Quello
strano accordo tra Governo Conte(M5S) e Servizi Segreti. Il calzino
umido. Parte 1
Con Intervista all'ex dissidente Massimo Acciaro
Chris Barlati
Che
i 5 Stelle puntassero ai Servizi Segreti, ne scrissi ampiamente
parecchio tempo fa. Anzi, fui tra i primi ad avvisare le platee del
mondo digitale e giornalistico di tale pericolosa ed andreottiana
virata.
Al
di là dei noti collegamenti tra Casaleggio e la finanza
internazionale il pentapartito nutriva ancora una speranza per via
della sua componente popolare. Grillo, pensavo, dopo tutto, è stato
sempre un intimo amico di Fabrizio De Andre', nonché un personaggio
che ha cantato pesta e corna di tutto e tutti. Ma, in men che non si
dica, ecco la più profonda delusione: Beppe si è rimangiato ogni parola.
Dal
2016, come se non bastassero l'ipocrisia e l'inettitudine politica, le
cose cambiano, e da male in peggio. L'attenzione dei grillini si indirizza nei riguardi degli ''Arcana'', servendosi di Angelo Tofano, che organizza convegni,
presentazioni, ed approfondite tematiche sul tema ''Servizi''. Cosa alquanto anomala, ma da istituzione, pensandoci, essendo il M5S forza di Governo.
Nonostante le contraddizioni, la barca pentastellata va, se non fosse che il Movimento, o meglio Di Maio, si avvicini di soppiatto ad una fucina di impiegati di intelligence, formatisi presso l'università della vecchia volpe democristiana Scotti, la
quale sembra proprio essere in profumo d'intelligence nazionale e di collegamenti oltre Atlantico ed Urali.
Servizi,
politica, finanza. Insomma, i 5 stelle, trasformandosi da Movimento a
Partito, decretano la definizione del nuovo corso
pentastellato: la conquista del potere in ambito
politico, economico e d'intelligence.
I
3 gradi del potere, e la trombata da parte della Lega
In
molti, prima del climax del Movimento di Grillo, avevano avvertito
del pericolo insito nel partito della ''democrazia diretta'',
percependo in esso un ''fascismo 2.0'', uno spauracchio di
democrazia, allo stesso modo che Syriza, il finto partito Comunista greco che ha
condannato alla fame un'intera nazione, privatizzando ogni servizio e svendendo i mercati.
Insomma,
quei famosi dissidenti, primi fra tutti i campani ''ostili'' a
Roberto Fico(da tutti ritenuto un bamboccio manipolabile), avevano
messo in guardia fin da subito i propri elettori: '' i 5 Stelle non
sono altro che un'incubatrice di consensi, finalizzata alla
sterilizzazione dei dissensi e delle rivendicazioni delle masse.'' Ho
avuto il piacere di incontrare alcuni di loro, in particolare Massimo
Acciaro, caro amico, di cui in seguito riporterò un'interessante
intervista. Ma veniamo al dunque dell'articolo: questo amore unilaterale(e
dico, sì, unilaterale) tra Governo e Servizi cosa ha provocato
nell'attuale stato di crisi degli ultimi due governi Conte?
La
politica è sangue e merda, ma anche peste e corna
Che tra 5 Stelle, Lega e Servizi ci fosse un poliamore, un triangolo amoroso, lo scrissi parecchio tempo fa. E' dal 2017, infatti, che Giggino Di Maio, detto faccia di bronzo, corteggia stranamente i Servizi, lodando la loro funzione di protezione e difesa, sia in campo nazionale che in materia di lotta al terrorismo. Dal quel lontano luglio 2017, quando ancora Aldo Giannuli rientrava tra le schiere dei consiglieri e simpatizzanti dei 5 Stelle, molte cose sono cambiate, ed i segnali della trasformazione si sono manifestati in tutta la loro funesta materializzazione. I Servizi Segreti, dalla chimera omicida che aveva condannato a morte Ilaria Alpi, eccoli miracolosamente diventare l'unico elemento in grado di difenderci dal male e dai musulmani cattivi nemici della democrazia(ma l'I.S.I.S non era finanziato da U.S.A., Israele e Turchia?Ah, scusate. Ora gli U.S.A. sono nostri alleati).
