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lunedì 2 gennaio 2023

Benjamin Fulford: I fuochi d'artificio militari dovrebbero inaugurare l'Anno del Coniglio

La salma di Benedetto XVI
Di Benjamin Fulford
Si prevede che alcune enormi mosse militari in tutto il mondo inaugureranno l'Anno del Coniglio che inizia il 22 gennaio del calendario cinese. "Sta arrivando un nuovo, formidabile anno militare, che cambierà il mondo e ogni persona", promette una fonte della società segreta asiatica. Fonti del Pentagono prevedono una massiccia offensiva simultanea della Cina su Taiwan e della Russia sull'Ucraina. Tuttavia, stiamo sentendo da società segrete russe, asiatiche e altre fonti che potrebbe esserci un'offensiva simultanea da parte di Russia, Cina, Corea del Nord, Turchia, Iran, Serbia, Bielorussia e la forza spaziale segreta per sopraffare tutte le forze militari controllate dalla mafia Khazariana (MK). . L'Europa occidentale cadrebbe nel giro di poche settimane, mentre Taiwan si arrenderà sicuramente senza combattere troppo. È dubbio che l'esercito sudcoreano combatterà molto contro i suoi compatrioti del nord. Israele dovrà anche concludere un accordo prima che sia troppo tardi. Abbiamo anche sentito da fonti della Secret Space Force che le armi nucleari non potranno esplodere durante questo conflitto.

mercoledì 15 gennaio 2020

IL CLAMOROSO CASO DEL LIBRO DI BENEDETTO XVI E DEL CARD. SARAH SUL CELIBATO ECCLESIASTICO. BERGOGLIO E’ INFEROCITO PERCHE’…

IL CLAMOROSO CASO DEL LIBRO DI BENEDETTO XVI E DEL CARD. SARAH SUL CELIBATO ECCLESIASTICO. BERGOGLIO E’ INFEROCITO PERCHE’…






L’assurdo pasticcio che è stato fatto, dopo l’anticipazione del libro di Benedetto XVI e del card. Sarah, è spiegato benissimo in QUESTO articolo di Riccardo Cascioli


* * *


Il libro scritto da Benedetto XVI e dal card. Robert Sarah, intitolato “Dal profondo dei nostri cuori”, ancor prima di uscire ha suscitato un terremoto e il fuoco di sbarramento sgangherato e rabbioso di certi bergogliani. Quasi che Benedetto XVI non avesse diritto di parola (lo stesso Bergoglio, in passato, lo aveva invitato a intervenire).

Il terremoto è stato provocato dall’anticipazione ai giornali della loro difesa del celibato sacerdotale (che definiscono “indispensabile”). Ma anche dal loro tono generale che prova la gravità della situazione, perché i due uomini di Dio – pur con rispetto verso il papa argentino – sembrano dire a Bergoglio: fermati, stai portando la Chiesa fuori strada, nel burrone.

Essi, citando S. Agostino, affermano: “ora non possiamo più tacere”. Dopo aver sopportato a lungo gli spettacoli incresciosi dell’epoca bergogliana (come la Pachamama in San Pietro, al sinodo amazzonico), dopo aver tentato a lungo, per vie riservate e fraterne, di sconsigliare a Bergoglio i suoi strappi rivoluzionari, adesso avvertono un dovere di coscienza davanti a Dio e alla Chiesa: “Era nostro sacro dovere ricordare la verità del sacerdozio cattolico. In questi tempi difficili ciascuno deve avere paura che un giorno Dio gli rivolga questo acerbo rimprovero: ‘Maledetto sei tu, che non hai detto nulla’”.

Citando queste parole di S. Caterina da Siena, grande fustigatrice di papi, vogliono richiamare tutti gli ecclesiastici (Bergoglio compreso) a pensare all’unico giudizio che conta, che non è quello dei giornali e delle potenze di questo mondo, ma quello di Dio.

Sbagliato dunque rincorrere gli applausi dei media, degli intellettuali e dei politici mainstream: bisogna piacere a Dio, cosa che – di solito (come avverte Gesù nel Vangelo) – catalizza su di sé l’odio e il dileggio del potere mondano, non i suoi applausi.

Pare, fra l’altro, che il libro non si limiti a dare un altolà preventivo sul tema del celibato ecclesiastico a papa Bergoglio, che si appresta a pubblicare le sue conclusioni sul Sinodo amazzonico, e ai vescovi tedeschi che hanno varato il loro sinodo “rivoluzionario (in entrambi i casi è nel mirino il celibato).

