mercoledì 7 maggio 2025

Spagna sotto attacco GLADIO? // Prove di False Flag in Europa e nel mondo. Intervista ai "nuovi" hacker russi

  

La disinformazione a livello mondiale, malgrado le prove e le smentite che provengono da ogni dove, continua nella sua opera di modellamento delle coscienze del popolo bue.

Dopo il blackout in Spagna, nonostante la mancanza di prove che si sia trattato di un attacco hacker e, anzi, nonostante le dichiarazioni che escludano in radice detta eventualità, si è scelta la strada della demonizzazione non solo della Russia, ma della Cina e anche dell’India di Modi, definito dalla stampa di regime come un politico di “destra”, “nazionalista” e “autoritario”.

Fonte: https://www.ilpost.it/2025/05/07/dieci-risposte-sulla-crisi-fra-india-e-pakistan/

Tutto lascia presagire che si stia preparando un’altra false flag o un auto-attentato nucleare, vista la martellante e insensata propaganda in corso sugli "hacker russi". Come d’abitudine, infatti, si potrebbe sempre addossare a una "cellula deviata" un eventuale e inaspettato attacco.

La retorica antirussa, poi, nell’imminenza della celebrazione della vittoria sul nazismo, si è ingigantita a dismisura, a maggior ragione tra le tante marionette ignoranti che aspirano ad essere Presidenti, come già analizzato in un nostro precedente articolo (parte 1); marionette che prendono per buona qualunque opzione, ma non quella più semplice e logica, e cioè del sabotaggio interno (parte 2).

Italia e Spagna sono stati gli unici due paesi che più di ogni altro hanno sacrificato il rispettivo benessere per il mantenimento della pace, e grazie ad una classe dirigente della “vecchia scuola” che ha scelto sempre il male minore. Ma, giunti a questo punto, i due piccoli paesi sono caduti sotto il peso dell’infiltrazione degli apparati atlantici, al cui vertice ritroviamo “il partito della guerra”, grande finanziatore di ogni campagna presidenziale, e che ha sede europea a Montecarlo, e base finanziaria e bancaria a Ginevra, presso la Rothschild (parliamo dello stesso partito che ha finanziato l’attuale conflitto tra Pakistan ed India).

Ultimo, ma non meno importante, la Spagna ha subito un sabotaggio alle reti ferroviarie che collegano la Capitale alla città di Siviglia, apparentemente orchestrato ad arte, dato che – almeno ufficialmente – è avvenuto in un’area priva di telecamere di sicurezza (perché non c’erano telecamere? E come hanno fatto i ladri a saperlo, visto che molte sono – o dovrebbero essere - nascoste?). 

Fonti: https://www.linkedin.com/pulse/el-top-de-los-pa%C3%Adses-con-mayor-producci%C3%B3n-cobre-en-s%C3%A1nchez-alayo-bdnee ; https://www.ecoticias.com/hoyeco/hallazgo-china-mina-de-cobre/20460/ ; https://www.20minutos.es/tecnologia/actualidad/robo-cables-cobre-tren-toledo-para-que-sirven-seguridad-ave-5706351/ ; https://www.infobae.com/espana/2025/05/06/el-robo-de-cobre-un-delito-en-constante-crecimiento-en-2024-se-registraron-4433-casos-un-87-mas-que-cinco-anos-antes/

  *** La disinformazione lascia - e lancia - sempre messaggi tanto stupidi quanto capziosi, tentando di spostare l'attenzione su un nemico immaginario. I furti di rame sono per lo più opera di "gitanos" (gli zingari spagnoli), anche se questa azione non lascia presagire nulla di buono, considerando la manipolazione dell'informazione dei media atlantici. Perché cambiare il punto d'attenzione e spostarlo sulla Cina? Il Dragone ha davvero bisogno del rame europeo? Assolutamente no, poiché la Cina è tra i primi produttori di rame del pianeta e con ottime relazioni commerciali con l'Africa. I media che diffondono queste stupidaggini - ricordiamolo - sono tutti filoatlantici e riportano, a mo' di "velina" diffusa dai Servizi, notizie false. Vuoi vedere che i veri autori del sabotaggio sono proprio quelli che vogliono 'attaccare' la Cina? D'altronde, le Stay Behind come GLADIO agiscono seguendo questi protocolli ***