Si
sono ''trombati'' Di Battista
Tutto
è molto strano, eppure è così. I Servizi Segreti, in passato
bersaglio delle ferocissime invettive di Grillo e dei suoi protetti,
primo fra tutti del capopopolo Di Battista, sono evoluti: ora sono i
poteri buoni, quelli ''necessari'' per la tutela dell'istituto
democratico italiano e dei suoi ''interessi'' internazionali.
Povero
Alessandro. Il quasi leader ''Dibba'', che non si è mai fatto
problemi a ribadire come i nostri cari Servizi vendano e traffichino
in armi, e all'occorrenza eliminino anche chi scopra i loro
''affari''(vedi la martire Alpi), è stato infine censurato e
l'argomento Servizi dimenticato. Un tempo si parlava di Mafia, di
'Ndrangheta, di traffico di droga. E addirittura di riconoscere lo
stato di Palestina. Giunti al Governo da maggioranza, nulla più di
tutto questo. Le parole chiave adesso sono diventate: ''alleati
atlantici, mercati, ripensamento delle politiche europee''. Fuffa per
popolino, insomma.
Governo
giallo verde e la vittoria dei Servizi. Sì, ma di quali?
Il
Partito dell' ''Onestà'' e della ''Trasparenza'' si è disintegrato
in pochi mesi, passando dall'inquisizione di ogni politico no M5S invischiato
in strani affari, al goder del principale esponente di Governo,
nonché Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sotto lente del
Copasir per presunti legami con i servizi americani neocon, i quali avrebbero preparato, con il favore onnipresente e lecchino degli
Italiani, il falso scandalo dell'appoggio russo alla campagna
presidenziale di Trump.
Ma
davvero è tutto qui?
Chi
di servizi ferisce di servizi perisce, e non a caso Conte è stato
''inquisito'' proprio come ''Salvini'', ma per ''peccati''
completamente diversi.
Conte,
l'avvocato del popolino, viene accusato per un reato che non esiste e
per colpe che nemmeno ha commesso. Essendo il Capo di un Governo ha il
diritto di impartire direttive ad agenti del Servizio, seppur
informalmente. La relazione tra capo di Governo ed agenti è, quanto meno, importante che avvenga per scopi di sicurezza
Nazionale. Tutto qui, senza bisogno di chissà quale avallo o permesso in materia(o ci siamo dimenticati di quando Cossiga ed Andreotti erano Premier?).
Dunque, senza voler dare troppe ragioni a Massimo D'Alema,
insegnante, guarda caso, della stessa Università Link, fucina dei
nuovi dirigenti del Movimento e collega del proff. ''scomparso'', non
vi è nulla di strano in quello che avrebbe fatto Conte.
In
sintesi, perché Conte è ''innocente''
La
vera accusa nei confronti di Conte è di nascondere il proff. Mifsud della Link University del volpone Scotti, proff. che, secondo le
indiscrezione, bazzicava tra Cia/Fbi e Servizi Russi/Oligarchi filo
putiniani.
Il proff., stando alle fonti ufficiali, avrebbe ricevuto soffiate riguardo l'esistenza
di ''email imbarazzanti'', in possesso dei russi, che avrebbero potuto rovinare la Clinton. Sarebbe per questo entrato in contatto con l'intelligence statunitense, avvisando i relativi Servizi di sicurezza(ma a quale scopo?). Complotto o meno, il tutto
sarebbe stato inutile, poiché l'esistenza di Wikileaks e la
diffusione di interi archivi statunitensi attraverso il wiki
dizionario dei segreti mondiali, diretto dall'oramai spacciato Julian
Assange, aveva già fatto danni, e ne avrebbe fatto a seguire. Si potrebbe, dunque, interpretare il presunto gesto di Misfud anche como un avvicinamento alle posizioni multipolari di Trump, e non un aiuto per prevenire disastri all'oramai compromessa Clinton, se volessimo dubitar bene e pensar egregiamente male. Il tutto sta nel capire Misfud con quali sezioni dell'intelligence statunitense sia venuto in contatto.
