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venerdì 24 agosto 2018

INTERVISTA AL COMANDANTE DELLA NAVE DICIOTTI MASSIMO KOTHMEIR

INTERVISTA AL COMANDANTE DELLA NAVE DICIOTTI MASSIMO KOTHMEIR


Adriano Scianca
Sa Defenza 




Parla Massimo Kothmeir il comandante della barca delle polemiche: «A bordo non avevamo bambini. Non c'è emergenza sanitaria, la situazione è più che soddisfacente, i migranti mangiano, stanno bene. E non hanno la sensazione di essere sequestrati dal governo».


Una barca piena di persone, soccorsa da due mani caritatevoli: che ci fa un'opera dell'artista Francesco Piobbichi, attivista No border vicino a Potere al Popolo, sul profilo Facebook del comandante della nave Diciotti, Massimo Kothmeir? Per molti è la pistola fumante circa il legame tra Guardia costiera e attivismo delle Ong. Lo abbiamo chiesto direttamente a Kothmeir, che ci ha spiegato il senso di quel disegno. Oltre a raccontare che la situazione a bordo non è affatto quella catastrofica descritta ieri da Riccardo Magi e altri.

Comandante, ha visto la polemica sulla sua immagine di copertina su Facebook?

«In realtà si tratta di una stampa che mi è stata regalata da un sodalizio lampedusano che io non conosco neppure. Secondo me raccoglie un messaggio positivo. L'ho voluta valorizzare sul mio profilo personale, ma non ci sono altre motivazioni che riconducano a orientamenti politici. Tra l'altro ho letto che qualcuno ha anche scovato l'autore, che io però non conoscevo».

Nessun segnale politico inviato al governo, quindi?

«Lei pensa veramente che un ufficiale di marina possa scendere in polemiche con così biechi messaggi subliminali? Penso proprio di no».

È comunque la terza volta che la Diciotti si trova coinvolta in casi controversi. Alcuni dicono che vi sentite una nave di una Ong...

«Lo respingo. In realtà è stato un po' un caso. Le unità di questa classe sono due, Dattilo e Diciotti, che operano contemporaneamente o si alternano. Che le devo dire, gli ultimi tre episodi sono avvenuti quando era impiegata nave Diciotti. La nostra priorità è salvare vite umane e nel momento in cui interveniamo è perché ci sono evidenze di richieste formali di salvataggio. Che parte dell opinione pubblica creda che dietro tutto questo ci possa essere uno schema ci può stare, il mondo è bello perché è vario, io rifiuto l'architettura stessa di questo pensiero».

Sta seguendo le polemiche politiche sul caso?

«No. Mi tengo aggiornato dalle televisioni. Pensi che ho scoperto l'esatto momento in cui la gru ha imbarcato i viveri grazie al telegiornale. Mi fermo a quello. Altre analisi le lascio a chi è più competente di me».

C'è stata una controversia anche sulle circostanze del soccorso di questi migranti e sul comportamento di Malta. Ha qualcosa da chiarire in merito?

«Non posso rispondere con dettagli di tipo operativo in quanto sono in corso attività della magistratura. Le dico solo che molte delle informazioni che sono circolate sui media circa l'attività posta in essere da nave Diciotti, da nave Diciotti (ripete e scandisce bene questo punto, ndr), sono
assolutamente sbagliate».

Come vanno le cose a bordo da un punto di vista umanitario?

«Definisca “punto di vista umanitario''».

Si è parlato di criticità sanitarie, casi di scabbia...

«Innanzitutto a bordo sono presenti, sin da quando abbiamo mollato gli ormeggi, due organizzazioni: Intersos, per conto di Unicef, che sono i mediatori culturali e gli operatori umanitari, e il Cisom, che ci rifornisce un adeguatissimo profilo di sicurezza sanitaria. Le condizioni sono più che soddisfacenti, tant'è che ci è stata concessa la cosiddetta libera pratica sanitaria. Lo si è notato nel momento in cui abbiamo ammainato la bandiera gialla, che non sta a significare che c'è un'epidemia in corso, come ho sentito dire, purtroppo, ma semplicemente che prima di poter interagire con la terraferma la sanità marittima deve effettuare i suoi controlli, che come ho detto sono stati positivi e soddisfacenti».

E la situazione dei minori qual era?

«Fortunatamente non cerano bambini, come invece ho visto scritto sulle testate. I bambini che c'erano sono stati evacuati un quarto d'ora dopo averli imbarcati su questa nave nelle acque di Lampedusa e portati a terra. Peraltro in quel caso erano tutti e tre minori accompagnati dai genitori. I minori che abbiamo invece sbarcato mercoledì in tarda serata, 25 ragazzi e due ragazze, sono stati immediatamente presi in carico dall'organizzazione di assistenza a terra. Da un punto di vista della tutela sanitaria è vero che in tutti questi tipi di interventi si registrano casi di scabbia, ma a bordo i medici del Cisom somministrano specifici farmaci e pomate. La situazione è monitorata, quindi, e non desta al momento alcun tipo di preoccupazione».

È un sollievo, perché in queste ore un'operatrice dell'Ong Terre des hommes ha detto: «Abbiamo accolto 27 scheletrini, il più magro sarà stato un po' più basso di me e sarà pesato una trentina di chili, la gamba con lo stesso diametro del mio polso. Uno non riusciva a camminare perché era pieno di dolori».

«Intanto la maggior parte della popolazione ospite è di origine eritrea, quindi si tratta di persone che sono più snelle rispetto ad altre etnie. Alcuni di questi hanno sicuramente sofferto al momento del viaggio, ma dal momento in cui sono saliti a bordo abbiamo erogato un protocollo nutrizionale
approvato che prevede la somministrazione di tre o quattro pasti al giorno. Alla fine siamo arrivati al punto, per motivi organizzativi, che noi dell'equipaggio abbiamo omologato la nostra alimentazione con quella dei migranti».

Non le chiedo di esprimersi sull'inchiesta che starebbe valutando addirittura il reato di sequestro di persona...

«Cosa che non farei mai»

...Ma almeno mi può dire se, soggettivamente, i migranti hanno la sensazione di essere sequestrati?

«Le rispondo con estrema franchezza: abbiamo spiegato loro che la loro vicenda è legata anche a una situazione politica di tipo internazionale che avrebbe comportato anche una più lunga permanenza a bordo. A me hanno restituito una sensazione di totale comprensione. E fino ad oggi si sono comportati splendidamente».

Sul suo profilo Facebook si nota un like a Matteo Salvini. Ma non è che alla fine lei ha pure votato Lega?

«Il segreto sul voto è un diritto inalienabile per ogni cittadino, quindi è legittima la domanda, ma è altrettanto legittimo mantenere il dovuto riserbo in un senso o nell'altro. Io voto per la verità».




http://sadefenza.blogspot.com/2018/08/intervista-al-comandante-della-nave.html


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