SOS SENADORE CUCCA E LAI ISPIEGAN SA POSITZIONE ISSORO SUBRA SA LIMBA SARDA
Mario Carboni
SOS SENADORE CUCCA E LAI ISPIEGAN SA POSITZIONE ISSORO SUBRA SA LIMBA SARDA:
Amus retzidu custu comunicadu de sos Senadores Giuseppe Cucca e Silvio Lai subra sa chistione de sa limba sarda in sa RAI . Deo soe testimonzu, ca appo tribagliadu positivamente pro sa solutzione chi best oe in su Cuntratto de servitziu de sa RAI.
Custos senadores ant dadu un apozu mannu meda e cunvintu pro su matessi livellu de tutela de sa limba sarda de sas limbas de minorantzia de s'arcu alpinu.
Pro como custu livellu est in su Cuntrattu de servitziu chi peroe depet essere galu firmadu dae sa Rai. Isperende chi in su caminu benidore no cambiet nudda in peius.
Dae su chi ant iscrittu sos senadores est claru cantas dificultades bi sunt galu de superare, subraetottu sa ratifica de sa Carta de sas linbas europeas.
Pro nois puru in sa ratifica su sardu ( e su catalanu de Salighera ) depet essere equiparadu a su massimu de tutela previstu chi est cussu pro su tedescu de su Sud Tirol Alto Adige, e nudda de mancu podet essere atzetadu.
Atera chistione manna est sa costitunalizatzione de sa limba , cheret narrer su de ponner in s'Istatudu ispeciale sardu sa mentzione de sa limba sarda e catalana, comente limbas de sa minorantzia linguistica chi como a su cuntrariu de Valle d'Aosta e Sud Tirolo no b'est, ca custa est sa Mama de sa batallas pro sa limba sarda natzionale e chi influit in medas ambitos de importu mannu meda de sa vida identitaria, culturale, politica e economica de sa Sardigna.
In custu su Cunsizu regionale est dormidu o imbolicosu o puramente cuntrariu.
Pro no faeddare de s'aghera chi si narat natzionalista o sovranista, chi in custu campu est aretrada meda.
Pro custu publicamus sa litera ca est zustu intender semper duas campanas.
Basta polemiche infondate, la Rai parlerà sardo da subito
Giuseppe Cucca e Silvio Lai chiariscono: tutto già previsto nel contratto servizio Rai!
“Non solo non abbiamo tradito la nostra terra ma se la Rai parlerà sardo lo si deve ad un nostro emendamento accolto nel contratto di servizio della Rai e questo per la prima volta da quando esiste il servizio pubblico” non la mandano a dire Giuseppe Cucca e Silvio Lai, che con il terzo senatore sardo Ignazio Angioni rappresentano al senato l’isola e il Partito Democratico.
Giuseppe Cucca e Silvio Lai chiariscono: tutto già previsto nel contratto servizio Rai!
“Non solo non abbiamo tradito la nostra terra ma se la Rai parlerà sardo lo si deve ad un nostro emendamento accolto nel contratto di servizio della Rai e questo per la prima volta da quando esiste il servizio pubblico” non la mandano a dire Giuseppe Cucca e Silvio Lai, che con il terzo senatore sardo Ignazio Angioni rappresentano al senato l’isola e il Partito Democratico.
“Ci troviamo, nostro malgrado, costretti a ritornare sulla questione del voto sugli emendamenti per il sardo nella Rai. Purtroppo l’epoca dei social network ha il buono di diffondere le notizie facilmente ma anche di crearle, talvolta con violenza, anche con elementi palesemente falsi o con omissioni più o meno volute, tanto da costringere a intervenire per ristabilire la verità.”
“Nel giorno in cui si è discusso della delega per la riforma Rai ci sono state oltre 400 votazioni e in un contesto di quel genere, spesso si portano al voto anche emendamenti resi inammissibili per motivi tecnici, finanziari o costituzionali, solo per fare propaganda su un certo tema. Nel caso specifico, un emendamento proposta dal collega Cervellini, che prevedeva il tema del sardo nella Rai pur essendo inammissibile come quelli che lo precedevano e quelli successivi, è stato sottoposto al voto e bocciato. Tanto è bastato però per imbastire una vera e propria “campagna di denuncia dei senatori rinnegati”, di quelli che, secondo alcuni, devono essere considerati i nemici del sardo nella Rai. E da lì in tanti si sono affrettati a commentare indignati, a condividere comunicati e note di quel tenore, a riempire di “mi piace” i post contro i “senatori rinnegati”.”