Fonti: https://www.ecoticias.com/hoyeco/hallazgo-china-mina-de-cobre/20460/ ; https://www.mdzol.com/dinero/2025/1/22/el-gigante-yacimiento-chino-que-podria-destronar-chile-como-el-principal-exportador-de-cobre-1182788-amp.html ; https://as.com/actualidad/sociedad/descubren-20-millones-de-toneladas-de-cobre-en-el-lugar-mas-inesperado-supone-una-autentica-revolucion-n/

Ed è, come sempre, per impedire alle persone dotate di un minimo di pensiero critico di cadere nella trappola della manipolazione che abbiamo intervistato i gruppi più “giovani” - apparsi di recente sulla scena - di hacker russi, attivi nel mondo dell’hacking, e gli abbiamo posto delle domande. I gruppi in questione sono InfiNet e Inteid.

Attualmente, vi sono molti gruppi di hacker russi. Alcuni famosi, altri meno. Quando è nata l’idea di costituire un nuovo gruppo hacker e per quale motivo? Cosa vi ha spinto a dedicarvi a questa iniziativa?

Inteid: «Preferisco non definire il nostro gruppo come hacker - ci limitiamo a condurre attacchi DDoS - e non specificare eventuali affiliazioni nazionali. Mantengo deliberatamente discrezione riguardo alla mia cittadinanza, che possa essere russa, ucraina, americana o meno, per evitare complicazioni future. Inizialmente, io e il mio collega stavamo semplicemente studiando metodi di stress-testing delle reti quando abbiamo individuato un software particolarmente efficace per l'analisi delle vulnerabilità nei sistemi web. Questa scoperta ci ha portato allo sviluppo del progetto Inteid».

InfiNet: «Non siamo esattamente hacker, cerchiamo di insegnare alle persone l'hacking etico e l'OSINT, oltre a mostrare i nostri materiali con esempi pratici. Ciò che ci ha spinto a creare questo canale è l'errata percezione che le persone hanno dell'IT: per molti è un muro invalicabile, il nostro obiettivo è abbatterlo».

Il sito Sa Defenza ha osservato un insolito sovraccarico di server VPN e della rete Tor. Negli ultimi mesi, sono comparsi nuovi server VPN apparentemente veloci, con sede in Francia – lo stesso paese che, su ordine di Macron, ha arrestato Pavel Durov (fondatore di Telegram). Dato il contesto, è ragionevole evitare di connettersi a server VPN europei, specialmente in paesi notoriamente sorvegliati dai rispettivi servizi segreti come la Francia?

Inteid: «Onestamente, non so bene come rispondere a questa domanda. Ho letto notizie secondo cui i servizi segreti americani monitorerebbero quasi ogni cittadino negli U.S.A. Credo che anche altri paesi tentino di fare lo stesso, controllando le attività digitali delle persone. Se siete preoccupati per la sorveglianza, il mio consiglio è utilizzare: Proxy affidabili (circa 3$/mese); Server dedicati (fino a 20$/mese). Sono le soluzioni più efficaci per chi vuole proteggere la propria privacy online».

InfiNet: «Praticamente tutte le VPN non sono sicure. Se vuoi anonimato, devi usare server in Svizzera e Irlanda. Assicurati che la VPN abbia una politica “No Log” e leggi sempre i termini di servizio. Ancora meglio sarebbe avere il proprio server VPN acquistato con criptovaluta».

Tenendo in conto lo scandalo “Equalize” e i “problemi” legati all’uso della moneta digitale, quanto è facile per un governo corrotto, come quello italiano, infiltrarsi nei dispositivi dei cittadini, data la stretta connessione tra apparati governativi e atlantici? Inoltre, come potrebbero i cittadini difendersi da questo “totalitarismo digitale”?

Inteid: «A dire il vero, sto pensando di lasciare il Paese. Dalla sorveglianza del governo è praticamente impossibile scappare. Io non mi impiccio di politica. I miei 'stress-test' li riservo solo a chi attacca la Russia».

InfiNet: «È molto semplice se parliamo di monitorare il traffico internet: basta analizzare i log degli operatori mobili e degli ISP. Ma se intendi il controllo totale di dispositivi e account dei cittadini, è più complicato, e onestamente non so come si possa fare senza lasciare tracce evidenti. Tuttavia, rimanere anonimi online è ancora possibile: bisogna capire che internet non è un posto amichevole e che bisogna adottare sempre le massime precauzioni in materia di sicurezza digitale e anonimato».