Conte,
per proteggere quindi il proff., lo avrebbe nascosto o per difendere
il complotto organizzato da Renzi e dalla sinistra filo obamiana, o
per offrire a Trump un regalo di distensione, visti i buoni rapporti che, nonostante la disinformazione, intercorrono tra i due.
Chi vuol fare i conti con Conte?
Sia per l'una che per l'altra, non sono gli U.S.A. che premono per le dimissioni di Conte. E' la sinistra finanziaria, neocon e obamiana che vuole eliminarlo. All'estero, poco o
nulla si muove e se si muove è per direzionare i giochi in senso multipolare. Ergo, Conte o no Conte, Trump vuole che le cose vadano
come dice lui e sicuro che tra un Conte o un Renzi preferisce un Conte, e non l'obamiano truffaldino di Firenze.
Il
Movimento contro la Lega. Lo spauracchio dei Russi per arrivare ai
servizi.
Dalla stipula dell'alleanza di governo ''giallo-verde'' sono stati in molti ad aver sentito puzza di teatrino, di ''manine'' o meglio di ''servizi''. Che questi Servizi dirigano le sorti del Paese, in direzioni ben determinate, lo dimostrarono gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino, nonché lo scandalo della terra dei fuochi e, in ultimo, del traffico di esseri umani(senza contare il Ponte Morandi e la perenne sottomissione agli acquisti degli F-35). Consiglio sempre la lettura degli ultimi capitolo di un libro edito da chi vi scrive, che potete scaricare gratuitamente al seguente link, per capire chi e cosa abbia ucciso Falcone e Borsellino, e chi diriga realmente le sorti del nostro Paese.
Intervista
al protagonista
Vi
lascio ad un'interessante intervista che ho avuto il piacere di
rivolgere a Massimo Acciaro, ''dissidente'' 5 Stelle, che, tra i
primi, denunciò pubblicamente quanto stava accadendo nel Movimento,
nonché della strana devianza di Roberto Fico, per temi quali la
partecipazione del ''uno vale uno'' e della ''democrazia diretta''.
Massimo Acciaro |
Chi erano i ''dissidenti della prima ora''?
«Noi (i dissidenti) all'inizio eravamo
utilizzati come manovalanza, ed onestamente, avendo già fatto
politica, non credevo nell'uno vale uno. Credevo però nel concetto,
ed era interessante, di democrazia partecipata dal basso.»
Cosa puoi dirmi di Fico in quel periodo?
Cosa puoi dirmi di Fico in quel periodo?
«Fico gestiva in maniera quasi militare
le ''agorà'' servendosi dei suoi strettissimi collaboratori,
diventati dopo chi onorevoli, chi senatori, chi portaborse, chi
invece addetto stampa.»
Cosa succedeva in queste ''agorà''?
«Che, automaticamente, impedivano di
esprimere liberamente le nostre idee, quando queste potevano creare
un dissenso critico e far sviluppar e un pensiero critico all'interno
del Movimento.»
E nel Movimento?
«In maniera molto subdola manipolavano
anche il corretto andamento della dialettica nel Movimento, tant'è
vero che noi ricorremmo nel vederci su facebook, in un gruppo chiuso
che chiamammo ''Napoli Libera'', per poter esprimere le nostre idee.»
E con Fico? Quando i primi diretti
dissapori?
