domenica 6 novembre 2011

Giornalista giapponese accusa Israele di sabotaggio al reattore di Fukushima

Un eminente giornalista giapponese – Yoichi Shimatsu, ex editore del Japan Times Weekly – ha recentemente rilasciato due dichiarazioni incredibili relative all’impianto nucleare di Fukushima, dove si è verificata la fusione nucleare del nocciolo nel marzo del 2011, con conseguenti onde d’urto in tutto il mondo.
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By Richard Walker -


FUKUSHIMA il reattore esploso

Un eminente giornalista giapponese – Yoichi Shimatsu, ex editore del Japan Times Weekly – ha recentemente rilasciato due dichiarazioni incredibili relative all’impianto nucleare di Fukushima, dove si è verificata la fusione nucleare del nocciolo nel marzo del 2011, con conseguenti onde d’urto in tutto il mondo.

La prima accusa sostiene che USA ed Israele erano a conoscenza del fatto che a Fukushima fossero presenti sia dell’uranio che del plutonio – a livello di arma – rimasti esposti all’atmosfera dopo lo tsunami. La seconda accusa, attribuisce all’intelligence israeliana il sabotaggio del reattore come ritorsione dopo il sostegno giapponese all’indipendenza dello Stato palestinese.

Stando a quando affermato da Shimatsu questi materiali nucleari furono immessi nell’impianto nel 2007 per ordine di Dick Cheney e di George W. Bush, con la connivenza di Ehud Olmert, Primo Ministro di Israele. L’invio consisteva in nuclei di testate rimosse segretamente dall’impianto americano della BWXT Plantex, vicino ad Amarillo, nel Texas.

Israele avrebbe trasportato le testate prelevate dal porto di Houston e, mentre agiva così da intermediario, si sarebbe appropriata di quelle migliori rifilando ai giapponesi quelle vecchie che, oltretutto, avrebbero poi dovuto essere ulteriormente arricchite con l’uranio di Fukushima.

Shimatsu dà così credito alla versione di Roland Vincent Carnaby – ex agente CIA e mercenario – suffragando l’informazione che le testate siano state trasportate da Houston. Carnaby fu misteriosamente ucciso un anno più tardi, dalla Polizia di Houston, ad un incrocio stradale: un colpo alla schiena ed uno al torace. Non era armato. Fonti dei servizi segreti sostengono che stesse pedinando un’unità del Mossad intenta a contrabbandare del plutonio americano dal porto di Houston, destinazione un reattore nucleare israeliano.

Inoltre, il giornalista afferma che 20 minuti prima della fusione dell’impianto nucleare di Fukushima, Israele fosse così irritata dal sostegno giapponese alla dichiarazione di uno Stato palestinese, da fare il doppio gioco con il Giappone infettando i computer di Fukushima con il virus Stuxnet, virus informatico che avrebbe impedito lo spegnimento, causando di conseguenza una fuoriuscita dell’impianto che ospitava l’uranio ed il plutonio, ricavati dalle testate fornite nel 2007.

Yoichi Shimatsu

Se da una parte è impossibile verificare alcune delle affermazioni di Shimatsu, è vero che a marzo, all’epoca del disastro di Fukushima, c’è stata una grande operazione di occultamento di informazioni. Le esplosioni nel sito furono immediatamente sminuite, mentre da una parte veniva ripetutamente sostenuto che tre reattori fossero in fusione, le autorità giapponesi cercarono di classificare il disastro come di livello 4 sulla International Nuclear and Radiological Event Scale, e questo nonostante gli esperti presenti all’esterno dichiarassero fosse di livello 7, quello massimo.

Degno di nota è che nel 2009, due anni dopo che Shimatsu sostenne che le testate fossero state portate segretamente in Giappone, la International Atomic Energy Agency (per noi AIEA) emise un velato ammonimento al Giappone a non abbandonare la propria politica contro le armi nucleari.

La AIEA doveva comunque sapere che il Giappone avesse da tempo raggiunto il potenziale per costruire armi atomiche; la cosa era infatti nota fin dal lontano 1996, quando un documento del ministero degli Affari Esteri – sfuggito – rivelò come il Giappone stesse perseguendo fin dagli anni ‘60, relativamente alle armi nucleari, una doppia strategia: pubblicamente professava ripetutamente una politica antinuclearista, mentre conservava la capacità di costruirsi un arsenale atomico. Il Partito Liberale Democratico, che ha dominato la politica giapponese, ha sempre sostenuto non ci fosse alcun impedimento costituzionale al detenere armi atomiche.

La potenza crescente della Cina potrebbe essere stato un fattore tale da incoraggiare il duo della Casa Bianca Bush-Cheney a fornire al Giappone i mezzi per costruire in segreto delle armi nucleari. Dunque Cheney e Bush avrebbero cercato di armare con armi nucleari il Giappone e l’India allo scopo di contenere la Cina.

Uccisione di Vincent Carnaby

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