Benedetto XVI e il card. Sarah affrontano anche altre questioni scottanti – dall’eucaristia alla liturgia – che sono egualmente sotto il tiro dei “rivoluzionari”.

Infatti l’attuale potere clericale sta cercando di omologarsi alle confessioni protestanti del Nord Europa, per questo la controversia è sui sacramenti che sono i pilastri della Chiesa Cattolica. Non a caso il sacerdozio, il celibato e l’eucaristia segnarono le grandi rotture di Lutero.

Ma seguire questa strada è il suicidio della Chiesa. Oltretutto il fallimento totale del modello protestante (come il “pastore sposato”), è clamoroso nel Nord Europa che ormai è decristianizzato. L’offerta a saldo – tonaca e moglie, due al prezzo di uno – non funziona.

Lo stesso si può dire della vecchia idea “progressista”, che ha fatto fallimento in Sudamerica, del prete-come-uno –di-noi”, politicante e agitatore sociale. Il crollo verticale delle vocazioni e dell’appartenenza alla Chiesa in America Latina mostra che quel modello porta alla fine della Chiesa.

Un autorevole sociologo americano, Rodney Stark, analizzando le diverse confessioni negli Stati Uniti, nel Novecento, ha dimostrato, che una proposta religiosa è tanto più attrattiva – sia per le adesioni che per le vocazioni – quanto più è “altra” rispetto al mondo, quanto più è esigente e radicale la vita che propone.

Infatti nella Chiesa la fioritura di vocazioni non avviene per nulla negli ambienti progressisti che predicano l’abbraccio con il mondo e con le ideologie mondane, ma in quelle realtà che invece – seguendo il carisma dei santi – offrono l’esperienza del cielo sulla terra, quindi una fortissima carica ideale (sono quelle realtà che Bergoglio accusa di fondamentalismo e cerca di demolire).

Ecco perché Benedetto XVI e il card. Sarah – che pure sottolineano l’immensa dignità del matrimonio, elevato a sacramento da Gesù Cristo – affermano che il sacerdozio deve essere una donazione totale a Dio e non parziale, per essere come Cristo e vivere come lui: è “una rinuncia alla vita familiare terrena” che annuncia “nuovi cieli e nuova terra”. Mentre “la possibilità di ordinare uomini sposati rappresenterebbe una catastrofe pastorale, una confusione ecclesiologica e un oscuramento della comprensione del sacerdozio”.

Gli studi storici hanno ormai dimostrato che non è affatto vero che il celibato sia stato introdotto in epoche successive a quelle apostoliche, ma è vero l’esatto contrario: fu fin dall’inizio l’ideale di vita apostolica sulle orme di Gesù (mentre nei secoli successivi gli orientali hanno poi introdotto i preti sposati, ma non la Chiesa Cattolica).

Il card. Sarah ha detto che Benedetto XVI con questo intervento “ha voluto rassicurare milioni di cristiani che si sentono disorientati” e ha voluto confortare tanti sacerdoti smarriti. Questa in effetti è la funzione di Pietro. Non a caso firma il libro col suo nome da papa: Benedetto XVI.


Antonio Socci
Da “Libero”, 14 gennaio 2020

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sabato 7 dicembre 2019

EUROPEISTA, UMANISTA ED ECOLOGISTA: L’IDENTIKIT DELL’ANTICRISTO DEL 2000 TRACCIATO DA SOLOVEV E RILANCIATO DAL CARD. BIFFI E DA BENEDETTO XVI

EUROPEISTA, UMANISTA ED ECOLOGISTA: L’IDENTIKIT DELL’ANTICRISTO DEL 2000 TRACCIATO DA SOLOVEV E RILANCIATO DAL CARD. BIFFI E DA BENEDETTO XVI

Antonio Socci






Il racconto dell’Anticristo di Solov’ëv fu pubblicato nel 1900 e Il padrone del mondo di Benson nel 1907. Ma entrambi collocano temporalmente i loro romanzi attorno all’anno 2000.

In entrambi i romanzi – al tempo in cui si svolge la storia – «il papato era stato scacciato da Roma». Inoltre l’Imperatore/Anticristo di Solov’ëv viene eletto presidente degli Stati Uniti d’Europa (da lì s’impadronisce del mondo intero e pure delle Chiese) e anche Julian Felsenburgh, che è l’Anticristo di Benson, ne Il padrone del mondo, diventerà presidente dell’Europa (da lì poi presidente del governo mondiale).

