Giotto: Lucifero negli inferi di Dante |
DI GIANMARCO LANDI
Il 21 dicembre scorso, il Parlamento della Repubblica italiana ha bocciato il trattato del MES, cioè una camicia di forza cucita dai sarti della tecnocrazia UE ai governi europei, per il fine apparente di stabilizzare il Sistema finanziario. Prendendo per buone le narrazioni ufficiali, il Meccanismo Europeo di Stabilità sarebbe necessariamente dovuto passare in Parlamento, ancorché fosse evidente che servisse a socializzare le perdite e i debiti non restituibili delle multinazionali tutelate dal World Economic Forum di Davos. Tutti hanno capito che il consesso di stakeholder di Davos è incurante di una ingiustizia di per se stessa evidente: i profitti, negli anni della globalizzazione, sono stati generati unicamente grazie all’espansione di un credito garantito dai derivati, concentrando ricchezza finanziaria in capo a pochissimi soggetti e impoverendo al contempo i popoli.
Oggi, l’attivo dello Stato Patrimoniale dei bilanci dei giganti eco-nomici del WEF non copre sostanzialmente il passivo costituito da colossali debiti bancari, e per proteggere questa posizione pervertita dalla possibilità che una crisi finanziaria li faccia fallire tutti in blocco per insostenibilità dei debiti, i globalisti hanno complottato per imporre dei piani politici di spietato dominio verticista ammantati dalle belle parole all’Agenda 2030. Il Great Reset di Davos sarebbe dovuto essere il culmine di questi piani, attraverso una moratoria dei debiti dei grandi soggetti globali a scapito delle moltitudine di posizioni di ricchezza “sudata” e risparmiata dei piccoli.