giovedì 2 gennaio 2014

SUSAN GEORGE: Austerità significa socializzare le perdite e privatizzare i profitti.

Susan George

Prendiamo a prestito le parole che seguono, per esprimere la forte simpatia della lezione impartitaci, da apprendere e custodire praticandone i suggerimenti e le idee profuse, affinchè Noi tutti,  impegnati nella lotta per il diritto alla vita, al sociale, alla libertà ed all'autodeterminazione dei popoli, queste parole non siano vane; 
ringraziamo questa grande Donna della letteratura impegnata con il suo esempio nel sostegno della lotta sociale Susan George, vi incoraggiamo a percorrerne attentamente i suoi leggeri passi. 
Se avete a cuore il vostro cibo, la vostra salute e la sicurezza finanziaria vostra e quella della vostra famiglia, le tasse che pagate, lo stato del pianeta e della stessa democrazia, vi è un importante cambiamento politico di cui dovete essere consapevoli. Io chiamo questo cambiamento la «ascesa di autorità illegittima». Il governo di rappresentanti chiaramente identificabili e democraticamente eletti viene gradualmente soppiantato da un nuovo governo ombra in cui enormi imprese transnazionali (Tnc) sono onnipresenti e stanno prendendo di più in più decisioni che riguardano tutta la nostra vita quotidiana.
Essi possono agire attraverso le lobby o oscuri «comitati di esperti»; attraverso organismi ad hoc che ottengono un riconoscimento ufficiale; talvolta, attraverso accordi negoziati in segreto e preparati con cura da executive delle imprese al più alto livello. Lavorano a livello nazionale, europeo e sovranazionale, ma anche all’interno delle stesse Nazioni Unite, da una dozzina di anni nuovo campo di azione per le attività delle corporate. Non si tratta di una sorta di teoria paranoica della cospirazione: i segni sono tutti intorno a noi, ma per il cittadino medio sono difficili da riconoscere. Noi continuiamo a credere, almeno in Europa, di vivere in un sistema democratico. 
SA DEFENZA

Susan George sulla cabala capitalista, il segreto dietro l'austerità europea


Come vincere la Guerra di Classe e accendere i riflettori sull'ombroso 'complotto' globale e recuperare i beni della classe operaia

http://www.theguardian.com/global-development/video/2013/dec/30/susan-george-austerity-socialise-losses-privatise-profits

theguardian.com/

Austerità significa socializzare le perdite e privatizzare i profitti.

In una serena e discreta villa svizzera, un gruppo di esperti selezionati con molta cura è stato riunito da un comitato ombra di ricchi e potenti committenti, per rispondere ad un’unica, decisiva la domanda: come si può, nel bel mezzo di una crisi finanziaria globale, garantire al meglio la rinascita del capitalismo occidentale? 

È questa la scena machiavellica con la quale si apre l’ultimo libro di Susan George, la scrittrice-politologa Franco-Americana, attivista per la giustizia nel mondo
Forse più conosciuta per il suo lavoro sulla fame nel mondo, la povertà ed il debito, la George è ora tornata ad occuparsi di America ed Europa col suo Come vincere la Guerra di Classe: una satira su quell’1% di potenti o la "Davos Class" per usare le sue parole che fanno riferimento alla sede della riunione annuale dell’élite del World Economic Forum.

Ironico, a tratti bizzarro, il libro toccherà da vicino quel pubblico sempre più sospettoso verso i partiti politici e le istituzioni elitarie. La George ha detto: "Non credo che i libri pedagogico-moralistici funzionino. Penso che la gente sia più coinvolta dalla satira e dall’umorismo, anche nero... e Dio sa quanto ci sia su cui ironizzare là fuori". 

Susan George, 79 anni, ha speso decenni nello studio e nella critica della politica economica "ufficiale" ed è una figura chiave nei circoli alternativi alla globalizzazione. Nata in Ohio ai tempi della Grande Depressione, si spostò in Francia negli anni ’50, Paese che non lasciò più e che la vide unirsi ai movimenti contro la guerra coloniale di Algeria e la guerra americana in Vietnam. Oggi è presidente onorario di Attac-France, un gruppo originariamente impegnato nel far tassare gli scambi esteri e che ora si occupa di vari temi; presiede poi il direttorio della rete di "studiosi-attivisti" Transnational Institute

La satira è uno strumento politico antico, e la George la padroneggia da tempo; il suo ultimo libro è il seguito di The Lugano Report, pubblicato nel 1999 e presentato come un resoconto segreto di una riunione di ricercatori assoldati per scoprire come far sopravvivere il capitalismo nel terzo millennio. 

