sabato 2 giugno 2018

AMBASCIATORE RUSSO ALLE NAZIONI UNITE: RAGGIUNTO ACCORDO, L'IRAN RITIRERÀ LE FORZE DALLA SIRIA MERIDIONALE

AMBASCIATORE RUSSO ALLE NAZIONI UNITE: RAGGIUNTO ACCORDO, L'IRAN RITIRERÀ LE FORZE DALLA SIRIA MERIDIONALE

South Front
SA DEFENZA 







1 ° giugno, Ambasciatore Russo presso l'ONU, Vasily Nebenzya ha confermato che un accordo, in base al quale le forze iraniane e gli Hezbollah libanesi si ritireranno dalla Siria meridionale, è stato raggiunto. Tuttavia, Nebenzya ha rifiutato di rivelare se l'accordo è stato implementato ora.
"Come ho capito, è stato raggiunto un accordo. Non posso dire ora se verrà implementato ... anche se l'accordo non verrà implementato ora, lo sarà nel prossimo futuro ", ha detto a Sputnik, citando Nebenzia durante una conferenza stampa.
Durante l'ultima settimana, diversi rapporti hanno detto che la Russia, la Giordania e gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo iniziale sulla Siria meridionale. Secondo quanto riferito, l'accordo costringerà l'Esercito Siriano Libero (FSA) a cedere le sue posizioni nel sud della Siria all'Esercito arabo siriano (SAA) in cambio di un ritiro iraniano dall'area.

In precedenza, una fonte anonima familiare alla situazione rivelò a Sputnik che i vice ministri degli esteri di Russia, Giordania e Stati Uniti si incontreranno nella capitale giordana di Amman la prossima settimana per discutere della "zona di disarmo della Siria meridionale".

Inoltre, il ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman ha discusso il presunto accordo con il suo omologo russo Sergei Shoigu durante la sua visita a Mosca il 31 maggio .

Gli osservatori locali credono che l'accordo modellerà il futuro della Siria meridionale e permetterà a tutte le parti di concentrarsi sul processo politico nel paese devastato dalla guerra.


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venerdì 1 giugno 2018

La vera sfida del nuovo governo: portare la Germania al tavolo delle trattative


La vera sfida del nuovo governo: portare la Germania al tavolo delle trattative

MarcelloMinenna (Consob)
MBlondetpage
Sa Defenza 

Quanto sta succedendo in Italia rappresenta la pietra nello stagno delle intenzioni tedesche e francesi, lo stimolo alla riflessione per un apparato Europeo che finora si è mostrato pressoché indifferente rispetto alle implicazioni economiche e sociali di una disciplina fiscale troppo rigida.

Il primo esame sarà, come a scuola, a giugno in occasione delle riunioni dell’Eurogruppo e del Consiglio Europeo sulla revisione dell’Unione Monetaria.

Ma purtroppo è difficile concentrarsi su questo, dati gli sviluppi al cardiopalma dello scenario politico italiano; sviluppi che sono fondamentalmente derivati dall’impostazione espansiva del programma di politica economica di Lega e 5 Stelle.


Le preoccupazioni internazionali

Libro dei sogni o meno, gli stakeholders internazionali hanno espresso preoccupazione che sinora neppure il colpo di scena dell’incarico a Cottarelli sembrerebbe riuscito a far rientrare vista l’incertezza sulla data delle prossime elezioni e sul conseguente quadro politico-istituzionale.

In Europa si delinea dunque un nuovo scenario che potrebbe ri-aprire il dibattito su alcune regole dell’Eurozona sinora ritenute granitiche e sulle proposte di riforma della nostra area valutaria elaborate negli ultimi mesi dalla Germania e che ovviamente si riflettono sulle valutazioni dei mercati finanziari.

I mercati fanno infatti la loro parte e devono includere nelle stime anche scenari estremi come l’uscita dell’Italia dall’Eurozona con tutti gli annessi e connessi. Ed ecco che – Quantitative Easing permettendo – il differenziale di rendimento rispetto al Bund è andato oltre il 3% (300 punti base).

