martedì 15 febbraio 2011

intervista a Carlo Roggero, amministratore unico di Ets, spa specializzata nelle energie ecostenibili, con il teleriscaldamento

Da quanti anni siete nel settore delle energie rinnovabili e come mai questa scelta? La società Ecotermica, oggi Ecotermica Servizi spa, è nata nel 1994 . Ero di ritorno dal Venezuela dove ho avuto un'esperienza nella costruzione di una segheria industriale. Per poter esportare il legname in Europa bisognava essiccarlo e la centrale che alimentava l'essicatoio era alimentata dagli scarti della segheria. Mi son detto, ma se funziona a fini industriali può funzionare anche a fini civili. Di qui l'idea (che nel frattempo iniziava ad essere realizzata in Alto Adige) di produrre energia termica per i comuni, con caldaie che bruciassero scarti di segherie situate nelle vicinanze del progetto. Dapprima piccole caldaie a legna e poi, nel 2000, il primo progetto di teleriscaldamento alimentato a biomasse a Verzuolo. Affinché le cose funzionino è necessario garantire un bilancio ambientale positivo. Il combustibile biomassa ha un basso potere calorifico e quindi va reperito nelle vicinanze della centrale.. Dopo la realizzazione di 3 impianti di teleriscaldamento a biomasse (Verzuolo,Castellamonte e Leinì) siamo passati alla cogenerazione a gas (efficienza energetica) anche causa la carenza di biomasse reperibili localmente. Le centrali cogenerative a gas che abbiamo progettato e poi o costruito direttamente o cedute a terzi e che oggi alimentano impianti di teleriscaldamento sono state : Saluzzo, Savigliano, Chieri, Costigliole Saluzzo , Banchette ed Ivrea. Tutte in Piemonte per un’ investimento di circa 100 M di euro quasi totalmente realizzate da imprese locali.

Potrebbe spiegarmi meglio cos'è il teleriscaldamento? E’ vero che è stato il primo in Italia?

Verzuolo è stato il primo in Piemonte , ma in Italia credo che il primo impianto sia stato il teleriscaldamento di Dobbiaco (Alto Adige). Il teleriscaldamento è come un acquedotto che trasporta acqua calda. La centrale viene costruita in un’area comunale ritenuta idonea naturalmente in accordo con l'Amministrazione Comunale . Affinché il progetto abbia una valenza sotto il profilo del bilancio ambientale , la potenza della centrale a biomassa DEVE ESSERE la somma della potenza delle caldaie (dei vari condomini) che potranno essere allacciate e quindi sostituite . Teleriscaldamento vuol dire portare nei tubi (l'acquedotto caldo) l'energia termica prodotta a distanza dalla centrale. I tubi entrano nel condominio, baypassano la caldaia esistente, che viene mantenuta inattiva e non viene smantellata al fine di una eventuale emergenza. Da quel momento il condominio si scalda con l'energia termica (acqua calda) prodotta dalla centrale a biomassa.

Come ovviate ai problemi di dispersione termica e a quanta distanza può arrivare un impianto di teleriscaldamento?