Egualmente, in questi anni recenti, Michael O’Brien, nel suo romanzo L’inviato (ultimo di una trilogia) rappresenta l’Anticristo come «Presidente dell’Unione europea, leader politico mondiale che predica un nuovo mondo e il superamento di tutte le differenze in chiave umanitaria».

Dunque, come oggi O’Brien, quei due autori, agli inizi del Novecento, prefiguravano la possibilità che l’Europa, dopo essere stata per due millenni la terra cristiana per eccellenza, (…) potesse diventare, a cavallo del 2000, la terra dell’apostasia dalla fede, la guida e l’esempio della scristianizzazione del mondo. E che tutto questo potesse avvenire nel nome di un umanitarismo senza Cristo, in nome di un’ideologia filantropica, ecumenica, ecologista, oggi diremmo «politicamente corretta», avversa al cristianesimo. (…) Un avvertimento profetico?

È martedì 27 febbraio 2007. Il cardinale Giacomo Biffi sta tenendo gli esercizi spirituali alla Curia romana. Benedetto XVI, che lo ha scelto per questo compito, lo ascolta attentamente.

Il cardinale introduce un filosofo a lui caro (…): si tratta del russo Vladimir Sergeevicˇ Solov’ëv (1853-1900). Autore de Il racconto dell’Anticristo (…).Addirittura Biffi pone come titolo a questa meditazione L’ammonimento profetico di Solov’ëv, riconoscendo dunque un valore fortissimo al suo insegnamento (…).

Ma in che cosa consiste la profezia? Il cardinale Biffi ricorda che alla fine dell’Ottocento dominava un euforico ottimismo: si «prevedeva per il secolo che stava per iniziare un avvenire di progresso, di prosperità, di pace».

Lo scrittore russo, invece, (…) «prevede che il secolo XX sarà contrassegnato da grandi guerre, da grandi rivoluzioni cruente, da grandi lotte civili».

È esattamente ciò che è avvenuto (…). Ma lo scrittore in quell’opera va oltre e centra perfettamente anche un’altra «profezia». Infatti – spiega il cardinale Biffi – vi si legge che «sul finire del secolo, i popoli europei – persuasi dei gravi danni derivati dalle loro rivalità – daranno origine, egli dice, agli Stati Uniti d’Europa. “Ma […] i problemi della vita e della morte (…) rimangono come per l’addietro senza soluzione. Viene in luce soltanto un unico risultato importante, ma di carattere negativo: il completo fallimento del materialismo teoretico. Ciò non comporterà però l’estendersi e l’irrobustirsi della fede. Al contrario, l’incredulità sarà dilagante. Sicché, alla fine si profila per la civiltà europea una situazione che potremmo definire di vuoto. In questo vuoto appunto emerge e si afferma la presenza e l’azione dell’Anticristo».

Un’Europa unita, scristianizzata e nichilista, dopo il crollo del materialismo, diventa dunque il trampolino di lancio dell’Anticristo per Solov’ëv che parla espressamente di abbattimento degli Stati nazionali e delle identità nazionali (le «vecchie tradizionali strutture del mondo in nazioni separate»),a vantaggio di una «organizzazione internazionale […] di tutta la popolazione europea» chiamata «Stati Uniti d’Europa», e poi prospetta vagamente un’analoga «unificazione» del mondo intero (potremmo chiamarla «globalizzazione»).

(…) Le caratteristiche dell’Anticristo di Solov’ëv sono sorprendenti (…). Potremmo definirlo oggi un campione dell’umanitarismo progressista, un messia dell’ecumenismo politically correct, un perfetto simbolo dell’ideologia attualmente dominante (…)

Era anche «un convinto spiritualista» con «altissime dimostrazioni di moderazione, di disinteresse e di attiva beneficienza». E il suo spirito ecumenico lo porterà a voler unire tutte le diverse confessioni. (…)

Ripeto: a riproporre tale profezia è uno dei più autorevoli cardinali della Chiesa cattolica (…) tenendo gli esercizi spirituali per la Curia romana, davanti a Benedetto XVI, nel febbraio 2007.

Questo episodio ha anche – come sfondo storico – la «battaglia culturale» che Giovanni Paolo II prima e Benedetto XVI poi hanno combattuto dagli anni Novanta del XX secolo attorno al tema delle «radici cristiane» dell’Europa. (…) Un’epocale questione spirituale e politica.

