EUROPEISTA, UMANISTA ED ECOLOGISTA: L’IDENTIKIT DELL’ANTICRISTO DEL 2000 TRACCIATO DA SOLOVEV E RILANCIATO DAL CARD. BIFFI E DA BENEDETTO XVI
Antonio Socci
Il racconto dell’Anticristo di Solov’ëv fu pubblicato nel 1900 e Il padrone del mondo di Benson nel 1907. Ma entrambi collocano temporalmente i loro romanzi attorno all’anno 2000.
In entrambi i romanzi – al tempo in cui si svolge la storia – «il papato era stato scacciato da Roma». Inoltre l’Imperatore/Anticristo di Solov’ëv viene eletto presidente degli Stati Uniti d’Europa (da lì s’impadronisce del mondo intero e pure delle Chiese) e anche Julian Felsenburgh, che è l’Anticristo di Benson, ne Il padrone del mondo, diventerà presidente dell’Europa (da lì poi presidente del governo mondiale).
Egualmente, in questi anni recenti, Michael O’Brien, nel suo romanzo L’inviato (ultimo di una trilogia) rappresenta l’Anticristo come «Presidente dell’Unione europea, leader politico mondiale che predica un nuovo mondo e il superamento di tutte le differenze in chiave umanitaria».
Dunque, come oggi O’Brien, quei due autori, agli inizi del Novecento, prefiguravano la possibilità che l’Europa, dopo essere stata per due millenni la terra cristiana per eccellenza, (…) potesse diventare, a cavallo del 2000, la terra dell’apostasia dalla fede, la guida e l’esempio della scristianizzazione del mondo. E che tutto questo potesse avvenire nel nome di un umanitarismo senza Cristo, in nome di un’ideologia filantropica, ecumenica, ecologista, oggi diremmo «politicamente corretta», avversa al cristianesimo. (…) Un avvertimento profetico?
È martedì 27 febbraio 2007. Il cardinale Giacomo Biffi sta tenendo gli esercizi spirituali alla Curia romana. Benedetto XVI, che lo ha scelto per questo compito, lo ascolta attentamente.
Il cardinale introduce un filosofo a lui caro (…): si tratta del russo Vladimir Sergeevicˇ Solov’ëv (1853-1900). Autore de Il racconto dell’Anticristo (…).Addirittura Biffi pone come titolo a questa meditazione L’ammonimento profetico di Solov’ëv, riconoscendo dunque un valore fortissimo al suo insegnamento (…).
Ma in che cosa consiste la profezia? Il cardinale Biffi ricorda che alla fine dell’Ottocento dominava un euforico ottimismo: si «prevedeva per il secolo che stava per iniziare un avvenire di progresso, di prosperità, di pace».
Lo scrittore russo, invece, (…) «prevede che il secolo XX sarà contrassegnato da grandi guerre, da grandi rivoluzioni cruente, da grandi lotte civili».
È esattamente ciò che è avvenuto (…). Ma lo scrittore in quell’opera va oltre e centra perfettamente anche un’altra «profezia». Infatti – spiega il cardinale Biffi – vi si legge che «sul finire del secolo, i popoli europei – persuasi dei gravi danni derivati dalle loro rivalità – daranno origine, egli dice, agli Stati Uniti d’Europa. “Ma […] i problemi della vita e della morte (…) rimangono come per l’addietro senza soluzione. Viene in luce soltanto un unico risultato importante, ma di carattere negativo: il completo fallimento del materialismo teoretico. Ciò non comporterà però l’estendersi e l’irrobustirsi della fede. Al contrario, l’incredulità sarà dilagante. Sicché, alla fine si profila per la civiltà europea una situazione che potremmo definire di vuoto. In questo vuoto appunto emerge e si afferma la presenza e l’azione dell’Anticristo».
Un’Europa unita, scristianizzata e nichilista, dopo il crollo del materialismo, diventa dunque il trampolino di lancio dell’Anticristo per Solov’ëv che parla espressamente di abbattimento degli Stati nazionali e delle identità nazionali (le «vecchie tradizionali strutture del mondo in nazioni separate»),a vantaggio di una «organizzazione internazionale […] di tutta la popolazione europea» chiamata «Stati Uniti d’Europa», e poi prospetta vagamente un’analoga «unificazione» del mondo intero (potremmo chiamarla «globalizzazione»).