Bella domanda, la dispersione energetica è il punto debole del teleriscaldamento. Ci sarà sempre una dispersione termica ; non è possibile evitala completamente, ma può essere contenuta utilizzando speciali tubazioni preisolate ed interrando le tubazioni a circa 1.5 metri. In questo caso perdiamo circa 1-2 gradi su una distanza di 10 KM. Attenzione anche se è vero che 1-2 gradi sembrano pochi, moltiplicati per i litri di acqua che trasportiamo, alla fine, su base annua, si disperde mediamente circa il 10% dell'energia prodotta. Tecnicamente quindi non ci sono problemi dovuti alla distanza ma ne esistono molti sotto l’aspetto di poter realizzare un progetto energeticamente migliorativo. Non tutti i progetti possono essere realizzati con successo. Dipende dalla cittadina ospite, dai gradi giorno della zona, da quanti e che tipo di utenze si possono allacciare, dalla distanza che le tubazioni percorrono, dalla tecnologia adottata etc .La generazione a distanza deve essere il più possibile distribuita localmente. Smarcate le variabili di cui ho accennato prima, personalmente, propendo per la realizzazione di piccole centrali che alimentano piccole cittadine o quartieri di grandi città. Il piccolo teleriscaldamento ha innumerevoli vantaggi ambientali : se fatta con tutti i crismi, una centrale di piccole dimensioni inquina meno di un insieme di caldaie condominiali. Le caldaie che il teleriscaldamento sostituisce molto spesso risultano essere mal mantenute, vecchie ed insicure. Vi sono vantaggi economici dovuti all’economia di scala. Dal punto di vista ambientale, una centrale di teleriscaldamento deve essere autorizzata dai competenti enti provinciali e i valori di emissioni autorizzati sono bassissimi. Sempre grazie all'economia di scala la centrale può permettersi apparecchiature per catturare sia il particolato i che gli inquinanti emessi con i fumi. Inoltre un impianto di questo tipo può essere dall’A.R.P.A. (l’Agenzia Regionale per l’Ambiente) monitorato in continuo da punto remoto, tipo internet e in qualsiasi momento, quindi ,verificare che i dati di emissione rispettino le prescrizioni autorizzative . Tutte cose che una caldaia condominiale non può permettersi. infine se fatto nel rispetto di tutti i parametri , energetici ed economici, il teleriscaldamento è in grado di garantire sia l’allacciamento gratuito che una diminuzione dei costi in bolletta all’utente garantendo quindi vantaggi economici sia alla società che lo realizza che per i cittadini che si allacciano. Per farti un esempio, i nostri progetti sono stati tutti interamente finanziati dalla nostra società o dalle società che le hanno realizzate e dalle banche e, sino ad oggi, abbiamo sempre allacciato gratuitamente tutte le utenze che in più, hanno avuto una riduzione del costo in bolletta di circa il 10/15 %.Molte di queste utenze sono oggi riscaldate con un combustibile rinnovabile, prodotto localmente che ha totalmente sostituito un combustibile di origine fossile importato.

Cosa ne pensa dell’utilizzo dell’energia nucleare e del suo utilizzo in Italia come energia alternativa, lo può essere?

Penso che sia un controsenso perché non è una soluzione ne’ sotto il profilo energetico ne’ sotto l'aspetto economico...naturalmente poi è anche potenzialmente molto pericolosa … ma andiamo per ordine.

Va bene spiegami più nel dettaglio e per ordine.

L’energia nucleare non risolve il nostro problema energetico. In Italia, il problema energetico è di dipendenza estera per l’approvvigionamento del combustibile fossile , non abbiamo ne petrolio ne gas e dobbiamo importarlo. L’energia nucleare viene prodotta utilizzando l’uranio come combustibile. In italia l’uranio non esiste quindi, l’energia nucleare non solo non ci svincola da una dipendenza estera , ma addirittura la appesantisce in quanto, l’uranio, deve anche essere arricchito e non abbiamo la tecnologia per farlo. Oggi dipendiamo da gas e petrolio. Domani dovremmo dipendere da uranio e da chi sa arricchirlo. Inoltre, il prezzo dell'uranio sul mercato mondiale ha subìto una forte impennata, passando dai 7 $/lb del 2001 al picco di 135 $/lb del 2007. Nel 2001 il prezzo del dell'uranio incideva per circa il 5-7% sul totale dei costi riguardanti la generazione energetica da fonte nucleare. Secondo dati della WNA, a gennaio 2010, con uranio a 115$/kg, incide già per circa il 40% . Non è più conveniente. Viene anche detto che il nucleare serve all’Italia in quanto è necessario aumentare la capacità di produzione di energia elettrica. Non è vero, i consumi stanno scendendo causa la crisi e fortunatamente anche grazie a politiche mirate all’efficienza e al risparmio energetico. Dal punto di vista della capacità produttiva l’Italia è autonoma anche rispetto alle previsioni che il Gestore del Mercato Elettrico ha fatto in proiezione per l’anno 2020. Se proprio si vuole intervenire sulla capacità produttiva allora è più conveniente aumentare le fonti energetiche alternative e rinnovabili e proseguire sulla conversione delle grandi centrali in impianti a gas e con tecnologie che, a ciclo combinato, oggi possono raggiungere un’efficienza di circa il 60 %. Le soluzioni per il problema energetico ? Utilizzo di combustibili fossili meno inquinanti, riqualificazione delle centrali energetiche esistenti per aumentarne l’efficienza (oggi l’efficienza media del parco termoelettrico è pari a circa 40%) , promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili ma soprattutto, promuovere lo sviluppo di tecnologie mirate al risparmio energetico. Ad esempio la tecnologia con lampade a led consuma circa 1/10 delle vecchie lampade ad incandescenza. Queste a mio parere sono le soluzioni e non, dover realizzare centrali nucleari che oltretutto non si possono spegnere e che necessiteranno per contro di aumentare i consumi elettrici come ad esempio fa la Francia che di giorno non soddisfa il proprio fabbisogno energetico e di notte non sa che farne.