A conferma di questa analisi vi sono i due principali indicatori di mercato del rischio di ridenominazione, cioè il rischio che l’Italia torni alla lira e possa beneficiare della decurtazione del debito riveniente dall’indebolimento della nuova valuta nazionale rispetto all’euro-marco: l’ISDA basis e lo spread tra i titoli governati dalla legge domestica e quelli governati dalla legge estera e/o con CAC.

L’ISDA basis è la differenza tra il prezzo del credit-default-swap (CDS) riferito a un emittente sovrano secondo il nuovo standard (ISDA 2014) e il prezzo del medesimo contratto secondo il vecchio standard (ISDA 2003). In condizioni normali questa differenza è modesta, ma quando il rischio di ridenominazione aumenta, l’ISDA basis si impennaperché solo il nuovo standard include la conversione in una nuova valuta tra gli eventi di credito che fanno scattare la copertura del CDS. Nell’ultimo mese, l’ISDA basis dell’Italia è più che quadruplicata passando da 27,5 a 113 punti base.

Anche lo spread tra titoli assoggettati alla legge domestica e quelli soggetti alla legge estera o dotati di CAC (le clausole di azione collettiva introdotte dal gennaio 2013) sta sperimentando una dinamica analoga. Come ho spiegato in un report elaborato con ricercatori di Mediobanca, i titoli di Local Law sono assoggettabili alla Lex Monetae (e, quindi, alla ridenominazione) senza problemi, mentre la Lex Monetae non è applicabile ai titoli di diritto estero e problematica per quelli inclusivi di CAC perché queste clausole limitano la sovranità dello Stato emittente sulla porzione del proprio debito che le incorpora.


Voci dalla Germania

In Germania gli ordo-liberali lavorano a pieno ritmo da tempo sulla revisione dell’Eurozona. All’inizio l’Italia era il convitato di pietra delle loro proposte; ora il velo è levato.

Clemens Fuest – presidente dell’Istituto di ricerca economica IFO, che già a marzo (dopo le elezioni in Italia) aveva sostenuto l’opportunità di una clausola di uscita dall’euro – ha tuonato di nuovo: secondo lui la BCE dovrebbe tagliare il credito alla Banca d’Italia nell’ambito del sistema di pagamento interbancario dell’Europa (Target2), interrompere gli acquisti dei nostri titoli di Stato e smettere di accettarli come collaterale dalle banche. In poche parole: somministrare all’Italia la stessa cura usata con la Grecia.
Leggi anche: “La Germania propone una via d’uscita dall’euro. Per proteggere se stessa

Altrettanto drastici i 154 economisti tedeschi che pochi giorni fa hanno firmato un manifesto che predica il principio di responsabilità dei singoli governi nazionali. I destinatari ufficiali del manifesto sono il presidente francese e il presidente della Commissione Europea che promuovono seppur moderate forme di “unione di responsabilità” nell’architettura dell’Eurozona. La Germania ha già dato troppo – sostengono i 154 economisti – come dimostrano, a loro avviso, gli oltre 900 miliardi di crediti Target2 della Bundesbank. Il pensiero corre inevitabilmente all’Italia che invece, su Target2, ha un saldo negativo di oltre 440 miliardi di euro.

Siamo sicuri che la turbolenza dei mercati non sia anche da ricondurre a queste rigide posizioni che allontanano sempre più il progetto di un’Eurozona federale?


Le contraddizioni dell’austerity

Eppure qualcosa che non va nell’approccio austerity-based c’è. La recente esperienza della Grecia è emblematica: 3 “salvataggi” in appena 5 anni (dal 2010 al 2015) e ancora il Paese è lungi dal riprendersi. Ma anche senza guardare così lontano, pure da noi lo scenario è tutt’altro che roseo. Negli ultimi anni – come ho illustrato in dettaglio sul Financial Times Alphaville – l’Italia ha vissuto un grosso crollo degli investimenti: tra il 2009 e il 2017 quelli pubblici sono scesi del 35%. E l’ultimo dato ISTAT relativo al mese di aprile, conferma il trend negativo che non fa affatto bene alla crescita. Una crescita che già comincia a languire: le ultime stime dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio hanno rivisto l’aumento del PIL per il 2018 al ribasso dello 0,1% (dall’1,5% all’1,4%). Né siamo messi meglio sul fronte della disoccupazione: ancora intorno all’11% con picchi di oltre il 30% tra i giovani che superano il 50% in alcune regioni meridionali.