(…) Le caratteristiche dell’Anticristo di Solov’ëv sono sorprendenti (…). Potremmo definirlo oggi un campione dell’umanitarismo progressista, un messia dell’ecumenismo politically correct, un perfetto simbolo dell’ideologia attualmente dominante (…)
Era anche «un convinto spiritualista» con «altissime dimostrazioni di moderazione, di disinteresse e di attiva beneficienza». E il suo spirito ecumenico lo porterà a voler unire tutte le diverse confessioni. (…)
Ripeto: a riproporre tale profezia è uno dei più autorevoli cardinali della Chiesa cattolica (…) tenendo gli esercizi spirituali per la Curia romana, davanti a Benedetto XVI, nel febbraio 2007.
Questo episodio ha anche – come sfondo storico – la «battaglia culturale» che Giovanni Paolo II prima e Benedetto XVI poi hanno combattuto dagli anni Novanta del XX secolo attorno al tema delle «radici cristiane» dell’Europa. (…) Un’epocale questione spirituale e politica.
Infatti, con il crollo del Muro di Berlino e del comunismo, quella che era la Comunità economica europea, nata dai Trattati di Roma del 1957, nata peraltro su spinta americana in contrapposizione al blocco dell’Est europeo, con un’identità cristiana legata alle diverse Dc che governavano l’Europa occidentale e con la limitazione a una cooperazione economica fra Stati (nel rispetto della sovranità e dell’identità di ogni singolo Stato), si trasforma radicalmente.
La svolta è realizzata con il Trattato di Maastricht del 1992, quando nasce l’Unione europea. Una struttura tecnocratica – a egemonia franco-tedesca – che svuota progressivamente le sovranità degli Stati, sottraendo a essi anche la sovranità monetaria (con la nascita dell’euro) e la politica economica.
L’impronta ideologica della Ue è per un verso mercatista – in quanto sottomette gli Stati alla sovranità assoluta dei mercati –, per altro verso fortemente laicista, rispecchiando così le due corsie della globalizzazione:deregulation finanziaria e deregulation antropologica.
Così (…) «il sogno dei padri storici e autentici dell’idea d’Europa è rimasto irrealizzato e, per di più» scrive Renato Cristin «è diventato l’incubo dei popoli europei di oggi.»
(…) Il mese dopo quegli esercizi spirituali, il 24 marzo, Benedetto XVI tenne un discorso agli episcopati europei in occasione del 50° anniversario della firma dei Trattati di Roma (25 marzo 1957).
Benedetto XVI elencò le criticità che si erano manifestate con la nuova Unione europea nata nel 1992, a partire dal grave crollo demografico («Si deve purtroppo constatare che l’Europa sembra incamminata su una via che potrebbe portarla al congedo dalla storia») che ha pure enormi ricadute economiche (…).
Benedetto XVI mise infine il dito nella piaga: “Il processo stesso di unificazione europea si rivela non da tutti condiviso, per l’impressione diffusa che vari ‘capitoli’ del progetto europeo siano stati ‘scritti’ senza tener adeguato conto delle attese dei cittadini. Da tutto ciò emerge chiaramente che non si può pensare di edificare un’autentica ‘casa comune’ europea trascurando l’identità propria dei popoli di questo nostro Continente. Si tratta infatti di un’identità storica, culturale e morale”.
(…) Pochi mesi dopo, nel novembre dello stesso anno, papa Ratzinger pubblicava la sua enciclica Spe salvi nella quale – anch’egli – evocava, a un certo punto, a sorpresa, l’Anticristo e lo faceva – significativamente – con una citazione di Immanuel Kant (…): “Se il cristianesimo un giorno dovesse arrivare a non essere più degno di amore […] allora il pensiero dominante degli uomini dovrebbe diventare quello di un rifiuto e di un’opposizione contro di esso; e l’anticristo […] inaugurerebbe il suo, pur breve, regime (fondato presumibilmente sulla paura e sull’egoismo). In seguito, però, poiché il cristianesimo, pur essendo stato destinato a essere la religione universale, di fatto non sarebbe stato aiutato dal destino a diventarlo, potrebbe verificarsi, sotto l’aspetto morale, la fine (perversa) di tutte le cose”.