Ma si dice che l’energia Nucleare è più economica ed aiuterà le imprese ad avere energia ad un costo più basso, è vero ?

Non è vero. L’energia nucleare non conviene neanche dal punto di vista economico. L’energia prodotta da fonte nucleare già oggi costa di più di una altro sistema con cui possiamo produrre energia, Non a caso gli USA, lo hanno abbandonato. L'uranio a basso costo non esiste più e il piano economico non sta in piedi. Nessuna compagnia privata oggi investe sul nucleare. Non conviene a meno che i maggiori costi siano pagati dallo Stato. Ma allora, per assurdo, lo Stato farebbe meglio a destinare le risorse del nucleare ad abbassare il valore delle tasse energetiche che costituiscono in gran parte la tariffa che va a pagare l’utente finale. In parole povere, è già oggi più costosa e lo sarà ancor di più in futuro. Il costo del kWh prodotto con fonte nucleare è oggi già più caro del costo necessario a produrre energia con le fonti alternative . Naturalmente nel costo dell’energia devono essere considerati in modo corretto tutti i costi : quelli di capitale, interessi passivi, esercizio, manutenzione, combustibile, trattamento rifiuti e il futuro decommissioning della centrale. Una centrale nucleare ha una vita media di circa 50/60 anni. Per costruirla si impiegano circa 10 anni , lavorerà circa 50 anni e poi si impiegheranno circa 150 anni per smantellarla e “metterla in sicurezza “ non le pare un controsenso ? Ho virgolettato il metterla in sicurezza perché è un recente studio del M.I.T. a dirlo : ad oggi nessuno sa ancora come poterlo fare. Le scorie ad alta radioattività durano sino a 500.000 anni ! ovunque saranno stoccate prima o poi il cemento si sgretolerà, l’acciaio si corroderà e le montagne potranno franare. In conclusione , 50 anni di energia nucleare ad un costo maggiore e 500.000 anni di problemi alle generazioni attuali e a quelle future, ecco perché è un controsenso.A conferma di quanto dico il 25 maggio 2010, J. Wayne Leonard, amministratore delegato di Entergy Corp. la seconda compagnia americana di impianti atomici, ha affermato: “Nonostante le licenze per costruire 2 nuovi reattori abbiamo per il momento abbandonato i progetti, i numeri non tornano . Se diamo un costo appropriato ai rischi siamo semplicemente fuori mercato (“When we price the risk appropriately … the numbers just don’t work”) perlomeno finché il costo dell’energia che vendiamo da una parte e del carbone dall’altra non raddoppieranno. (While a few U.S. companies are moving ahead to develop new reactors, Leonard said that to make the economics of nuclear work for Energy, he would need to see "double-digit natural gas prices and carbon blow-out prices" starting at $25 per ton and escalating toward $50.)