Infatti, con il crollo del Muro di Berlino e del comunismo, quella che era la Comunità economica europea, nata dai Trattati di Roma del 1957, nata peraltro su spinta americana in contrapposizione al blocco dell’Est europeo, con un’identità cristiana legata alle diverse Dc che governavano l’Europa occidentale e con la limitazione a una cooperazione economica fra Stati (nel rispetto della sovranità e dell’identità di ogni singolo Stato), si trasforma radicalmente.

La svolta è realizzata con il Trattato di Maastricht del 1992, quando nasce l’Unione europea. Una struttura tecnocratica – a egemonia franco-tedesca – che svuota progressivamente le sovranità degli Stati, sottraendo a essi anche la sovranità monetaria (con la nascita dell’euro) e la politica economica.

L’impronta ideologica della Ue è per un verso mercatista – in quanto sottomette gli Stati alla sovranità assoluta dei mercati –, per altro verso fortemente laicista, rispecchiando così le due corsie della globalizzazione:deregulation finanziaria e deregulation antropologica.

Così (…) «il sogno dei padri storici e autentici dell’idea d’Europa è rimasto irrealizzato e, per di più» scrive Renato Cristin «è diventato l’incubo dei popoli europei di oggi

(…) Il mese dopo quegli esercizi spirituali, il 24 marzo, Benedetto XVI tenne un discorso agli episcopati europei in occasione del 50° anniversario della firma dei Trattati di Roma (25 marzo 1957).

Benedetto XVI elencò le criticità che si erano manifestate con la nuova Unione europea nata nel 1992, a partire dal grave crollo demografico («Si deve purtroppo constatare che l’Europa sembra incamminata su una via che potrebbe portarla al congedo dalla storia») che ha pure enormi ricadute economiche (…).

Benedetto XVI mise infine il dito nella piaga: “Il processo stesso di unificazione europea si rivela non da tutti condiviso, per l’impressione diffusa che vari ‘capitoli’ del progetto europeo siano stati ‘scritti’ senza tener adeguato conto delle attese dei cittadini. Da tutto ciò emerge chiaramente che non si può pensare di edificare un’autentica ‘casa comune’ europea trascurando l’identità propria dei popoli di questo nostro Continente. Si tratta infatti di un’identità storica, culturale e morale”.

(…) Pochi mesi dopo, nel novembre dello stesso anno, papa Ratzinger pubblicava la sua enciclica Spe salvi nella quale – anch’egli – evocava, a un certo punto, a sorpresa, l’Anticristo e lo faceva – significativamente – con una citazione di Immanuel Kant (…): “Se il cristianesimo un giorno dovesse arrivare a non essere più degno di amore […] allora il pensiero dominante degli uomini dovrebbe diventare quello di un rifiuto e di un’opposizione contro di esso; e l’anticristo […] inaugurerebbe il suo, pur breve, regime (fondato presumibilmente sulla paura e sull’egoismo). In seguito, però, poiché il cristianesimo, pur essendo stato destinato a essere la religione universale, di fatto non sarebbe stato aiutato dal destino a diventarlo, potrebbe verificarsi, sotto l’aspetto morale, la fine (perversa) di tutte le cose”.

Antonio Socci da “Il dio Mercato, la Chiesa e l’Anticristo” (Rizzoli)





















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martedì 25 dicembre 2018

LO SMARRIMENTO DEGLI UOMINI IN QUESTO NATALE 2018. IL SILENZIO DELLA GROTTA DI BETLEMME E IL SILENZIO DI PAPA BENEDETTO

LO SMARRIMENTO DEGLI UOMINI IN QUESTO NATALE 2018. IL SILENZIO DELLA GROTTA DI BETLEMME E IL SILENZIO DI PAPA BENEDETTO

Antonio Socci
Sa Defenza 



“Di nuovo soli”è il titolo dell’ultimo libro di Zygmunt Bauman, delle cui opere in genere si ricordano solo i titoli. In effetti la parola solitudinefotografa davvero lo stato d’animo generale di questo Natale 2018in cui nessuno attende più nulla, perché non ci sono più speranze.

Senza speranza ci si arrangia vivendo alla giornata. Ma si riempie il vuoto della vita con le parole (vuote anch’esse): di politica, di economia, di varia umanità, di cazzeggio, di religione ormai diventata una chiacchiera mondana (sull’emigrazione, il clima o la spazzatura differenziata).

Nell’epoca del “secondo me” vero e falso si confondono, per cui non resta che insultarsi. Nulla compie le attesee nulla guarisce il doloregli uomini.