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Antonio Socci
Il racconto dell’Anticristo di Solov’ëv fu pubblicato nel 1900 e Il padrone del mondo di Benson nel 1907. Ma entrambi collocano temporalmente i loro romanzi attorno all’anno 2000.
In entrambi i romanzi – al tempo in cui si svolge la storia – «il papato era stato scacciato da Roma». Inoltre l’Imperatore/Anticristo di Solov’ëv viene eletto presidente degli Stati Uniti d’Europa (da lì s’impadronisce del mondo intero e pure delle Chiese) e anche Julian Felsenburgh, che è l’Anticristo di Benson, ne Il padrone del mondo, diventerà presidente dell’Europa (da lì poi presidente del governo mondiale).
Egualmente, in questi anni recenti, Michael O’Brien, nel suo romanzo L’inviato (ultimo di una trilogia) rappresenta l’Anticristo come «Presidente dell’Unione europea, leader politico mondiale che predica un nuovo mondo e il superamento di tutte le differenze in chiave umanitaria».
Dunque, come oggi O’Brien, quei due autori, agli inizi del Novecento, prefiguravano la possibilità che l’Europa, dopo essere stata per due millenni la terra cristiana per eccellenza, (…) potesse diventare, a cavallo del 2000, la terra dell’apostasia dalla fede, la guida e l’esempio della scristianizzazione del mondo. E che tutto questo potesse avvenire nel nome di un umanitarismo senza Cristo, in nome di un’ideologia filantropica, ecumenica, ecologista, oggi diremmo «politicamente corretta», avversa al cristianesimo. (…) Un avvertimento profetico?
È martedì 27 febbraio 2007. Il cardinale Giacomo Biffi sta tenendo gli esercizi spirituali alla Curia romana. Benedetto XVI, che lo ha scelto per questo compito, lo ascolta attentamente.
Il cardinale introduce un filosofo a lui caro (…): si tratta del russo Vladimir Sergeevicˇ Solov’ëv (1853-1900). Autore de Il racconto dell’Anticristo (…).Addirittura Biffi pone come titolo a questa meditazione L’ammonimento profetico di Solov’ëv, riconoscendo dunque un valore fortissimo al suo insegnamento (…).
Ma in che cosa consiste la profezia? Il cardinale Biffi ricorda che alla fine dell’Ottocento dominava un euforico ottimismo: si «prevedeva per il secolo che stava per iniziare un avvenire di progresso, di prosperità, di pace».
Lo scrittore russo, invece, (…) «prevede che il secolo XX sarà contrassegnato da grandi guerre, da grandi rivoluzioni cruente, da grandi lotte civili».
È esattamente ciò che è avvenuto (…). Ma lo scrittore in quell’opera va oltre e centra perfettamente anche un’altra «profezia». Infatti – spiega il cardinale Biffi – vi si legge che «sul finire del secolo, i popoli europei – persuasi dei gravi danni derivati dalle loro rivalità – daranno origine, egli dice, agli Stati Uniti d’Europa. “Ma […] i problemi della vita e della morte (…) rimangono come per l’addietro senza soluzione. Viene in luce soltanto un unico risultato importante, ma di carattere negativo: il completo fallimento del materialismo teoretico. Ciò non comporterà però l’estendersi e l’irrobustirsi della fede. Al contrario, l’incredulità sarà dilagante. Sicché, alla fine si profila per la civiltà europea una situazione che potremmo definire di vuoto. In questo vuoto appunto emerge e si afferma la presenza e l’azione dell’Anticristo».
Un’Europa unita, scristianizzata e nichilista, dopo il crollo del materialismo, diventa dunque il trampolino di lancio dell’Anticristo per Solov’ëv che parla espressamente di abbattimento degli Stati nazionali e delle identità nazionali (le «vecchie tradizionali strutture del mondo in nazioni separate»),a vantaggio di una «organizzazione internazionale […] di tutta la popolazione europea» chiamata «Stati Uniti d’Europa», e poi prospetta vagamente un’analoga «unificazione» del mondo intero (potremmo chiamarla «globalizzazione»).
