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venerdì 21 marzo 2025

Dugin e il declino dell'Occidente

CONSTANTIN VON HOFFMEISTER

Stiamo marcendo. Ma nel marciume, qualcosa striscia. Oswald Spengler guardò l'Europa e vide una vecchia, con le labbra dipinte per nascondere le crepe. Alexander Dugin guardò il mondo e vide un campo di battaglia, linee tracciate nel sangue. L'uomo faustiano, colui che va oltre, il costruttore di cattedrali, l'ingegnere dell'apocalisse: ha costruito troppo, si è spinto troppo lontano, e ora annega nello stesso oceano che ha cercato di conquistare


Cosa resta? Una nuova guerra, non solo una guerra di nazioni, ma dell'Essere stesso. La Quarta Teoria Politica non piange per l'Occidente come fa Spengler. Ride. Affila il suo coltello. Dichiara morte le vecchie ideologie e ne spinge i cadaveri nella polvere. Chiede qualcosa di nuovo, qualcosa che vada oltre il liberalismo, oltre il comunismo, oltre il fascismo: un ritorno, ma non alla tradizione come pezzo da museo. La tradizione come arma.

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