Con questi dati sembra incredibile (ma è vero) che per l’Europa il nostro PIL effettivo sia sostanzialmente allineato con quello potenziale, cioè quello che si avrebbe nell’ipotesi di pieno utilizzo dei fattori produttivi. Per quanto assurda la spiegazione di questo paradosso è che, essendo l’Italia ormai profondamente de-industrializzata per la penuria di investimenti, l’Euro-burocrazia reputa il nostro livello di disoccupazione compatibile con la bassa dotazione infrastrutturale del paese.


Stimolare gli investimenti valorizzando il risparmio nazionale

In questo contesto è comprensibile la volontà di Lega e 5 Stelle di stimolare gli investimenti: una scommessa sul futuro, sulla nostra capacità di tornare a ricoprire un ruolo da protagonisti sul campo da gioco Europeo e mondiale. Ho sempre creduto che, anche nell’ottica di limitare l’affidamento riposto sui finanziamenti pubblici, potrebbe essere utile coinvolgere il settore privato. Gli italiani hanno un’elevata propensione al risparmio che potrebbe essere proficuamente impiegata per ricostruire la dotazione infrastrutturale del paese, eventualmente prevedendo il ricorso ad opportune soluzioni di ingegneria finanziaria. Di recente ho elaborato una proposta che prevede la creazione di un fondo sovrano per gli investimenti che gode di garanzie statali e offre agli investitori retail e istituzionali rischi e rendimenti differenziati sotto forma di sconti fiscali e di extra-rendimenti legati alla performance del progetto finanziato.

Un simile fondo potrebbe operare in sinergia con la Cassa Depositi e Prestiti che anche in ragione del suo ruolo di “Istituto nazionale di promozione” (relativamente al Piano Juncker) potrebbe accentrare l’utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei oggi dispersi nei rivoli della burocrazia regionale e statale.

E poi meritiamo il supporto dei partner Europei: le disposizioni pro-cicliche del Fiscal Compact che impediscono ai governi di finanziare investimenti ad alta rimuneratività dovrebbero essere riviste in senso anti-ciclico e, al contempo – come ho suggerito in più occasioni – servono misure di sostegno diretto alle economie più fragili da parte delle istituzioni Europee come il Fondo Salva-Stati (ESM).

Queste soluzioni potrebbero agilmente mobilitare più di 100 miliardi di euro e spingere sull’acceleratore del nostro PIL consentendo tra l’altro di mettere sotto controllo l’evoluzione del debito pubblico.


L’enigma del debito pubblico senza sovranità monetaria

Altro tema centrale nell’interazione con l’Europa è l’approccio al debito pubblico. All’apice della crisi abbiamo toccato con mano quanto le fragilità architetturali dell’Eurozona possano favorire dinamiche divergenti tra i paesi membri: lo spread indicava un diverso costo del denaro per ognuno di essi, un’autentica “valuta-ombra” nell’economia finanziaria. La recrudescenza di questi giorni prova che il problema rimane irrisolto. Sul piano tecnico – come hanno osservato anche autorevoli economisti stranieri tra cui Paul De Grauwe e Peter Bofinger (membro del Consiglio dei consulenti economici del Governo tedesco) – stanti i limiti operativi di una BCE che ha esclusivamente un obiettivo in termini di inflazione, gli Stati dell’Eurozona si indebitano de facto in valuta estera, il che li rende estremamente vulnerabili in caso di difficoltà.

