IL CROLLO E LA CRISI DEL PD E DELLA SINISTRA? TUTTO PREVISTO DA DEL NOCE E PASOLINI. ECCO PERCHE’…
Antonio Socci
Sa Defenza
Concordo con Vittorio Feltri: la Sinistra è morta.
Quella che oggi si definisce “Sinistra” abita ai Parioli e bolla come populisti i poveri delle periferie che un tempo furono la base sociale del Pci.
Per capire quando e perché si è prodotta la sostituzione (o il tradimento) bisogna risalire agli anni Settanta e rileggere due intellettuali eretici: Pier Paolo Pasolini e Augusto del Noce.
Nei giorni scorsi Davide Rondoni, su “Avvenire”, riportava queste parole che attribuiva a Pier Paolo Pasolini, dal discorso (letto dopo la sua morte) per il Congresso del Partito Radicale del 1975: “Io profetizzo l’epoca in cui il nuovo potere utilizzerà le vostre parole libertarie per creare un nuovo potere omologato, per creare una nuova inquisizione, per creare un nuovo conformismo e i suoi chierici saranno chierici di sinistra”.
E’ facile constatare che quella “profezia” si è totalmente realizzata oggi: basti ricordare il recente “linciaggio” mediatico del ministro Fontana e quello quotidiano di Salvini.
La frase virgolettata da Rondoni in realtà dev’essere una parafrasi del discorso di Pasolini ai radicali che nel 1975 esprimeva proprio quei concetti. Qual è il suo contesto storico?
Nel 1974 in Italia si era svolto il referendum sul divorzio che aveva visto prevalere la nuova ideologia radicale sulla mentalità cattolica.
Il Pci – che era inizialmente diffidente e ostile verso quella battaglia radicale, che riteneva borghese – alla fine aveva deciso di cavalcarla in chiave anti-Dc e sull’onda della clamorosa vittoria divorzista conseguì, nel 1975, uno strepitoso successo elettorale, puntando ormai a strappare alla Dc il primato politico.
Da quel momento il Pci – che era conservatore sui temi di costume – pur detestando i Radicali si tuffò nelle loro battaglie, come l’aborto.
Così il filosofo cattolico Augusto del Noce preconizzò la trasformazione del Partito comunista italiano in un “partito radicale di massa”.
Per portare a compimento tale trasformazione occorrerà però il crollo del comunismo nell’Est europeo. Il Pci si dissolse subito nel 1989, ma i comunisti italiani no e – per far dimenticare il loro passato – cambiarono nome nascondendosi dietro la foglia di fico della sinistra Dc tecnocratica di Romano Prodi.
Così passarono dall’obbedienza moscovita a quella clintoniana e soprattutto, con l’invenzione dell’Ulivo, abbracciarono la nuova ideologia dell’Euro e di Maastricht, vera identità fondativa del futuro PD.
Del Noce aveva scritto già nel 1978: “Il comunismo di Gramsci è divenuto l’ideologia del consenso comunista all’ordine tecnocratico neocapitalistico”.
In effetti con Maastricht (che implicava la sudditanza a Germania e Francia) gli ex-Pci fecero propria la bandiera del grande capitale: il mercatismo.
Perciò in questi anni è stato il PD a gestire in Italia la demolizione dello “stato sociale” (e dello stato nazionale) nascondendo questa operazione antipopolare, di vero massacro sociale, dietro la nuova bandiera dei “diritti civili”.
Hanno fatto esplodere povertà e disoccupazione, hanno annichilito la sanità, affondato migliaia di partite Iva e i ceti medi, ma rivendicando con orgoglio di aver fatto le “unioni gay”.
Ecco, Pasolini, in quel discorso del 1975, aveva intuito che proprio la bandiera dei “diritti civili” sarebbe stata usata per rottamare i “diritti sociali” (e quindi la stessa base popolare della Sinistra). E avvertiva che l’“ideologia edonistica” è un “contesto di falsa tolleranza e di falso laicismo”.
Ecco la sua profezia laica: “In questa massa di intellettuali (progressisti, ndr), attraverso i vostri successi (radicali, ndr), la vostra passione irregolare per la libertà si è codificata, ha acquistato la certezza del conformismo”, “io vi prospetto il peggiore pericolo… un nuovo regime… Tale potere si accinge di fatto ad assumere gli intellettuali progressisti come propri chierici. Ed essi hanno già dato a tale invisibile potere una invisibile adesione intascando una invisibile tessera”.
Oggi è il potere invisibile delle élite che si oppone al voto popolare.
