lunedì 15 luglio 2024

L'ingegnere afferma: "...il passaggio alle rinnovabili è completamente insostenibile!"


di vitobiolchini

“Così concepito, in Sardegna il passaggio alle rinnovabili è completamente insostenibile” di Giovanni Cossu


Martedì scorso ho ricevuto dall’ingegner Giovanni Cossu del Comitato Difesa Territorio di Uta questa garbata mail di dissenso al mio post “Transizione ecologica: oltre le speculazioni e l’isteria ribellista, la Sardegna che ruolo vuole avere?”. Avrei voluto pubblicarla immediatamente ma ho scelto di intervenire prima sulla deriva che stavano prendendo le reazioni al mio post. Nell’intervento che segue sono citati dei documenti che al momento non sono in grado di linkare (spero di farlo in tempi rapidi) ma che mi impegno a mandare a chi li volesse. In ogni caso, il ragionamento proposto è chiaro anche senza la lettura immediata degli allegati. Grazie all’ingegner Cossu per il suo contributo. Il blog è aperto a qualunque tipo di intervento.


*****


Egregio Dr. Biolchini,
mi chiamo Giovanni Cossu, sono residente ad Uta e nella vita civile esercito la professione di ingegnere industriale.

Sono un suo affezionato lettore ormai da due lustri e scusandomi fin d’ora per l’intrusione, desidero esprimerle il mio disappunto e completo dissenso rispetto a quanto da lei espresso e sostenuto nel suo articolo del 17 giugno.

Al fine di motivare adeguatamente tale mia posizione (essenzialmente attraverso i dati numerici – perché sono essi la base della mia vita professionale e non solo) e con l’auspicio di fare cosa utile ma soprattutto gradita, colgo pertanto l’opportunità di segnalarle alcuni elementi che ritengo alquanto utili a un sereno ed imparziale approfondimento di quanto sta avvenendo in questi ultimi giorni nella mia e sua terra e che, fuor di perifrasi, ci riempie di inquietudine.

Trasmetto infatti in allegato la copia telematica del documento “Memoria originale” (cfr. “Osservazioni CDTU”), presentata dal Comitato Difesa Territorio – Uta, uno dei comitati spontanei di cui faccio parte (e relativamente ai quali lei ha espresso la sua “distanza”, uso un eufemismo) in un rituale assolutamente vano quanto inconcludente definito “Audizione davanti le Commissioni Congiunte IV e V del Consiglio regionale” lo scorso 30 maggio ed altresì adeguatamente (sic!) “rimembrata” alla presidente Todde nell’incontro con i Comitati spontanei di difesa del territorio del 13 giugno scorso.

Una Memoria redatta con mente sgombra da preconcetti ideologici ed ancor meno tecnici, con lo specifico obiettivo di analizzare, “tarare” ed asseverare quella che – dati tecnici ed economici alla mano – risulta essere la COMPLETA INSOSTENIBILITA’ tecnico-economica-ambientale di un modello di “sviluppo” basato sull’assegnazione (imposizione) calata dall’alto ministeriale o ancor di più da “più alti loci” dei “plafond” d’installazione di generatori eolici e fotovoltaici alimentati da F.E.R.

Assegnazione che appare di tipo assolutamente autocratico e da attuarsi “a tamburo battente” per giunta, stante l’emanazione “ad horas” del cosiddetto D.M. Pichetto Fratin di “individuazione delle aree idonee” e di plafond di potenza dei generatori da “installarsi tassativamente con scadenza 2030” (tralascio volutamente l’ulteriore “beffa” dell’imposizione di ulteriori 5,7 GW circa di 5,7 GW di potenza in “generatori sperimentali” da finanziarsi con oltre 35 G€ da attingere attraverso le future bollette che verranno imposte ai malcapitati utenti della comunità nazionale italiana).

Individuazione avvenuta (anzi “concordata”) tra l’alto in assoluto spregio di qualsivoglia direttiva comunitaria (come la 2018/2001), di qualsiasi pianificazione regionale, come il PEAR Sardegna, di qualsiasi norma di tutela dei beni archeologici, ambientali ed identitari e financo in aperta violazione dello stesso Art.20-comma 3 del D.L.gs199/2021 che pur recita:

“Ai sensi dell’articolo 5, comma 1, lettere a) e b), della legge 22 aprile 2021, n. 53, nella definizione della disciplina inerente le aree idonee, i decreti di cui al comma 1, tengono conto delle esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualità dell’aria e dei corpi idrici, privilegiando l’utilizzo di superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, nonché di aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica, e verificando l’idoneità di aree non utilizzabili per altri scopi, ivi incluse le superfici agricole non utilizzabili, compatibilmente con le caratteristiche e le disponibilità delle risorse rinnovabili, delle infrastrutture di rete e della domanda elettrica, nonché tenendo in considerazione la dislocazione della domanda, gli eventuali vincoli di rete e il potenziale di sviluppo della rete stessa”.

