Le parole hanno un peso. La manipolazione delle idee e dei fatti incomincia con la distorsione semantica degli atti linguistici (le parole). Si potrebbe scrivere un testo su come le parole determinino o per lo meno condizionino la realtà empirica fattuale e culturale come viene vissuta dalle persone.
Perché proprio attraverso la scelta delle parole riconcettualizzate secondo i fini del Potere si possono guidare la percezione e la sensibilità dei fatti da parte delle masse popolari.
Ovviamente in questo post non mi dilungherò sul vocabolario e sulla scrittura in uso attualmente in Occidente e specificamente in Italia. Mi soffermerò solo una parola: "sinistra" intesa come schieramento e ideologia politica.
Trump definisce la sua vittoria come vittoria contro la sinistra rappresentata dai Democratici. Odifreddi usa spesso il termine sinistra per identificare l'opposizione alla destra classica. Nel panorama politico italiano i media, il governo di destra e gli intellettuali di regime e non chiamano sinistra l'opposizione in parlamento del PD e dei suoi affiliati.
Il che comporta uno stravolgimento radicale del concetto di sinistra come essa è stata interpretata e vissuta dalle masse popolari in lotta contro il dominio di classe, contro lo sfruttamento di classe, contro le politiche di impoverimento e di colonizzazione, contro i liberali, contro le destre moderate o estreme che siano.
In modo succinto, voglio intendere che di sinistra, nel parlamento italiano, possiamo individuare, per eccesso, forse, una decina di Onorevoli. E di sinistra nei media non vi possono che essere qualche raro invito ad un talk show e la comunicazione di posizioni politiche riportate per "correttezza", a volte, di informazione (succede).
Intellettuali di prestigio come Orsini, giornalisti di rilievo come Travaglio, sono delle voci critiche del sistema, da incensare per la confutazione delle tante fake news e degli sproloqui di regime oggi dominanti nei media ma non sono propriamente di Sinistra. Possono essere definiti liberali illuminati, come lo era stato, a suo tempo e a rischio della sua vita, Piero Gobetti.
La sinistra in Italia è stata al potere in compartecipazione solo negli anni dopo la guerra e dobbiamo a quella sinistra la scrittura patteggiata della nostra Costituzione, defraudata oramai in parte dalle modifiche operate dalle destre con la piena partecipazione delle false sinistre, chiamate usualmente "sinistra". Purtroppo un tale stravolgimento semantico è dominante oggi anche tra chi combatte il neoliberismo, meglio definibile ordoliberismo così come oggi si manifesta nell'Unione Europea.
Concludo (è un post non un saggio) definendo di sinistra chi è propositore di un ordine socialista che affronti, a giuste tappe storiche, l'abbattimento del capitalismo sotto il quale sono inevitabili l'impoverimento di grandi masse, lo sfruttamento del lavoro dipendente, la marginalizzazione del lavoro indipendente e delle piccole e medie imprese.
Nell'attuale conflitto di classe, disseminato in tutto il pianeta, il più delle volte senza consapevolezza teorica, chi combatte l'arroganza del potere in fabbrica, nei campi, nelle istituzioni, l'infiltrazione mafiosa, i governi antipopolari, chi lavora coerentemente per la pace e per la solidarietà tra i popoli, contro l'Internazionale delle destre, come quella inaugurata da Donald Trump nel 2020, contro i guerrafondai...
Non chiamatemi più, per piacere, il governo D'Alema, protagonista della guerra contro la Jugoslavia e del relativo bombardamento di Belgrado, governo di sinistra. Non chiamatemi più il Presidente Napolitano, protagonista dello sfacelo della Libia, presidente di sinistra...mettiamoci d'accordo sulle parole...
NOTA: La foto riproduce la copertina del testo di Michel Foucault "Questo non è una pipa" (da Google) in cui l'autore di "Le parole e le cose" evidenzia la rottura del principio plurisecolare operata da Renè Magritte, pittore belga, del legame tra il segno e le cose, in tutta la sua opera. La pittura qui ritratta: "Questa non è una pipa".
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