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lunedì 22 gennaio 2024

Il super-banchiere con il cuore a sinistra avvisa i progressisti: «Trump ha ragione»

Jamie Dimon e Donald Trump (Ansa)

Per Jamie Dimon (Jp Morgan) le ricette su tasse, immigrati e Cina erano giuste: per questo è rivotato. Un segnale per i nostri rossi.


I giornalisti del comitato di liberazione nazionale sono già sul piede di guerra. Infatti, da settimane non passa giorno in cui i quotidiani italiani non si occupino del ciclone che rischia di abbattersi sulla fragile democrazia americana. Peggio di Katrina e di Harvey, due dei tornado che nel recente passato hanno sconvolto gli Stati Uniti, l’uragano che tiene in allarme gli osservatori della stampa di casa nostra si chiama Trump, 45esimo presidente degli Stati Uniti e candidato a diventare il 47esimo. I colleghi del Cln, che dagli avamposti delle redazioni vigilano per impedire il ritorno del fascismo, dopo aver momentaneamente accantonato le braccia tese di Acca Larenzia, hanno rivolto lo sguardo a Ovest, dove di là dall’Atlantico si intravede una tempesta che minaccia di essere la peggiore degli ultimi anni: il ritorno del Puzzone.

A mobilitare le truppe giornalistiche, con i loro taccuini e telefonini, è stata la sorprendente vittoria che l’ex presidente ha riportato nelle primarie in Iowa. I sondaggi lo davano in vantaggio, ma tallonato a pochi punti di distanza da Ron De Santis e Nikki Haley, giovani candidati repubblicani che piacciono molto alla gente che piace. Invece, il caucus si è concluso con Trump che ha doppiato gli avversari, registrando un vantaggio di oltre 30 punti. Una disfatta per chiunque si era augurato la fine del trumpismo e soprattutto di Trump. Per consolarsi, i commentatori dei giornaloni hanno spiegato ai propri lettori che nello Stato del Midwest, coperto di neve e con temperature artiche, è andata a votare solo una sparuta minoranza e poi, da sempre, l’Iowa è popolato da gente rozza, che in fatto di promesse è di bocca buona. Alla base del successo dell’ex presidente ci sarebbero dunque dei contadini ignoranti e per giunta pure integralisti e cristiani. Il peggio insomma. E per riprendersi dalla batosta basterà aspettare il voto del New Hampshire, uno degli stati più ricchi e istruiti d’America, segnalato dai sondaggi come il posto «meno religioso degli Usa».

sabato 15 aprile 2023

Guerra all'agricoltura globale: l'insostenibile Agenda delle Nazioni Unite "sostenibile" 2030

Di F. William Engdahl
Nelle ultime settimane è iniziato un assalto coordinato a tutto campo alla nostra agricoltura, la capacità di produrre cibo per l'esistenza umana. La recente riunione governativa del G20 a Bali, l'incontro Cop27 dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite in Egitto, il Forum economico mondiale di Davos e Bill Gates sono tutti complici. In genere, stanno usando un'inquadratura linguistica distopica per dare l'illusione di essere all'altezza quando in realtà stanno portando avanti un'agenda che porterà alla carestia e alla morte per centinaia di milioni e non miliardi se gli sarà permesso di procedere. È guidato da una coalizione di soldi

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