Chiedere a un sardo di rinunciare a difendere le sue radici è come vederlo calpestare i quattro mori o disprezzare la birra jchnusa o rinunciare al mirto o alle seadas, oppure non aver mai sposato su proceddu con il cannonau, impossibile.
Ricordo ancora le centinaia di brutali segnalazioni da parte dei componenti di un gruppo sardo-sionista che non hanno portato a niente nonostante fossero spalleggiati dai padroni dei social.
Come si suol dire "si funti segausu casu".
Fatta salva la verità che la stragrande maggioranza dei sardi è legata a doppio filo con popolazioni semite, a causa della passata, positiva globalizzazione mediterranea di seimila anni fa, c'è da dire che tutti hanno sangue sardo.
Chi nelle vene e chi nelle mani.