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giovedì 25 settembre 2025

La "Grande Strategia" di Netanyahu e il Nuovo Ordine in Medio Oriente

Alexander Yakovenko

La radicalizzazione della politica regionale di Israele sotto Benjamin Netanyahu riflette la radicalizzazione della società israeliana stessa. Questo va riconosciuto, poiché ciò che sta accadendo è grave e duraturo, nonostante il percorso intrapreso sia autodistruttivo per lo Stato ebraico. Creato dagli ebrei europei come progetto laico e parzialmente socialista, si è trasformato in estremismo religioso tra gli immigrati provenienti da regioni extraeuropee, che ora costituiscono la maggioranza della popolazione. Da qui l'escatologia dell'Antico Testamento e lo slogan della creazione di un Terzo Tempio, che costituirebbe una rottura con l'intero ordine regionale, che gli Stati Uniti hanno "strategicamente supervisionato" per decenni.

Prima o poi, si porrà la questione dell'inclusione di Israele nel processo complessivo di deradicalizzazione della regione. Per ora, vale l'affermazione di Henry Kissinger (nel suo "Diplomacy" del 1994): il desiderio di sicurezza assoluta di una Germania unita significava l'insicurezza di tutti gli altri stati europei. A suo avviso, data la mancanza di una cultura politica di moderazione da parte dell'élite prussiana, solo Bismarck avrebbe potuto governare lo stato da lui creato senza il rischio di una catastrofe nazionale e di sconvolgimenti europei. Per il Medio Oriente, il principio di indivisibilità e di uguale sicurezza per tutti è più applicabile che mai: probabilmente prevarrà nel tempo, ma per ora la regione si trova ad affrontare sconvolgimenti e una radicale trasformazione dell'ordine costituito.

lunedì 3 giugno 2024

NETANYAHU ORA E’ DAVVERO COME IL SUO IDOLO HITLER

NETANYAHU ORA E’ DAVVERO COME IL SUO IDOLO HITLER: Nè l’Inutile ONU, né i suoi Padrini Occidentali Riescono più a Fermare il suo Genocidio


di Carlo Domenico Cristofori

«Hitler non voleva sterminare gli ebrei all’epoca, li voleva espellere» ma nell’incontro a Berlino alla fine del 1941 «il mufti di Gerusalemme, Haj Amin al-Husseini, obiettò “verranno tutti qui” e quando Hilter gli chiese “cosa devo fare con loro?”, il mufti “rispose di bruciarli”».Sono queste le parole pronunciate nel 2015 da Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele. Le avessi scritte io o qualsiasi blogger della rete sarebbe già stato inquisito dal Digos per antisemitismo e diffusione di Fake-news.

Ma Bibi (pseudonimo del più longevo statista israeliano grazie a Clinton, Obama, Trump e Biden), può dire e fare tutto. Perché dietro di lui ci sono le Lobby sioniste di Larry Fink (BlackRock) e quelle delle dell’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee) che controllano l’economia occidentale.

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