“Il fatto vero è che quegli emendamenti non erano ammissibili, non approvabili anche se avessero avuto la maggioranza dei voti ed erano inutili, forse persino dannosi perché affiancati in qualche caso a dialetti locali e non a lingue, come basta leggere nei testi degli emendamenti correlati. Soprattutto perché, come dimostra il documento allegato, il tema del sardo era stato già affrontato e risolto ben prima con il nostro lavoro sul contratto di servizio della Rai.”
“Non basta il contratto di servizio? Può il sardo entrare in una legge sulla Rai? Certamente, ma solo dopo che sarà accolta la carta delle lingue minoritarie europee, che tutelano le lingue regionali e locali. Mettere sullo stesso piano il sardo con la tutela di Francese, Tedesco, Sloveno o Ladino derivante da norme costituzionali e trattati internazionali firmati dal Paese, significa non cogliere la realtà e perdere le battaglie.
Noi invece – proseguono i senatori Pd – la battaglia sul sardo preferiamo vincerla e l’abbiamo vinta sulla Rai, come pensiamo di vincerla nell’accoglimento della carta europea delle lingue europee minoritarie, dei popoli senza stato, già in stato avanzato di approvazione in I Commissione al Senato, e con nostri emendamenti a tutela del sardo, oltre che, anche se in misura differente, del catalano per la comunità algherese.”
“Un anno fa un emendamento presentato da parlamentari del PD di Sardegna ed approvato dal relatore Pd, Salvatore Margiotta, e dalla commissione di vigilanza Rai prevede che nel nuovo contratto di servizio della Rai vengano inseriti programmi in lingua sarda e friulana. Primi firmatari Cucca e Lai.
Ecco il testo dell’emendamento approvato al contratto di servizio:
Al comma 1, lettera m), dopo le parole: « trasmissioni radiofoniche in lingua friulana per la regione autonoma Friuli-Venezia Giulia » siano inserite le seguenti: « e in lingua sarda per la regione Sardegna »
“Ecco, come si vede sardo e friulano, con il nostro intervento, sono messi sullo stesso piano, non possono essere invece messi sullo stesso piano con lingue nazionali che siano minoranze riconosciute in Italia.
Se non ci fosse stato il percorso di riforma proposto dal governo, il contratto di servizio sarebbe stato operativo dal 2015, mentre entrerà in vigore nel 2016.
Sull’argomento Rai però credo sia giusto ricordare anche che già da oltre un anno portiamo avanti a viso aperto una battaglia, con il supporto dei colleghi Pd del Senato, per evitare la chiusura della sede Rai di Sassari, anche contro la posizione del Governo, che impoverirebbe ancora di più la già difficile situazione dell’informazione sarda.
Un impegno questo che non è mai stato volutamente pubblicizzato perché l’importante era e rimane il risultato e l’obiettivo finale ma che ci è stato e ci viene riconosciuto da molti lavoratori della Rai Sardegna.
In definitiva se dal prossimo anno nella programmazione Rai dovranno essere inseriti programmi in lingua sarda, in misura più ampia e non più pagati solo dalla Regione, e se la Rai continuerà ad avere due sedi regionali in Sardegna questo lo si dovrà anche all’azione parlamentare di chi ora viene accusato ingiustamente.”
“Passare per traditori della nostra lingua e della nostra cultura – concludono i senatori sardi del Pd – essendo quelli che per la prima volta hanno ottenuto il riconoscimento del sardo nella Rai, e, se tutto va bene, componenti del Parlamento che dopo 20 anni riconosce le lingue europee minoritarie, sarebbe davvero ingiusto e paradossale.”
Alleghiamo il parere dalla commissione di vigilanza Rai con le modifiche approvate al contratto che a pagina 221 prevede il nostro emendamento.
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