Nell’intento di contribuire al dibattito su questo argomento – finora appannaggio pressoché esclusivo dei tedeschi con l’edulcorata partecipazione della Francia – ho elaborato una proposta per realizzare una graduale mutualizzazione dei rischi-sovrani dei paesi membri (da non confondere con la mutualizzazione dei debiti) attraverso una garanzia sovranazionale del Fondo Salva-Stati. Al fine di evitare le consuete critiche della Germania e dei suoi vicini, gli Stati più indebitati (a partire dall’Italia) dovrebbero pagare all’ESM dei premi periodici pari al prezzo di mercato della garanzia ricevuta.

Grazie alla condivisione dei rischi (risk-sharing) tra i paesi membri, una simile misura ripristinerebbe l’unicità della struttura a termine dei tassi di interesse nell’Eurozona, archiviando definitivamente il dossier spread e permettendo di passare a un debito pubblico federale della nostra area valutaria. Qualcosa di molto diverso dalla proposta ESBies – su cui il 25 maggio scorso è uscita la proposta di regolamento elaborata dalla Commissione Europea – che prevede una cartolarizzazione parziale dei titoli pubblici degli Stati membri senza alcuna condivisione dei rischi. I titoli di Stato verrebbero dunque impacchettati per emettere nuovi titoli: alcuni sicuri o “safe” come dicono gli autori della proposta, altri molto meno. Ma, come ho spiegato tempo fa sulle pagine del Wall Street Journal, gli ESBies non risolverebbero i problemi; piuttosto finirebbero per aumentare la segmentazione del mercato delle obbligazioni di emittenti pubblici all’interno della nostra area valutaria, per via della ripartizione in almeno due tranches (titoli senior e titoli junior) con profili di rischio-rendimento eterogenei. Non sarebbe altro che la formalizzazione dell’euro a 2 velocità.

Come ha notato Daniel Stelter fondatore del think tank Tedesco Beyond the Obvious sarà difficile ignorare le richieste dell’Italia, terza economia nonché paese fondatore dell’Eurozona. Speriamo che abbia ragione e che avanzando le proposte giuste si superino le rigidità tedesche. Investire su un futuro dell’euro a rischi condivisi è infatti una responsabilità di tutti i partner dell’Eurozona tenuto conto che come diceva Flaiano “il meglio è passato”: il petrolio non è più a 30 dollari al barile e prima o poi il ciclo economico ci volterà le spalle se non ha già cominciato.





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Assad: la Siria si sbarazzerà delle truppe americane, con la forza se necessario

Assad: la Siria si sbarazzerà delle truppe americane, con la forza se necessario

Jason Ditz
ANTIWAR.COM

SA DEFENZA 

In un'intervista a RT, il presidente siriano Bashar Assad ha affermato che è vitale per la Siria espellere le truppe americane dal suo territorio. Ha detto che la prima opzione sarebbe quella di far accettare agli Stati Uniti di andarsene, ma, se necessario, dice che la Siria  " possiamo ricorre alla liberazione di quelle zone con la forza".


"Non abbiamo altre opzioni", ha insistito Assad. Ha osservato che le truppe statunitensi si trovano nel paese senza alcuna base legale e ha sottolineato le conseguenze degli Stati Uniti che hanno fatto allo stesso modo in Iraq senza alcuna base legale.

"Devono imparare la lezione. L'Iraq non fa eccezione e la Siria non fa eccezione. La gente non accetterà più gli stranieri in questa regione ", ha aggiunto Assad . La Siria non ha mai autorizzato una presenza militare statunitense nel loro paese, ma il Pentagono ha dichiarato che intende mantenere le truppe sul posto nel lungo periodo.

Allo stato attuale, tutte le truppe statunitensi in Siria sono all'interno del territorio detenuto dal YPG curdo. I kurdi definiscono questa regione semi-autonoma, sebbene non abbiano mai finito di negoziare i dettagli di tale autonomia con il governo centrale. Il governo siriano e le YPG hanno avuto un rapporto teso, anche se solo raramente hanno combattuto direttamente.


È improbabile che l'esercito siriano, esaurito da anni di guerra, sia in grado di espellere anche il piccolo numero di truppe statunitensi nel paese per una questione pratica. Tuttavia, Assad ha reso questa una priorità a lungo termine per il suo governo, e questo complica enormemente i piani del Pentagono di rimanere.

