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mercoledì 23 novembre 2022

L'ex capitale del sud della Russia rinuncia al suo passato e le città dell'Ucraina stanno perdendo il loro patrimonio culturale

FOTO D'ARCHIVIO. © Jeff J Mitchell/Getty Images
di Alexander Nepogodin
Fonte
L'Ucraina si sta trasformando in un paese significativamente più omogeneo e molto meno diversificato dal punto di vista culturale

Negli ultimi anni, l'Ucraina è diventata il campo di battaglia di una "guerra dei monumenti" intrapresa tra varie forze politiche. Nel 2014, il processo ha raggiunto l'apice durante la demolizione di massa delle statue di Vladimir Lenin e di altri politici sovietici. Questi eventi hanno cambiato radicalmente il simbolismo e la politica della memoria storica del Paese, aprendo la strada a una realtà in cui ogni discorso pubblico deve ormai essere accompagnato dalle parole 'Gloria all'Ucraina! Gloria agli eroi!'

Questo era lo slogan del movimento nazionalista della seconda guerra mondiale di Stepan Bandera, che collaborò con i nazisti di Adolf Hitler e prese parte all'Olocausto.

Sebbene la squadra del presidente ucraino Vladimir Zelensky abbia inizialmente cercato di "ripristinare" la politica della memoria storica, il nazionalismo radicale ha avuto la meglio in questa battaglia simbolica. Dopo l'inizio dell'operazione militare della Russia, quest'anno, la cosiddetta politica di 'decommunizzazione' è diventata apertamente nota come 'de-russificazione' – anche con oltre la metà della popolazione ufficialmente riconosciuta come russofona.

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