«Il primo dissapore con Fico diciamo si
ebbe con l'espulsione di Rosa Capuozzo a Quarto, ma risalgono a
qualche tempo prima, quando si doveva avere un incontro con Bersani.
Noi auspicavano che ci fosse una dialettica con Bersani su alcuni
punti ed una convergenza su alcuni argomenti che Bersani era disposto
a delineare.
Il primo punto di crisi ci fu, come
detto, con il caso di Rosa Capuozzo. Noi non vedevamo di buon occhio
quell'espulsione, anche per il carattere irrispettoso dell'azione,
ed anche in virtù di una ragione ben precisa: esiste la presunzione
d'innocenza e non si possono effettuare espulsioni preventive.
Noi, ma in maniera molto naturale,
eravamo una corrente di circa 36-37 persone che, spinte dal
cameratismo locale di effettuare delle azioni sul territorio,
sviluppammo delle affinità elettive, quindi un pensiero critico nei
riguardi di quello che non andava all'interno del Movimento.
Vedemmo, col passare del tempo, che le
candidature riguardavano personaggi che avevano il carisma di un
calzino umido, e che venivano calate in buona sostanza dall'alto,
violando quell'uno vale uno che ci era stato tanto propinato. Fu
allora che decidemmo e maturammo di avallare delle candidature alle
regionali ed alle comunali, ed in pubblico consesso. E fu proprio in
quel momento che mettemmo in rete tale pensiero, su facebook, in quel
gruppo chiuso chiamato ''Napoli Libera''.»
Nelle assemblee non avete potuto
nulla?
«All'interno di queste assemblee,
sistematicamente, gli adepti di Fico ci impedivano con qualsiasi
strategia, con interventi, anche alle volte violenti, di esprimere in
maniera compiuta i nostri pensieri.»
Perché non vi siete fin da subito
organizzati?
«Dobbiamo dire che, mentre loro erano
organizzati, noi assolutamente, all'inizio, non lo eravamo. Col
tempo, man mano, avendone capito i meccanismi, ci organizzammo pure
noi e creammo una vera e propria corrente. Nel momento in cui ci
candidammo alle comunali, nel 2016, fummo raggiunti dalle espulsioni,
perché avevamo creato questo gruppo su Facebook. Voce giunta da
presunti soggetti, i cui nomi non sono attualmente noti, e su
segnalazioni di persone non attiviste, i cui nomi anche sono
sconosciuti.»
Come vi espulsarono?
«Ci inviarono queste espulsioni con una
fredda email.»
Cosa vi scrissero?
«Ci dissero di formulare delle nostre
contro deduzioni, ma le nostre espulsioni arrivarono comunque.
Contattammo pure un avvocato, anch'esso espulso dal Movimento,
Lorenzo Borrè, avvocato di Roma, il quale perorò le nostre
posizioni. Date le nostre situazioni, avallammo una causa, ed avemmo
come magistrato il giudice Graziano, giudice monocratico del
tribunale di Napoli, il quale, alla fine, per mezzo di sentenza,
sancì che le espulsioni erano illegittime e che il Movimento non
doveva espellerci poiché aveva impedito ad una corrente di
esprimersi; corrente che magari avrebbe fatto una differenza nella
politica e nel panorama regionale, e che avrebbe cambiato magari le
sorti del Movimento nazionale.»
E nei riguardi di Casaleggio?
«Noi maturavamo le intenzioni anche di
mettere in discussione le piattaforme dati che venivano trattati
dalla Casaleggio. Volevamo una piattaforma informatica dove votare,
che fosse però ratificata da un ente terzo super partes. Oggi le
votazioni vengono in buona sostanza effettuate su di una piattaforma,
Rosseau, i cui dati passano per le mani della Casaleggio, e che
vengono portati da un notaio che si limita semplicemente a
ratificarli.»
Nessuna affidabilità terza, in
sintesi?
«Non
c'è un vero e proprio ente super partes che valuti la veridicità
delle votazioni.»
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