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giovedì 31 maggio 2018

IL GOVERNO MIGLIORE POSSIBILE. Grazie a Di Maio, e a Salvini.

IL GOVERNO MIGLIORE POSSIBILE. Grazie a Di Maio, e a Salvini.

Maurizio Blondet 
Sa Defenza 


Prima di tutto: tanto di cappello a Di Maio. Ha colto il momento in cui Mattarella, sotto accusa da giuristi ed osservatori internazionali, dal Wall Street Journal al Washington Post, ha cominciato a farsela sotto seriamente, ed ha teso la mano allo sconfitto e spaventato. DiMaio è riuscito anche a convincere Salvini – ovviamente tentato dalle elezioni, dove avrebbe trionfato – a riprendere il Contratto e il progetto. Atteggiamento nobile di Salvini. Abbiamo il governo migliore possibile, data la situazione. Se il professor Savona, col suo caratteraccio, ha accettato il ministero degli Affari UE, vuol dire che non si sente diminuito, e da quella posizione può sparare altrettanto bene. Quanto al ministro dell’economia, Giovanni Tria, che dire? Era difficile pescare un personaggio di caratura paragonabile a Savona, e di idee altrettanto chiare. Ci sono riusciti. Ecco uno dei suoi articoli che circola sul web:


Vi spiego la competizione truccata in Europa che favorisce la Germania


30/12/2016

http://formiche.net/2016/12/competizione-truccata-europa-germania/#pq=3FjnfN

(i passi salienti, che copio e incollo dal tweet di “OraBasta”)




“Abbandonare i tabù e prepararsi a soluzioni alternative”:


La Germania trucca la competizione:


Il professor Tria non dice che l’Italia deve uscire dall’euro: dice che è la Germania che deve uscire dall’euro, in perfetto accordo con Savona e Giorgio La Malfa, “eminenti economisti” con cui “concorda in pieno”. .


Salvini all’Interno, e Di Maio al Lavoro, e nello stesso tempo vicepresidenti del Consiglio a fianco del Ministro Conte, è per me un s egno incredibile di serietà e onestà politica (anche se Riotta, Giannino, Severgnini e la Gruber diranno che sono lì per controllare Conte, il loro fantoccio…) vuol dire che si espongono, mettono la faccia sul progetto. Nell’insieme, mi sembra il governo più affollato di competenti veri (nessuna Fedeli, nessuna Lorenzin, nessuno Scalfarotto…) che abbiamo mai avuto.

Agli Esteri, Moavero Milanesi: già ministro di Mario Monti, servo-atlantista e NATO. Ma bisognava pur acquetare “gli americani”, che a quanto pare non hanno fatto mancare una mano (coi dazi che colpiscono BErlino, e non solo).

Persino Zingales, l’economista liberista, proclama ormai che occorre scegliere la democrazia, non i mercati :
It’s Time to Choose Democracy Over Financial Markets
The Italian president’s decision to reject an elected government makes neither economic nor political sense.
BY LUIGI ZINGALES

| MAY 31, 2018, 11:12 AM

It’s Time to Choose Democracy Over Financial Markets


Di fronte a questa compagine che si appresta a una difesa dell’Italia nella UE, in una crisi in cui necessiterebbe che tutti, anche le opposizioni, cominciassero ad adottare il motto “Right or Wrong, My Country”, ecco che cosa sente il bisogno di sputare Graziano Delrio, capogruppo del PD, ex ministro:




‏Account verificato @graziano_delrio
SEGUISEGUI @GRAZIANO_DELRIO
Altro
Dopo 90 giorni e più di 200 mld di danni ai risparmiatori, alle famiglie ed alle imprese Salvini continua a fare il bullo sulla pelle degli italiani. Traditi i loro elettori,i partiti della minoranza pericolosa Lega5-Stelle tengono ancora in ostaggio il paese #perfavorebasta
11:14 – 30 mag 2018

