martedì 28 giugno 2022

Piazza Donna Francesca

 

Articolo di :Mariano-Abis: e Pietro Loi.

Piazza Donna Francesca.
Benchè il diciottesimo secolo fosse il regno del feudalesimo e delle zanzare, con la malaria al seguito, ha visto nascere in sardegna, prima che in continente, un fondamentale passo della storia dell'uomo, favorito dalla presenza di attività minerarie: la civiltà industriale.
Nonostante.
Nonostante le strade polverose, nonostante condizioni igieniche disumane, nonostante la mancanza atavica di collegamenti, nonostante l'arretratezza indotta dal colonialismo spagnolo e, ancor più, da quello piemontese.
Le fonti di sostentamento si riducevano a pochi elementi: agricoltura, pastorizia, miniere di zinco e piombo, di carbone, sale e cattura del tonno.
Si sommi a tutto questo la rissosità dei Sardi, qualcuno afferma che il formaggio prodotto ha un sapore orribile, un altro afferma che, seppure di ottimo sapore, non lo mangerebbe mai, vista la sporcizia dilagante.
Un popolo sporco e poltrone che non sa nemmeno lavorare la terra, un popolo di briganti, quel mestiere si, hanno imparato a farlo bene.
Sembra che i Sardi siano nati unicamente per creare problemi, qualcuno afferma che i Sardi, sono di poco superiori alle bestie.
Qualcuno afferma che la Sardegna fa vergogna al resto del regno.
Animali che vivono in catapecchie fatiscenti, non sanno cosa voglia dire una strada selciata, niente fanali per le strade, niente fognature, non hanno nemmeno latrine.
Un popolo che non ha imparato ad essere civile, un popolo che ha tanti di quei problemi, che non riesce a vivere che giorno per giorno, giorno dopo giorno, senza un minimo di programmazione.
L’acqua a disposizione è malsana, e la malaria impera.
Il tempo, in questa terra, è come che sia trascorso invano, e la situazione, con i piemontesi, è di gran lunga peggiore di ieri, con gli spagnoli.
È il libero regno della peggiore anarchia, dicono altrove.
Ecco quali erano le condizioni nelle quali versava il popolo sardo, esattamente nel periodo in cui ha vissuto una Straordinaria Donna Sarda, una grande e coraggiosa innovatrice, oltre che educatrice, alla quale ogni centro abitato della Sardegna dovrebbe dedicare una grande piazza.
La biografia che ha realizzato su di ella il giornalista Lucio Spiga, mette bene in risalto la portata storico-sociale della vita e delle realizzazioni di Donna Francesca Sanna Sulis.
Compito, oseremmo dire istituzionale, di ogni colonizzatore, è sminuire le qualità e le eccellenze del colonizzato.
I savoia in questo sono stati dei veri maestri.
Nacque a Muravera, nel 1716, da una famiglia di possidenti, Francesca Sanna Sulis, dimostrò subito le sue doti imprenditoriali intuendo che la coltivazione del gelso in sardegna, viste le ottime condizioni climatiche, avrebbe prodotto una qualità di seta ben superiore a quella normalmente in circolazione.
Avviò coltivazioni di gelso e un grande e moderno laboratorio di tessitura.
Impiegò quasi esclusivamente maestranze femminili, aprì delle scuole di formazione sia personale che professionale, fece si, in tutti i modi, che le addette ai modernissimi telai di cui era dotato il suo laboratorio di Quartucciu, nei sobborghi di Cagliari, lavorassero in serenità, retribuite ben al di sopra delle paghe correnti.
Innovatrice anche in questo.
Si può dire che l'emancipazione femminile, in italia, sia scaturita per la prima volta in terra di Sardegna?
Pensiamo proprio di si.
Ad un certo punto Donna Francesca capì che parte della sua produzione poteva essere lavorata in loco, e decise di aprire una sartoria di eccellenza, tanto eccellente che i suoi abiti vestivano le sovrane più potenti e più belle dell'europa di quel periodo.
Ebbe a disposizione, a conferma della enorme produzione, sei vascelli per il trasporto della seta.
Si può dire che il tanto decantato made in italy, sia nato in terra sarda?
Pensiamo proprio di si.
Molte delle caratteristiche migliori dello stato italiano che tanto disprezza il popolo sardo, sono nate e si sono sviluppate in Sardegna.
Lo stesso stato fasullo italiano è nato dalla Nazione Sarda, non va dimenticato.
La giurisprudenza occidentale è nata dalla carta de logu, redatta in epoca giudicale, dalla sarda Helionora Juyghissa de Arbaree.
Non avrebbe avuto la stessa virulenza la diffusione della civiltà industriale in continente, senza il carbone, i minerali e i legnami scippati alla terra di Sardegna.
Non dimentichiamo che la lingua che ha dato origine a tutte le altre lingue occidentali, latino compreso, è il sardo-sumerico-accadico.
E' abbastanza?
Ecco cosa può nascere da una civiltà autenticamente matriarcale, eccellenze storiche, culturali, sociali, oltre che economiche, ecco cosa può nascere dalla vituperata Nazione Sarda.
Cosa dovrebbe fare lo stato italiano, in un estremo e tardivo impeto di giustizia?
Riconoscere i nostri meriti, chiedere perdono per il male che ha fatto ai sardi, denominare la supposta repubblica italiana col nome di Stato di Sardegna, e istituire Cagliari come capitale.
Donna Francesca, la signora dei gelsi, morì a Cagliari nel 1810.
Devolvette tutta la sua grande fortuna finanziaria ai poveri del suo paese natale: Muravera.
Restiamo in attesa che tutti gli amministratori della fantomatica repubblica italiana in Sardegna buttino giù targhe tipo piazza garibaldi, viale cavour, largo carlo felice, via mazzini, e almeno in una piazza di ogni contrada dispongano la dicitura "Piazza Donna Francesca Sanna Sulis".








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