Come possono i cittadini europei sostenere il multipolarismo e la Russia a livello digitale senza cadere in trappole o essere ingannati? Il problema è aggravato dal fatto che molti gruppi hacker russi appaiono e scompaiono rapidamente, rendendo difficile distinguere chi è affidabile.

Inteid: «In Russia esistono molti forum poco conosciuti ma molto attivi, dove si riunisce gran parte della comunità informatica russa. In alternativa, basta cercare su "X" termini come 'hacker filorussi' per trovare contatti rilevanti».

InfiNet: «La questione è semplice: non bisogna fidarsi del primo arrivato. È meglio organizzare un proprio gruppo che affidarsi a realtà poco conosciute e inaffidabili. Credo che questa non sia altro che una prova iniziatica, il vostro battesimo nel mondo dell'hacking… Non ci avete mai riflettuto? Se il progetto dovesse crescere, sarà il momento di occuparsene, altrimenti che utilità avrebbe se nessuno verrà mai a sapere della sua esistenza?».

Il mondo dell’hacking russo e l’autorità governativa non hanno mai avuto un ottimo rapporto. Con l’inizio della guerra in Ucraina, sia da una parte che dall’altra, le cose sono cambiate. Negli ultimi anni, molti hanno rivalutato il concetto di “controllo”: quello che un tempo veniva percepito come 'censura' oggi viene interpretato come una forma necessaria di protezione contro la deriva culturale e ideologica dell'occidente. Alla luce di questa nuova consapevolezza, quali verità vi appaiono ora evidenti e che prima non coglievate?

Inteid: «Opero senza una precisa agenda politica. Lancio attacchi non per la Russia, ma perché sono stanco della vita ordinaria. Nella scena hacker russa, il governo non tocca quelli che attaccano i paesi nemici. Il governo semplicemente li lascia operare».

InfiNet: «Dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, tutto è cambiato radicalmente. Chi credevamo fossero autorità affidabili è crollato in credibilità ai nostri occhi, mentre altri, al contrario, si sono rivelati inaspettatamente degni di rispetto. Insomma, ognuno ha mostrato la sua vera natura. Per chi, come noi, vive nel mondo dell’informatica come “black hat” o “grey hat”, è ormai chiaro: non siamo ben visti, e quelli che un tempo consideravamo alleati cercheranno probabilmente di eliminarci alla prima occasione. Molti lo avevano già intuito, ma ora, per chi ha occhi per vedere, la realtà è apparsa in tutta la sua chiarezza».

Per quanto riguarda il blackout in Spagna, oramai è chiaro che alla Russia non importava assolutamente nulla di hackerare i sistemi energetici spagnoli. E poi, c’è da chiarire alcuni aspetti fondamentali. In Spagna, le principali aziende coinvolte nella costruzione e gestione di centrali nucleari sono Endesa (controllata dall’italiana Enel), Iberdrola e Naturgy, spesso in collaborazione con gruppi internazionali come Westinghouse (USA), Framatome (Francia) e GE Vernova. Le centrali utilizzano principalmente reattori PWR (Westinghouse) e BWR (GE), con sistemi di controllo basati su tecnologia francese e tedesca (Siemens). L’ente pubblico ENRESA gestisce lo smantellamento e i rifiuti radioattivi, seguendo modelli simili a quelli francesi. A questo aggiungiamo che i sistemi di controllo e i programmi utilizzati nelle centrali nucleari spagnole sono progettati principalmente per funzionare offline per motivi di sicurezza e affidabilità. Stando così le cose, non sarebbe meglio abbandonare queste tecnologie visto che la NATO non ha mai curato i nostri interessi nazionali, ed ha lavorato sempre per la destabilizzazione dell’Europa?

Inteid: «Se di recente sono riusciti a creare un processore quantistico o un computer grande quanto una tavoletta di cioccolata, allora penso che potrebbero benissimo sviluppare un sistema di sicurezza inattaccabile. Semplicemente, al governo scarseggiano i fondi per questa protezione e quindi installano schifezze complete. Se avessero veramente paura per i loro dati, investirebbero abbastanza risorse per evitare che certe cose accadano di nuovo».

InfiNet: «Molto probabilmente si trattava di una vulnerabilità zero-day, ovvero un exploit di cui lo sviluppatore non era a conoscenza. Sì, è meglio sbarazzarsi dei vecchi sistemi di archiviazione dati e sostituirli con nuovi, tuttavia non sarà proprio economico, anche se non credo che questo costituirà un problema. Non esattamente, ma in generale sì, avete ragione».

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