Insomma hanno scelto i mercati invece della democrazia, i piddini. No, siete voi che avete tenuto in ostaggio il paese. per troppi anni. Ormai lanciate fake news (200 miliardi di danni!) dal cesso della storia. Quanto a Berlusconi e alle sue escort, ammutoliti, non possono nemmeno capire quel che è successo. Se infine decideranno di votare contro un simile governo, firmeranno il proprio status di incapaci circonvenuti.





http://sadefenza.blogspot.com/2018/05/il-governo-migliore-possibile-grazie-di.html

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RON PAUL: "L'INCREDIBILE CONTRAZIONE DELL'INFLUENZA AMERICANA"

RON PAUL: "L'INCREDIBILE CONTRAZIONE DELL'INFLUENZA AMERICANA"


Ron Paul  
ronpaulinstitute
Sa Defenza 

Appena due settimane dopo che il Presidente Trump ha ritirato gli Stati Uniti dall'accordo nucleare iraniano, il suo Segretario di Stato, Mike Pompeo, ha rivolto all'Iran 12 richieste che non potrebbero mai essere soddisfatte. Pompeo sapeva che le sue richieste sarebbero state impossibili da soddisfare. Sono stati progettati in questo modo. Proprio come l'ultimatum dell'Austria-Ungheria alla Serbia nel luglio 1914, che portò all'inizio della prima guerra mondiale. E proprio come le richieste impossibili fatte da Milosevic nel 1999 e a Saddam Hussein nel 1991 e nel 2003, e tante altre volte in cui Washington voleva la guerra. Queste richieste impossibili sono strumenti di guerra piuttosto che passi verso la pace.




US Navy / MCS 2nd Class Sean M. Castellano / Reuters

Il segretario Pompeo è furioso con  l'Iran. I media di notizie mainstream sono furiosi con l'Iran. Trump anche lui lancia anatemi contro l'Iran. Ma poi è successa una cosa strana: il nulla.
Gli iraniani hanno annunciato che rimarranno impegnati nella diplomazia e continueranno a sostenere il loro fine con l'accordo nucleare se gli europei e gli altri partner fossero disposti a fare lo stesso. Funzionari iraniani ed europei hanno quindi cercato contatti in difesa dell'accordo a Washington nella speranza di preservare le relazioni commerciali emergenti reciprocamente vantaggiose.

Washington ha risposto allo sgarbo europeo minacciando le sanzioni secondarie per le società europee che hanno continuato a fare affari con l'Iran che è stato ripetutamente provato essere in conformità con il patto. Qualsiasi relazione europea indipendente con l'Iran verrebbe punita, ha minacciato Washington . Ma poi, in realtà, non è successo granchè.

Piuttosto che saltare sul carro di Washington, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha fatto due viaggi in Russia a maggio, cercando di legarsi più strettamente con una via per l'accordo con l'Iran.

Russia e Cina sono stati nominati i nostri principali nemici nell'ultima strategia di sicurezza nazionale per gli Stati Uniti, ma entrambi i paesi trarranno beneficio dal ritiro unilaterale degli Stati Uniti dall'accordo con l'Iran. Quando la compagnia petrolifera francese Total è stata spaventata dalle minacce di Washington si è ritirata dall'Iran, un'impresa cinese ne ha preso il posto.

Sembra che il mondo si sia stancato delle minacce neocon di Washington. Ironia della sorte, i cinesi "comunisti" sembrano capire meglio degli Stati Uniti che nel capitalismo non si minacciano i propri clienti. Mentre gli Stati Uniti stanno minacciando e sanzionando e proibendo le relazioni economiche, i suoi avversari all'estero sono impegnati a cogliere i benefici del vero isolazionismo americano.

Se la riunione annullata dal presidente Trump con Kim Jong-Un della Corea del Nord rimane cancellata, la Corea del Nord e del Sud hanno dimostrato che continueranno con i loro sforzi di pacificazione. Come se Washington non fosse più rilevante.

Ho parlato spesso delle conseguenze non intenzionali della nostra aggressiva politica estera. Ad esempio, l'invasione dell'Iraq da parte del presidente Bush ha aiutato solo l'Iran - il nostro "nemico" - a diventare più dominante in Medio Oriente. Ma sembra che nuove conseguenze stiano emergendo, e per i neocon devono essere molto mancanti di intenzione: per tutta la loro bellicosità, minacce, richieste, sanzioni e persino bombe, il resto del mondo sta sempre più semplicemente ignorando le richieste di Washington e andando avanti con la proprie attività.

