lunedì 5 settembre 2022

Facciamo finta per una volta


 


Facciamo finta per una volta, di conoscere tutte le minuscole sfumature che le storia ci pone alla nostra attenzione, e seppure ci piaccia analizzare i fatti in maniera staccata dalle logiche imposte dai vincitori e dai potenti, bisogna ammettere che crimini assurdi sono stati compiuti anche dalla parte sconfitta.
E quelle assurde teorie, e quelle successive, create in funzione e a disposizione delle elite, raccomandavano altre strategie per controllare ancora più assiduamente intere popolazioni, decine e decine di milioni di persone, un progetto non da poco, criminale e che di etico non ha nemmeno la parvenza, un progetto destinato a creare fame e miseria tra la gente.
Avevano capito, i rampolli delle antiche monarchie assolutistiche, che per dominare un intero continente, e forsanche tutto il pianeta, bisogna inglobare, unire, accorpare le nazioni, creare un bacino di persone conformi tra loro, annichilire qualsiasi particolarismo, creare un unico stato, una unica moneta, un unico pensiero, un unico gregge a loro disposizione. 
Trasformare la gente da esseri umani a bestiame al pascolo del consumismo.
Il primo passo di quel progetto a lunghissima scadenza fu l’impegno sotterraneo per la creazione di un embrione di stato europeo, e passo dopo passo, pazientemente, pur dovendo attraversare una distruttiva guerra mondiale, riuscirono a mettere le basi per quella criminale costruzione. 
Le elite, in caso di guerra, non risultano mai perdenti, anche se appartenenti alla nazione sconfitta, la loro visione del mondo e della storia è imbarazzantemente dissimile da quella che appartiene alla gente.
Si, perché loro vedono il mondo in maniera diversa da noi, i confini e le frontiere hanno un diverso significato, per loro le dogane sono spesso una opportunità, mentre per la gente sono sempre un fattore che ne limita la capacità di commerciare e di stabilire contatti proficui. 
E insita in quelle teorie, si faceva strada la concezione consumistica del mondo, siamo arrivati al punto che anche le popolazioni più povere del pianeta non sono esenti da logiche scaturite da assurdi paradigmi, pianificati forse solo per il mondo più "evoluto". 
Sembrerebbe un contro senso, eppure è così, e se da un lato, in quelle aree disagiate del pianeta creano condizioni inaccettabili, perché inibiscono la loro naturale capacità di evolversi, dall’altro concedono loro di poter usare abiti, e attrezzi dismessi da quella opulenta società, che per forza di cose viene invidiata.
Ma è una colossale fregatura per quelle popolazioni, imporre canoni che non appartengono a loro, il loro naturale sviluppo sarebbe stato comunque compiuto, se pure in tempi più lunghi. 
Compiuto in maniera naturale, e quindi in maniera più stabile e duratura.
In natura, ogni forzatura porta a disastri, e un corretto progresso, attuato nei tempi giusti, risulta molto più solido.
Chi crede ancora, dopo tutti gli esempi forniti dalla storia, che l'occidente porti sollievo a quelle popolazioni, imponendo la sua cultura, sbaglia. 
Ci si può aspettare dal povero che si privi del necessario o dell'indispensabile, per accogliere chi sta meglio di lui, ma pensare che l'occidente regali qualcosa a continenti meno fortunati, è pura illusione.
Buonismi, missionarismi, campagne pietiche contro malattie e fame, non sono mai fini a se stesse.
Lasciamo che loro stessi, da se stessi, trovino la giusta strada per evolversi, e non è detto, anzi ne siamo certi, che da quel percorso possa nascere un nuovo e ben più positivo umanesimo.
Partiamo da un presupposto errato, siamo convinti che la nostra società sia più serena e felice della loro, ma... ne siamo veramente convinti?
Per una volta facciamo finta di esserci cascati.


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