(…) Le caratteristiche dell’Anticristo di Solov’ëv sono sorprendenti (…). Potremmo definirlo oggi un campione dell’umanitarismo progressista, un messia dell’ecumenismo politically correct, un perfetto simbolo dell’ideologia attualmente dominante (…)
Era anche «un convinto spiritualista» con «altissime dimostrazioni di moderazione, di disinteresse e di attiva beneficienza». E il suo spirito ecumenico lo porterà a voler unire tutte le diverse confessioni. (…)
Ripeto: a riproporre tale profezia è uno dei più autorevoli cardinali della Chiesa cattolica (…) tenendo gli esercizi spirituali per la Curia romana, davanti a Benedetto XVI, nel febbraio 2007.
Questo episodio ha anche – come sfondo storico – la «battaglia culturale» che Giovanni Paolo II prima e Benedetto XVI poi hanno combattuto dagli anni Novanta del XX secolo attorno al tema delle «radici cristiane» dell’Europa. (…) Un’epocale questione spirituale e politica.
Infatti, con il crollo del Muro di Berlino e del comunismo, quella che era la Comunità economica europea, nata dai Trattati di Roma del 1957, nata peraltro su spinta americana in contrapposizione al blocco dell’Est europeo, con un’identità cristiana legata alle diverse Dc che governavano l’Europa occidentale e con la limitazione a una cooperazione economica fra Stati (nel rispetto della sovranità e dell’identità di ogni singolo Stato), si trasforma radicalmente.
La svolta è realizzata con il Trattato di Maastricht del 1992, quando nasce l’Unione europea. Una struttura tecnocratica – a egemonia franco-tedesca – che svuota progressivamente le sovranità degli Stati, sottraendo a essi anche la sovranità monetaria (con la nascita dell’euro) e la politica economica.
L’impronta ideologica della Ue è per un verso mercatista – in quanto sottomette gli Stati alla sovranità assoluta dei mercati –, per altro verso fortemente laicista, rispecchiando così le due corsie della globalizzazione:deregulation finanziaria e deregulation antropologica.
Così (…) «il sogno dei padri storici e autentici dell’idea d’Europa è rimasto irrealizzato e, per di più» scrive Renato Cristin «è diventato l’incubo dei popoli europei di oggi.»
(…) Il mese dopo quegli esercizi spirituali, il 24 marzo, Benedetto XVI tenne un discorso agli episcopati europei in occasione del 50° anniversario della firma dei Trattati di Roma (25 marzo 1957).
Benedetto XVI elencò le criticità che si erano manifestate con la nuova Unione europea nata nel 1992, a partire dal grave crollo demografico («Si deve purtroppo constatare che l’Europa sembra incamminata su una via che potrebbe portarla al congedo dalla storia») che ha pure enormi ricadute economiche (…).
Benedetto XVI mise infine il dito nella piaga: “Il processo stesso di unificazione europea si rivela non da tutti condiviso, per l’impressione diffusa che vari ‘capitoli’ del progetto europeo siano stati ‘scritti’ senza tener adeguato conto delle attese dei cittadini. Da tutto ciò emerge chiaramente che non si può pensare di edificare un’autentica ‘casa comune’ europea trascurando l’identità propria dei popoli di questo nostro Continente. Si tratta infatti di un’identità storica, culturale e morale”.
(…) Pochi mesi dopo, nel novembre dello stesso anno, papa Ratzinger pubblicava la sua enciclica Spe salvi nella quale – anch’egli – evocava, a un certo punto, a sorpresa, l’Anticristo e lo faceva – significativamente – con una citazione di Immanuel Kant (…): “Se il cristianesimo un giorno dovesse arrivare a non essere più degno di amore […] allora il pensiero dominante degli uomini dovrebbe diventare quello di un rifiuto e di un’opposizione contro di esso; e l’anticristo […] inaugurerebbe il suo, pur breve, regime (fondato presumibilmente sulla paura e sull’egoismo). In seguito, però, poiché il cristianesimo, pur essendo stato destinato a essere la religione universale, di fatto non sarebbe stato aiutato dal destino a diventarlo, potrebbe verificarsi, sotto l’aspetto morale, la fine (perversa) di tutte le cose”.
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