Se avrà il tempo e la cortesia di scorrere la memoria in parola, noterà che nella seconda parte della stessa viene inoltre enunciata, discussa, dimostrata e asseverata – letteralmente “per tabulas” e con il ricorso a fonti ed autori di attendibilità incontrovertibile – l’assoluta inconsistenza/insostenibilità tecnico-economica anzi l’autentico scempio sia tecnico, sia economico ed anche ambientale connesso alla realizzazione, da parte di Terna del tanto decantato Tyrrhenian Link, che in luogo di contribuire al fabbisogno energetico nazionale si dimostra essere nient’altro che un SQUALLIDA TRUFFA, destinata a gravare, sempre via-bollette, sulle tasche dell’intera comunità degli utenti italiani almeno per i prossimi decenni, in base alla “durata” tanto strombazzata.

Inoltro anche un documento-vergogna originale della stessa Terna – di relativamente dubbia “notorietà – che dà conferma (esplicitando la “necessita” di installazione di nuovi generatori termo-elettrici (a gas!!!!) in Sicilia e/o in Sardegna per potenze variabili da 550 MW a ben 1250 MW al fine di “garantire la stabilità e sicurezza della rete elettrica sarda e siciliana” in concomitanza con la realizzazione del citato “prodigio tecnologico” chiamato Tyrrhenian Link, con i relativi oneri occulti connessi (sempre accuratamente “obnubilati” dalle parti interessate…), oneri di più che dubbia sostenibilità ed anch’essi destinati a gravare per decenni su TUTTA la comunità dei cittadini italiani.

Il tutto con tanti saluti alle presunte per quanto pretese “decarbonizzazione”, “transizione ecologica”, “svolta green” e (mi scuso per il termine) via via tromboneggiando.

Puntualizzo che in tale documento Terna, l’analisi dei costi in relazione alla situazione Sardegna viene delineata a partire dalla pag. 23, e procede in quelle seguenti per le diverse configurazioni ipotizzate (essendo i “nostri” valenti “capitani coraggiosi” (sic!) di “affiliazione” anglosassone, viene utilizzata regolarmente la notazione [B€] (billions-of-euro) in luogo del piu’ corretto [G€] o direttamente €-miliardi.

Puntualizzo anche che qualora ritenesse di non volere perdere tempo con l’intero report-vergogna di Terna fra gli allegati è presente un estratto di rapida consultazione, appositamente redatto, che fa esplicito e diretto riferimento al caso-Sardegna.

Trasmetto infine anche un (sic!) interessante articolo uscito su “L’industria Italiana” del 17 gennaio 2023, che oltre alla sintesi economica e alle indegne “boutades” di stampo ignobilmente colonialista dei responsabili di progetto e/o caporioni in genere che dir si voglia della stessa Terna (con tanti saluti in questo caso alle “buonanime” di Franchetti, Sonnino e ad altri 150 anni di studi, inchieste, denunce, provvedimenti e alla via discorrendo, rubricati alla voce “questione meridionale”), dà notizia dell’intervenuta necessità d’intervento finanziario della BEI, che non si perita di finanziare il nuovo debito di una società controllata dallo Stato via-CDP Reti e gravata da un debito a bilancio di oltre 10 G€, ovvero circa 3 volte e mezzo il fatturato medio annuo dell’ultimo quinquennio.

Se, presa visione ed eventualmente effettuata la sua analisi della documentazione trasmessa lo riterrà utile, dichiaro fin d’ora di essere a disposizione – personalmente così come gli altri membri del Comitato Difesa Territorio Uta di cui mi onoro far parte – per ogni eventuale approfondimento dubbio o chiarimento ritenesse necessario, sia attraverso gli indirizzi di posta elettronica del Comitato sia attraverso l’indirizzo di origine della presente.

Buon lavoro
Con immutata stima e cordialità

Ing. Giovanni Cossu

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