Antonio Socci
Da “Libero”, 8 luglio 2018
http://sadefenza.blogspot.com/2018/07/il-crollo-e-la-crisi-del-pd-e-della_10.html
Antonio Socci
Sa Defenza
Concordo con Vittorio Feltri: la Sinistra è morta.
Quella che oggi si definisce “Sinistra” abita ai Parioli e bolla come populisti i poveri delle periferie che un tempo furono la base sociale del Pci.
Per capire quando e perché si è prodotta la sostituzione (o il tradimento) bisogna risalire agli anni Settanta e rileggere due intellettuali eretici: Pier Paolo Pasolini e Augusto del Noce.
Nei giorni scorsi Davide Rondoni, su “Avvenire”, riportava queste parole che attribuiva a Pier Paolo Pasolini, dal discorso (letto dopo la sua morte) per il Congresso del Partito Radicale del 1975: “Io profetizzo l’epoca in cui il nuovo potere utilizzerà le vostre parole libertarie per creare un nuovo potere omologato, per creare una nuova inquisizione, per creare un nuovo conformismo e i suoi chierici saranno chierici di sinistra”.
E’ facile constatare che quella “profezia” si è totalmente realizzata oggi: basti ricordare il recente “linciaggio” mediatico del ministro Fontana e quello quotidiano di Salvini.
La frase virgolettata da Rondoni in realtà dev’essere una parafrasi del discorso di Pasolini ai radicali che nel 1975 esprimeva proprio quei concetti. Qual è il suo contesto storico?
Nel 1974 in Italia si era svolto il referendum sul divorzio che aveva visto prevalere la nuova ideologia radicale sulla mentalità cattolica.
Il Pci – che era inizialmente diffidente e ostile verso quella battaglia radicale, che riteneva borghese – alla fine aveva deciso di cavalcarla in chiave anti-Dc e sull’onda della clamorosa vittoria divorzista conseguì, nel 1975, uno strepitoso successo elettorale, puntando ormai a strappare alla Dc il primato politico.
Da quel momento il Pci – che era conservatore sui temi di costume – pur detestando i Radicali si tuffò nelle loro battaglie, come l’aborto.
Così il filosofo cattolico Augusto del Noce preconizzò la trasformazione del Partito comunista italiano in un “partito radicale di massa”.
Per portare a compimento tale trasformazione occorrerà però il crollo del comunismo nell’Est europeo. Il Pci si dissolse subito nel 1989, ma i comunisti italiani no e – per far dimenticare il loro passato – cambiarono nome nascondendosi dietro la foglia di fico della sinistra Dc tecnocratica di Romano Prodi.
Così passarono dall’obbedienza moscovita a quella clintoniana e soprattutto, con l’invenzione dell’Ulivo, abbracciarono la nuova ideologia dell’Euro e di Maastricht, vera identità fondativa del futuro PD.
Del Noce aveva scritto già nel 1978: “Il comunismo di Gramsci è divenuto l’ideologia del consenso comunista all’ordine tecnocratico neocapitalistico”.
In effetti con Maastricht (che implicava la sudditanza a Germania e Francia) gli ex-Pci fecero propria la bandiera del grande capitale: il mercatismo.
Perciò in questi anni è stato il PD a gestire in Italia la demolizione dello “stato sociale” (e dello stato nazionale) nascondendo questa operazione antipopolare, di vero massacro sociale, dietro la nuova bandiera dei “diritti civili”.
Hanno fatto esplodere povertà e disoccupazione, hanno annichilito la sanità, affondato migliaia di partite Iva e i ceti medi, ma rivendicando con orgoglio di aver fatto le “unioni gay”.
Ecco, Pasolini, in quel discorso del 1975, aveva intuito che proprio la bandiera dei “diritti civili” sarebbe stata usata per rottamare i “diritti sociali” (e quindi la stessa base popolare della Sinistra). E avvertiva che l’“ideologia edonistica” è un “contesto di falsa tolleranza e di falso laicismo”.
Ecco la sua profezia laica: “In questa massa di intellettuali (progressisti, ndr), attraverso i vostri successi (radicali, ndr), la vostra passione irregolare per la libertà si è codificata, ha acquistato la certezza del conformismo”, “io vi prospetto il peggiore pericolo… un nuovo regime… Tale potere si accinge di fatto ad assumere gli intellettuali progressisti come propri chierici. Ed essi hanno già dato a tale invisibile potere una invisibile adesione intascando una invisibile tessera”.
Oggi è il potere invisibile delle élite che si oppone al voto popolare.
Antonio Socci
Da “Libero”, 8 luglio 2018
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