venerdì 8 settembre 2023

LIBERTA' E SICUREZZA.

il virologo terrorista sui media italioti ha spaventato milioni di genti
Antonello Boassa
Fabrizio Pregliasco contro il governo per lo stop ai diktat "Prepariamoci alla salita dei casi, cruciali le vaccinazioni". Varianti ogni 4-5 mesi, raddoppio contagi. una nuova emergenza?

Libertà e sicurezza, tema che ha impegnato la filosofia per secoli, nonchè il pensiero politico. Agamben ricorda una riflessione seicentesca di John Barclay "O rendi agli uomini la loro libertà o dai ad essi la sicurezza, per la quale abbandoneranno la libertà".

Foucault ha fatto del tema il paradigma centrale della sua poderosa opera, evidenziando come fin dal '600 i governi avevano imposto, in modo autoritario,la sicurezza. Io, da marxista ho sempre reputato che i due corni della bilancia potessero coesistere solo qualora il potere politico fosse in mano alla popolazione lavoratrice, qualora essa fosse dotata di cultura dialettica, o "laterale". Dunque non in tempi brevi.

I governi europei ed occidentalidi questo triste primo ventennio hanno saputo capovolgere il problema di Barclay, come anche la nostra Corte Costituzionale. Noi , in cambio dell'insicurezza (creata ad arte) vi togliamo la liberta, promettendovi la sicurezza, e , qualora raggiunta, anche la agognata libertà (libertà consumistica e di regime)...per ottenere un tale risultato occorre stabilizzare un clima permanente di emergenza e di responsabilizzazione ansiosa della cittadinanza, emarginando e reprimendo coloro che non si assumono le loro responsabilità sociale e che non si sottomettono ai diktat dei presunti padroni del mondo.

Il gioco è appena iniziato...si tratta di diffonderlo a livelli planetari, variandone continuamente le dinamiche. Grandi difficoltà da parte dei leaders occidentali nell'imporre le "regole" nel "sud globale"

Il testo è il risultato di una riflessione a monte della nota di Giorgio Agamben. Non rispecchia il suo pensiero, se non in parte, e non è un commento critico. E' comunque un testo in progress destinato a svilupparsi lungo il percorso del conflittto di classe che almeno in Occidente vede il dominio assoluto delle forze parassitarie

Qui la stimolante disamina "Libertà e insicurezza" di Giorgio Agamben
"John Barclay, nel suo profetico romanzo Argenis (1621), ha definito in questi termini il paradigma della sicurezza che i governi europei avrebbero più tardi progressivamente adottatto: «O rendi agli uomini la loro libertà o dai ad essi la sicurezza, per la quale abbandoneranno la libertà». Libertà e sicurezza sono cioè due paradigmi di governo antitetici, fra i quali lo Stato deve ogni volta operare la sua scelta. Se vuole promettere ai suoi sudditi sicurezza, il sovrano dovrà sacrificare la loro libertà e, viceversa, se vuole la libertà dovrà sacrificare la loro sicurezza. Michel Foucault ha, però, mostrato come si debba intendere la sicurezza (la sureté publique) che i governi fisiocratici, a partire da Quesnay, sono i primi a assumere esplicitamente fra i loro compiti nella Francia del XVIII secolo. Non si trattava – allora come oggi – di prevenire le catastrofi, che nell’Europa di quegli anni erano essenzialmente le carestie, ma di lasciare che esse si producessero per poter poi subito intervenire per governarle nella direzione più utile. Governare riacquista qui il suo significato etimologico, cioè «cibernetico»: un buon pilota (kibernes) non può evitare le tempeste, ma, quando esse accadono, deve essere comunque in grado di governare la sua nave secondo i suoi interessi. Essenziale, in questa prospettiva, era diffondere fra i cittadini un sentimento di sicurezza, attraverso la convinzione che il governo stava vegliando sulla loro tranquillità e sul loro futuro.

Ciò a cui stiamo oggi assistendo è un estremo svolgimento di questo paradigma e, insieme, il suo puntuale rovesciamento. Compito primario dei governi sembra diventata la diffusione capillare fra i cittadini di un sentimento di insicurezza e persino di panico, che coincide con un’estrema compressione delle loro libertà, che proprio in quell’insicurezza trova la sua giustificazione. I paradigmi antitetici non sono più oggi la libertà e la sicurezza; piuttosto, nei termini di Barclay si dovrebbe oggi dire: «dà agli uomini l’insicurezza e essi rinunceranno alla libertà». Non è più necessario, pertanto, che i governi si mostrino capaci di governare i problemi e le catastrofi: l’insicurezza e l’emergenza, che costituiscono ora il solo fondamento della loro legittimità, non possono in nessun caso essere eliminate, ma – come stiamo oggi vedendo con la sostituzione della guerra fra Russia e Ucraina a quella contro il virus – solo articolate secondo modalità convergenti, ma ogni volta diverse. Un governo di questi tipo è essenzialmente anarchico, nel senso che non ha alcun principio a cui attenersi, se non l’emergenza che esso stesso produce e intrattiene.

È probabile, tuttavia, che la dialettica cibernetica fra l’anarchia e l’emergenza raggiunga una soglia, al di là della quale nessun pilota sarà in grado di governare la nave e gli uomini, nell’ormai inevitabile naufragio, dovranno tornare a interrogarsi sulla libertà che hanno così incautamente sacrificato"

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