Mentre sono leggermente sorpreso da questo sviluppo, come libertario e non interventista accolgo con favore la crescente irrilevanza degli interventisti di Washington. Abbiamo una filosofia molto migliore e dobbiamo lavorare sodo per promuoverla in modo che possa essere finalmente provato dopo che il fallimento neocon è divenuto palese per tutti. Questa è la nostra grande opportunità!

http://sadefenza.blogspot.com/2018/05/ron-paul-lincredibile-influenza.html


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mercoledì 30 maggio 2018

SCANDALO SPIONISTICO IN FRANCIA: GLI UFFICIALI DI INTELLIGENCE SONO ACCUSATI DI TRADIMENTO

SCANDALO SPIONISTICO IN FRANCIA: GLI UFFICIALI DI INTELLIGENCE SONO ACCUSATI DI TRADIMENTO

South Front.org
Sa Defenza

Il 24 maggio, il quotidiano francese Le Monde ha riferito che 4 cittadini sono stati arrestati con l'accusa di spionaggio nel dicembre 2017.

Il 22 dicembre, 3 dei sospetti sono stati ufficialmente incriminati per tradimento trasmettendo reperti di intelligence a rappresentanti di un altro paese, secondo Le Monde.

Citando le autorità giudiziarie, il programma  French  Quotidien ha riferito che 2 dei sospettati sono ex dipendenti dell'intelligence estera francese (Direction Générale de la  Sécurité Extérieure). 
La terza persona accusata è una moglie di una persona detenuta.







🔴 INFO
En décembre dernier, 4 agents des services secrets français (DGSE) ont été interpelés et mis en examen. La raison : il s’agirait d’agents doubles recrutés par les autorités chinoises.

Les explications d’@azzahmedchaouch. 👇


L'agente di giustizia incaricato ha dichiarato che 2 agenti dell'intelligence sono stati accusati di condividere informazioni che "minano gli interessi fondamentali dello stato" e "informazioni sulla scoperta di un segreto militare". La fonte di Quotidien ha sottolineato che questi sospetti erano stati detenuti e messi a custodia cautelare a Fresnay e Fleury-Mérogis. La moglie di un detenuto è sotto la supervisione giuridica.

Un simile crimine in Francia è punito con la reclusione da 30 anni e con una multa di 450.000 euro.

In un'intervista a CNews, il ministro francese delle Forze armate Florence Parly ha sottolineato che il "tradimento" di 2 ex membri dell'agenzia di intelligence estera era stato "altamente probabile" commesso durante il loro servizio. Parly non ha chiarito il paese esatto su cosa stavano lavorando gli agenti dei servizi segreti.



I media francesi sostengono che i funzionari dell'intelligence detenuti lavoravano per la Cina, fornendo ai funzionari della sicurezza cinesi informazioni sui metodi operativi francesi.

Il 25 maggio, la Reuters ha affermato che uno stretto consigliere del presidente francese Emmanuel Macron si era rifiutato di commentare il coinvolgimento della Cina nel caso.

Il 26 maggio, 
French news radio Europe 1  ha pubblicato un'indagine giornalistica sulla questione dei servizi segreti coinvolti nel caso. Secondo l'inchiesta, Henri M., Pierre-Marie H. e sua moglie Laurence furono rivelati come sospetti che avevano commesso questo crimine.
http://sadefenza.blogspot.com/2018/05/scandalo-spionistico-in-francia-gli.html

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Ora è chiaro: l’Europa vuole massacrare l’Italia per annientare Lega e 5 Stelle

Ora è chiaro: l’Europa vuole massacrare l’Italia per annientare Lega e 5 Stelle

Marcello Foa
Sa Defenza 

A questo punto il disegno è chiaro: l’establishment europeo ha deciso di impedire ad ogni costo la nascita di un governo formato da Lega e 5 Stelle. E ha scelto la strada dell’oppressione.