Di respiro mondiale, The Lugano Report giungeva alla conclusione che i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse (guerra, pestilenza, morte e carestia) sarebbero stati sguinzagliati per dare una mano a "liberare" il pianeta dalla moltitudine di "inutili" mangiapane. Sufficientemente brutale da guadagnarsi il paragone con lo scritto satirico del 18° secolo intitolato A Modest Proposal – nel quale Jonathan Swift suggerisce che gli Irlandesi finiti in povertà dovrebbero vendere i propri figli quale cibo per i ricchi – il The Lugano Report è andato a ruba in Francia ed è stato poi pubblicato in più di una dozzina di lingue. 

La George ha passato la maggior parte della propria vita impegnata in tematiche di livello planetario e scrivendo sulle sfide che attendevano i Paesi in via di sviluppo. La scrittrice rivela che l’impegno dimostrato dai governi europei nel forzare le politiche di austerità nonostante i loro palesi costi sociali, le ha aperto una nuova prospettiva: "Questa volta siamo molto preoccupati per la nostra stessa situazione ed è lì che si sta dirigendo l’impegno dei militanti". 

È pronta nel considerare che esistano comunque importanti collegamenti da fare fra le politiche di austerità in Europa ed i programmi di "aggiustamento strutturale" che i Paesi poveri furono forzati ad adottare negli anni ’70 ed ’80 e spiega: "A partire dagli anni ’70 e fino ad oggi [per oltre 40 anni quindi], la gente comune dei Paesi del sud ha dovuto pagare per i crimini e l’avidità ed i debiti odiosi perpetrati dai dittatori dei loro stessi governi e dalle loro classi alte. In quei Paesi conoscono molto bene che cosa ciò abbia significato e significhi per la popolazione: pesantissimi tagli nelle spese per la famiglia, la scuola, la cultura e la sanità".

"Ed ora tocca a noi. E la chiamano ‘austerità’. Chiamatela pure come vi pare, ma rimane la stessa politica che consiste nel rifilare le perdite alla collettività e canalizzare i guadagni nelle tasche dei privati… [ e ] la cosa è stata spinta ad un punto tale che, benché noi si sia diventati più ricchi dei Paesi del sud.. stiamo ora creando una situazione per la quale troviamo persone disperatamente povere in nazioni europee solitamente considerate ‘ricche’". 

La domanda che si pone la George è se i programmi di austerità forzati dai governi europei nonostante i costi sociali siano dovuti a degli errori o siano delle operazioni esattamente "volute" così. La George è per la seconda ipotesi e sostiene che in Europa ci sia una classe che non ha mai accettato le conquiste dei lavoratori ottenute a partire dalla Seconda Guerra mondiale, classe che ha deciso che sia il momento ideale per riprendersele. 

Nel suo ultimo libro, la George immagina che ci sia un gruppo di lavoro di esperti che può dare in anteprima la buona notizia ai propri finanziatori (l’1% dei più ricchi del pianeta). La buona notizia è che l’1% sta vincendo ed è "al controllo degli avvenimenti e degli sviluppi economici, politici e sociali ancor più fortemente che prima della crisi". 

Ma c’è una cattiva notizia: la situazione rimane precaria. Perciò il gruppo di lavoro "suggerisce" di sobillare divisioni all’interno dei componenti dei vari "movimenti" e di limitare l’ostentazione della propria ricchezza e, cosa più importante, sottolinea che "persuadere è vincere" e che ciò si ottiene con la ripetizione incessante di affermazioni del tipo : "l’impresa privata farà sempre meglio di quella pubblica", "non c’è società autenticamente libera senza un libero mercato"; "l’ineguaglianza non è un vero problema perché è intrinseca alla società e potrebbe essere su base genetica". 

Anche se la George può sembrare ossessionata da società segrete che tessono oscuri piani di portata planetaria per dominare il mondo, è pronta a spiegare che personalmente non crede nelle cospirazioni ma crede che tali piani siano la conseguenza di precisi interessi e riflettano delle strategie ben calcolate. Contesta poi prontamente chi l’accusa di essere pessimista sul futuro: "Penso che quando le cose arrivano ad un punto in cui tutti sono disgustati dal comportamento dei politici, allora diventa possibile il rinnovare".


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