Quindi pare dicano delle vere e proprie menzogne, inoltre bisogna aggiungere il fatto che l’Italia sia un paese ad alta densità di popolazione e che sia in gran parte sismica, e questi due fattori aumentano considerevolmente i rischi. In sintesi possiamo dire non è detto che una tecnologia se innovativa sia utile, se è così rischiosa e costosa, qualche volta tornare indietro è la cosa più intelligente da fare?A volte si , sempre che indietro non significhi dire ritornare al nucleare che peraltro ricordo essere stato oggetto di una chiara espressione referendaria da parte dei cittadini. Nessuno può garantirci che le centrali siano sicure al 100%, difatti ,nessuna compagnia assicurativa al mondo, stipula polizze per le centrali nucleari. Gli Stati sono obbligati a creare ingenti fondi a riserva per eventuali disastri ambientali , per la messa in sicurezza ed il futuro decommisioning delle centrali,che durano sino a 3 volte la vita utile dell'impianto! La comunità Europea ha di recente aumentato le richieste di garanzia e da quanto mi risulta, molti paesi tra cui l’Italia, non hanno destinato fondi sufficienti.

Potrebbe farmi un esempio più chiaro, perché viene richiesto di aumentare i fondi a garanzia della salute pubblica ? Un recente studio epidemiologico fatto a Vercelli (in zona è presente l’impianto nucleare di Trino) richiede approfondimenti e l´istituzione di un registro per capire la reale portata delle anomalie riscontrate. Tra le donne l´insorgenza di leucemie è due volte rispetto al resto del Piemonte. Raddoppiata la mortalità per il cancro al sistema nervoso . Il disastro di Chernobyl continuerà a produrre effetti in futuro anche se non conosceremo mai la portata complessiva dei danni arrecati alle persone e all'ambiente l’ A.R.P.A Piemonte lo evidenzia in uno studio del 2003. La Comunità Europea sta rivedendo al rialzo le garanzie da richiedere agli stati che intendono dotarsi di nucleare, proprio perché è in linea con le tendenze delle macroeconomie attuali. A vent'anni dall'esplosione del reattore nucleare n. 4 della centrale nucleare di Chernobyl, l'opinione pubblica è ancora sorprendentemente ignara delle drammatiche conseguenze del disastro: l'Organizzazione mondiale della sanità, (OMS)m ha calcolato che Chernobyl ha prodotto un livello di radioattività 200 volte superiore a quello dell'effetto combinato delle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki; circa 350.000 persone sono state evacuate dalle zone più contaminate; tuttavia, nelle aree in cui è stato decretato l'obbligo di evacuazione continuano a vivere 9.500 cittadini; circa 7 milioni di persone hanno diritto a speciali indennità , pensioni e prestazioni sanitarie poiché rientrano nella categoria degli individui colpiti dal disastro di Chernobyl. Si stima che il danno economico complessivo subito dalla sola Ucraina supererà i 165 miliardi di euro entro il 2015, e fino al 2005 sono stati diagnosticati circa 4.000 casi di carcinoma alla tiroide in Bielorussia, Ucraina, e Russia tra coloro che all'epoca dell'incidente avevano meno di 18 anni; le stime ufficiali prevedono che vi saranno 9.000 casi di tumori incurabili; secondo i calcoli di scienziati indipendenti, il cancro causato dal disastro di Chernobyl causerà fra 30.000 e 60.000 vittime. Il numero di persone colpite da invalidità permanente a seguito dell'incidente nucleare, figli compresi, è passato da 200 nel 1991 a 64.500 nel 1997 e ha superato la soglia delle 91.000 unità nel 2001. Nel Regno Unito, ad oltre 2 500 km di distanza dal luogo del disastro, 374 allevamenti ovini con 200.000 pecore sono ancora soggetti a restrizioni a causa della contaminazione prodotta dall'incidente nel reattore ucraino; i campi contaminati nel Regno Unito si estendono su una superficie di oltre 750 km.; in alcune regioni di Germania, Austria, Italia, Svezia, Finlandia, Lituania e Polonia si registra ancora un livello di contaminazione da cesio 137 pari a diverse migliaia di becquerel per chilogrammo nella selvaggina,compresi cinghiali e cervi, nei funghi selvatici, nelle bacche e nei pesci ittiofagi di lago. La Commissione Europea non prevede un miglioramento della situazione nel prossimo futuro ed afferma pertanto che le restrizioni su determinati alimenti provenienti da taluni Stati membri dovranno essere mantenute ancora per molti anni.Oggi la tecnologia che produce energia da fonte nucleare è INUTILE e POTENZIALMENTE MOLTO PERICOLOSA.

Giulia Salfi

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