Riepiloghiamo: Mattarella nega al governo Conte il diritto di presentarsi alle Camere sebbene abbia la maggioranza, per le ragioni che ben conosciamo. Ufficialmente perché la persona di Savona non è gradita, in realtà, come spiega l’ex ministro delle Finanze Padoan, “il problema non è Savona, ma le idee di Lega e M5s sull’Europa“. Quella di Mattarella sembra una scelta azzardata, perché, come osservano in molti e come confermato dai sondaggi, alle prossime elezioni Salvini e Di Maio potrebbero ottenere ognuno il 30% dei consensi e dunque ripresentarsi al Quirinale molto più forti di oggi.

Davvero strana è anche la nomina di Cottarelli: perché varare un governo tecnico che non ha una maggioranza? Non sarebbe stato più logico confermare Gentiloni per il disbrigo degli affari correnti?


Ora, invece, appare tutto terribilmente chiaro e a svelare il gioco è il commissario europeo al Bilancio Oettinger, che, come capita a molti tedeschi di potere, non riesce a trattenere la propria arroganza, e dichiara pubblicamente: “I mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto”.

E allora tutto diventa chiaro: l’establishment europeista ha deciso di spezzare le reni all’Italia, come ha già fatto con la Grecia. Lo scenario che si profila è il seguente: scatenare una crisi paurosa del debito pubblico italiano, spingendo lo spread a livelli mai visti, provocare il panico, fino al momento in cui l’Italia verrà commissariata e Mattarella invocherà per il bene supremo del Paese la fiducia a Cottarelli (già in carica) e/o l’introduzione di misure straordinarie, come il rinvio sine die delle elezioni e la conseguente distruzione della reputazione e della popolarità di Salvini e di Di Maio, che verranno indicati come i responsabili di questa crisi.

Se il piano avrà successo, servirà da monito a tutti i Paesi europei dove i movimenti “populisti” sono in ascesa e comporterà la definitiva sottomissione dei popoli europei alle oligarchie europee. Come dire: colpirne uno per educarne cento.

Perché queste sono le logiche, indegne e autoritarie. Opporsi è un dovere civico e morale. Il piano deve fallire.

http://sadefenza.blogspot.com/2018/05/ora-e-chiaro-leuropa-vuole-massacrare.html


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Programma Talpiot: Database Terrorista Israeliano per il Dominio del Mondo

Programma Talpiot:  Database Terrorista Israeliano per il Dominio del Mondo 


L'Unità 8200, della NSA è uno scherzo al loro confronto...














L'inchiesta del Procuratore Speciale Robert Mueller si è trasferita dalla Russia in Israele. La Russia non può gestire "fattorie di troll", nessuno parla inglese, mentre in Israele, per decenni, gli aiuti degli Stati Uniti hanno finanziato fattorie di troll che dominano Wikipedia e Facebook e riempiono di post e commenti in tutto il mondo con diffamazioni e insulti.

I loro obiettivi? Elon Musk che non consegnerà la sua compagnia a, George Soros, i maggiori anti-sionisti del mondo  continuano a diffamare, dall'unità IDF 8200, da buoni "ebrei sionisti", un messaggio raccolto e viaggiato attraverso la fogna di internet dagli stessi sbrufoni che credevano a Pizzagate e Jade Helm.

Non vi hanno dato Trump, vi hanno anche permesso di "vincere", guardano entrambi i video, nella misura in cui la tua capacità di attenzione lo consente, di capire perché l'esercito americano è totalmente castrato.

Capite perché Putin bacia quello stronzo di Benny.

Scopri il perché gli Stati Uniti sono ora costretti a fare la stessa cosa o arrendersi.

La storia del massiccio modello di business del crimine informatico gestito da Israele, produce i virus, offre la cura e amazza il paziente. Questa è la storia della guerra di Google su VT e la loro rete di organizzazioni di Jigsaw e IdeaGroup e la vera minaccia del dominio mondiale da parte di una sub-élite criminale.

Come Israele è riuscita ad accedere a tutto:

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