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martedì 12 novembre 2024

Benjamin Fulford: I cristiani hanno eletto Donald Trump affinché possa finire ciò che Gesù ha iniziato

Di Benjamin Fulford

Donald Trump deve ringraziare Gesù Cristo per la sua elezione. Nel caso te lo fossi perso, il 62% dei protestanti e il 56% dei cattolici hanno votato per Trump, mentre il 79% degli ebrei e il 72% degli atei hanno votato contro di lui. Ciò significa che il mandato di Trump è di finire ciò che Gesù Cristo ha iniziato.

Ecco cosa iniziò Gesù:
Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe  e disse loro: «La Scrittura dice:La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri».Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed egli li guarì.  Matteo 21:12-14

giovedì 21 dicembre 2023

La Nigeria, il paese più grande dell'Africa, i suoi vescovi respingono categoricamente la Dichiarazione gay di Francesco

Nigeria, la nazione più popolosa dell'Africa. Questa potenza del continente ha un brillante futuro demografico e la sua popolazione conta almeno 30 milioni di cattolici, la maggior parte dei quali frequenta la messa settimanale.

La Conferenza episcopale nigeriana ha diffuso oggi un chiaro comunicato sulla dichiarazione gay di Francesco “Fiducia Supplicans”. La sua conclusione non avrebbe potuto essere più chiara:
“In conclusione, la Conferenza episcopale della Nigeria assicura all’intero popolo di Dio che l’insegnamento della Chiesa cattolica sul matrimonio rimane lo stesso. Non esiste quindi nella Chiesa alcuna possibilità di benedire le unioni e le attività tra persone dello stesso sesso. Ciò andrebbe contro la legge di Dio, gli insegnamenti della Chiesa, le leggi della nostra nazione e la sensibilità culturale del nostro popolo”.

martedì 28 luglio 2020

LA LEGGE ZAN E’ UN BAVAGLIO ALLA LIBERTA’ D’OPINIONE. DOVE SONO I LIBERALI? PERCHE’ I CATTOLICI SONO SOLI A DIFENDERE LA LIBERTA’ DI TUTTI?

LA LEGGE ZAN E’ UN BAVAGLIO ALLA LIBERTA’ D’OPINIONE. DOVE SONO I LIBERALI? PERCHE’ I CATTOLICI SONO SOLI A DIFENDERE LA LIBERTA’ DI TUTTI?




Fino a ieri tutti si dicevano liberali. Ma oggi che sarebbe necessario dimostrarlo di fronte al progetto di legge Zan, definito da molti legge bavaglio, d’improvviso sembra che analisti e intellettuali liberali siano spariti, lasciando soli i cattolici a difendere la libertà di tutti.

Vittorio Feltri, fra i pochi laici controcorrente, ha avuto il coraggio civile (perché oggi ci vuole coraggio) di criticare questo disegno di legge illiberale. Ha dato voce così a quella tradizione di giornalismo laico, allergica a censure e bavagli, che ebbe in Indro Montanelli e Oriana Fallaci i punti di riferimento, nella battaglia contro il conformismo e la sinistra intollerante.

Ma fra gli altri grandi nomi del giornalismo di cultura liberaldemocratica (Paolo Mieli, Pierluigi Battista, Ernesto Galli della Loggia, Angelo Panebianco) chi è intervenuto? O mi è sfuggito (in questo caso me ne scuso) o nessuno se n’è occupato.

Eppure è in gioco un principio liberale fondamentale

Anche un giurista insigne come Pietro Dubolino ha scritto che con questa legge avremmo “una ulteriore compromissione della già abbondantemente compromessa possibilità di un libero e incondizionato confronto”, in questo caso sulla sessualità e la famiglia, “a scapito (…) di quel valore primario che nel nostro ordinamento è costituito dalla libertà di manifestazione del pensiero solennemente presidiata e garantita dall’articolo 21 della Costituzione.

Ieri il professor Marco Gervasoni, sul “Giornale”, ha definito questo progetto di legge “un’aberrazione” sia per la cultura cattolica (come hanno lamentato i vescovi), sia per la cultura conservatrice (“perché tende a imporre un modello di società individualistica e disgregata, dove la tradizione è cancellata e persino combattuta”), sia per la cultura liberale che – scrive Gervasoni – “dovrebbe inorridire… un liberale la deve combattere proprio perché essa censura le opinioni”.

In queste ore è intervenuto anche Silvio Berlusconi, appunto in questa direzione, correggendo la tentazione, presente in Forza Italia, di pensare che una tale legge si possa migliorare. In realtà – come dice Gervasoni – “non è emendabile perché volendone togliere la parte ‘liberticida’ non ne resterebbe nulla”.

Lo ha dimostrato l’emendamento appena approvato che già nella sua formulazione fa accapponare la pelle: Ai sensi della presente legge, sono consentite la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte”.

E’ un emendamento inutile perché non si dice chi, quando e come decide se una certa condotta si può ricondurre al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte.

Ma soprattutto è emblematico che si “consenta” la libertà di opinione. Come ha notato Alfredo Mantovanola libera espressione di convincimenti è un diritto costituzionalmente fondato, non è ‘consentito’ da nessuno. L’ordinamento che ‘consente’ la fruizione di diritti fondamentali, affidando la delimitazione della condotta lecita allo Stato, tramite il giudice, è tratto proprio dello Stato totalitario. Anche se per strada non ci sono le autoblindo.

Come si ricorderà una polemica simile scoppiò quando il premier Conte, durante le sue conferenze stampa del lockdown, se ne usciva con l’espressione “noi consentiamo”. Il presidente emerito della Corte costituzionale Antonio Baldassarre  commentò:   Specchio della arbitrarietà generale e del pensiero autoritario del presidente del Consiglio sono espressioni apparentemente marginali, ma ieri da lui frequentemente usate, come ‘noi consentiamo’, ‘noi permettiamo’ .

Ancora più assurdo è il punto dell’emendamento dove si legge che “sono consentite… le condotte legittime”. Perché finora erano vietate? Le deve “consentire” la legge Zan?
Anche “questa frase, clamorosamente grottesca” ha commentato Gianfranco Amato “mostra una concezione totalitaria e assolutista del potere. Sembra di essere passati dallo Stato liberale, per cui è consentito tutto ciò che non è vietato, allo Stato autoritario, in cui tutto è vietato a meno che il potere te lo consenta.

I liberali hanno qualcosa da dire in proposito?

Antonio Socci

Da “Libero”, 26 luglio 2020

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