo d’apertura e il titolo di taglio della prima (con un altro richiamo sulla stessa prima). Anche gli altri quotidiani stavano così sull’argomento. Più lo attaccano e più Salvini accresce la sua popolarità tra la gente.
L’Italia dell’establishment e delle chiacchiere mediatiche sta impazzendo a rincorrere i fronti aperti dal vicepremier. Invece l’Italia vera, quella della gente, respira e si entusiasma: ha tifato Salvini sulla vicenda dell’Aquarius come avrebbe tifato per la Nazionale di calcio ai Mondiali.
Le persone comuni – che sono gli interlocutori privilegiati di Salvini – sentono che ora qualcuno si occupa di loro, dei loro problemi e delle loro sofferenze (“prima gli italiani”). Mentre col PD era tutto un inginocchiarsi “ai mercati” e “all’Europa”.
L’Italia, questa Italia profonda e dimenticata, umiliata e impoverita dai precedenti governi, sta rialzando la testa, sta ritrovando un orgoglio perduto da tempo.
Del resto l’Italia secondo Matteo viene finalmente rispettata sul piano internazionale e si è meritata le pubbliche dichiarazioni di stima di Trump e Putin.
Tutta un’altra aria rispetto a prima. Scenario rovesciato. Solo pochi mesi fa il conte Gentiloni, come premier in visita di stato a Berlino, veniva lasciato fuori dalla porta e invitato dalla Merkel a tornare un’altra volta.
L’altroieri invece la stessa Merkel – per compiacere l’Italia – si è affrettata a cestinare il piano sull’emigrazione che aveva concordato con Macron perché il nostro governo aveva detto “no”. E’ un ribaltamento totale (“mai più servi”, gridava anche ieri Salvini in un comizio).
L’unico che “nun ce sta” è Macron che reagisce istericamente. Di fatto Salvini sui migranti ha imposto la sua l’agenda all’establishment e alla UE.
E fa impazzire il Palazzo e la corte mediatica. Tutti a rincorrerlo sui temi che ogni giorno apre squarciando i veli dell’ipocrisia e demolendo i dogmi del pensiero unico.
Contro di lui fiumi di odio (e pure minacce), ma non sembra che se ne scandalizzino quelli che fino a ieri pontificavano contro l’“hate speech”.
In ogni caso tutti parlano del vicepremier. Anche gli stranieri. “The Guardian” definisce Salvini “il leader europeo che più somiglia a Donald Trump”.
L’editorialista si interroga su di lui, chiedendosi “fino a che punto si spingerà e fino a che punto crescerà la sua popolarità. Perché la risposta a queste due domande” dice il Guardian “potrebbe modellare il futuro dell’Europa, nonché il ruolo dell’Italia nell’Eurozona”.
L’analogia di Salvini con Trump è ovvia per due aspetti. Primo: mette al centro i bisogni degli italiani dimenticati e umiliati (come Trump fa con gli americani) anziché gli interessi dell’establishment e degli stranieri.
Secondo: scavalca i media che fanno da cassa di risonanza al “pensiero unico” e che ritiene legati all’establishment. Parla direttamente agli italiani attraverso i social (twitter e facebook) e – con un linguaggio immediato – dice tutte quelle verità che la gente sente e vive e che il “politically correct” dei media ha messo al bando.
Salvini aggiunge un continuo immergersi fra le persone comuni, dappertutto. Un contatto diretto che riempie tutte le piazze, anche quelle delle città una volta rosse.
Ma – si chiedono – la sua strategia? E’ fuori strada chi lo crede intento a tessere strategie machiavelliche che punterebbero a elezioni a breve per incassare il successo.
Poteva già farlo a maggio: per evitare al Paese un governo Cottarelli che – pur sfiduciato dalle Camere – avrebbe fatto disastri irreparabili ha firmato il patto con il M5S.
Sa che siamo ancora un paese a sovranità limitata e ha dovuto fare un governo dove i ministeri fondamentali (Economia ed Esteri) sono allineati alla UE e al Quirinale, che cerca di teleguidare pure il premier Conte.
Sa bene che non è questo il governo che potrà sciogliere i nodi dell’euro e della Ue, ma sa pure che la sua Lega è l’unica in Italia ad avere un “piano B” in caso di implosione dell’Eurozona (cosa oggi possibile).
Intanto fa la sua battaglia con i ministeri che ha. Una battaglia politica (per esempio sull’emigrazione) che mette finalmente a tema il recupero della nostra sovranità.
Ma Salvini – a mio avviso – sta facendo anche una battaglia culturale. Consapevole che la piena sovranità politica ed economica si potrà riconquistare solo se il popolo italiano ritrova pienamente la sua “sovranità culturale”, la sua identità.
Bisognerebbe rileggere il memorabile discorso di Giovanni Paolo II all’Unesco del 1980. Fu tutta un’apologia di quelle nazioni che “lottano per conservare la propria identità e i loro propri valori contro le influenze e le pressioni dei modelli proposti dall’esterno”.
Il papa rivendicò “il primato” dell’identità dei popoli e invitò a “vigilare con tutti i mezzi su questa sovranità fondamentale che possiede ogni nazione in virtù della sua propria cultura… Proteggetela! Non permettete che questa sovranità fondamentale diventi la preda di qualche interesse politico o economico. Non permettete che diventi vittima dei totalitarismi, degli imperialismi o delle egemonie, per i quali l’uomo non conta che come oggetto di dominazione”.
In questo quadro “i mezzi di comunicazione non possono essere mezzi di dominazione sugli altri da parte di agenti del potere politico come di quello delle potenze finanziarie che impongono il loro programma e il loro modello”.
E’ la strada per riconquistare la libertà e la prosperità.

http://sadefenza.blogspot.com/2018/06/litalia-umiliata-e-impoverita-dal.html

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