Fra le rare parole che dicono ancora qualcosa ci sono quelle della poesia. Per esempio, sembrano scritti oggi i “Cori da La Rocca” di Thomas S. Eliot:

“Il destino degli uomini è infinita fatica 
oppure ozio infinito, il che è anche peggio,
oppure un lavoro irregolare, il che non è piacevole”.
Il poeta inglese continua:
Il mondo rotea e il mondo cambia,
Ma una cosa non cambia.
… Comunque la mascheriate, questa cosa non cambia:
La lotta perpetua del Bene e del Male.
Dimentichi, voi trascurate gli altari e le chiese;
Voi siete gli uomini che in questi tempi deridono
Tutto ciò che è stato fatto di buono,
trovate spiegazioni
Per soddisfare la mente razionale e illuminata.
E poi trascurate e disprezzate il deserto.
Il deserto non è così remoto nel tropico australe,
Il deserto non è solo voltato l’angolo,
Il deserto è pressato nel treno della metropolitanaPresso di voi, il deserto è nel cuore di vostro fratello”.
Poi il tono del poeta diventa fiammeggiante come quello di un profeta:
“Il Verbo del Signore mi giunse dicendo:
O città miserabili d’uomini intriganti,
O sciagurata generazione d’uomini colti,
Traditi nei dedali del vostro stesso ingegno,
Venduti dai profitti delle vostre invenzioni:
Vi ho dato mani che distogliete dall’adorazione,
Vi ho dato la parola, e voi l’usate in infinite chiacchiere
… Leggete molto, ma non il Verbo di Dio.
Costruite molto, ma non la Casa di Dio”.

Le “infinite chiacchiere”sono un rumore di fondo che si fa assordante e non c’è una sola parola che riempia la solitudine. Una colossale nube tossica di parole avvolge il mondo e tutto si fa ogni giorno più complicato e cattivo. Si brama il silenzio. Ma dove trovarlo?

E’ la Parola di Dio che nasce nel silenzio. Il Nataleè l’avvenimento di Dio che si fa uomo per colmare l’attesa e la solitudine degli uomini, ma tutto avviene nel silenzio.

Per raccontare l’unica vera rivoluzione della storia, il Vangelo non riporta nemmeno una parola di Maria e di Giuseppe, lì nella grotta. Viene al mondo il Verbo di Dio, la Parola creatrice di tutto l’universo nel più grande silenzio.

Dunque, il “silenzio di Dio” non è il segno della sua terribile lontananza o addirittura della sua indifferenza, ma, al contrario, della sua presenza, del suo amore appassionato, vivo e operante.

Tuttavia per riconoscerequesta eccezionale presenza divina bisogna saper leggere i segni. Sia ai pastori che ai Magi – i primi che lo riconobbero – furono dati dei segni. 

Ai Magila stella che – per la loro cultura – significava la nascita di un re in Israele. Ai pastoriil segno di un bambino in una mangiatoia. A loro infatti l’angelo disse: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”. 

Un Salvatore del mondo che nasce in una stalla sembra un segno contraddittorio, assurdo. Eppure Dio è un Re che si abbassa e si umiliaa tal punto per amore. E’ l’amore che si manifesta nell’umiltà e nel silenzio.

Il Vangelo infatti prosegue:“E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama’ ”
.

Il papa  Benedetto XVI spiegava:
“Fino a quel momento gli angeli avevano conosciuto Dio nella grandezza dell’universo, nella logica e nella bellezza del cosmo che provengono da Lui e Lo rispecchiano. Avevano accolto, per così dire, il muto canto di lode della creazione e l’avevano trasformato in musica del cielo. Ma ora era accaduta una cosa nuova, addirittura sconvolgente per loro. Colui di cui parla l’universo,il Dio che sostiene il tutto e lo porta in mano – Egli stesso era entrato nella storia degli uomini, era diventato uno che agisce e soffre nella storia.Dal gioioso turbamento suscitato da questo evento inconcepibile, da questa seconda e nuova maniera in cui Dio si era manifestato – dicono i Padri – era nato un canto nuovo, una strofa del quale il Vangelo di Natale ha conservato per noi: ‘Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini’.(…). La gloria di Dio è nel più alto dei cieli, ma questa altezza di Dio si trova ora nella stalla, ciò che era basso è diventato sublime. La sua gloria è sulla terra, è la gloria dell’umiltà e dell’amore”. 

Il papa proseguiva:
la gloria di Dio è la pace. Dove c’è Lui, là c’è pace. Egli è là dove gli uomini non vogliono fare in modo autonomo della terra il paradiso, servendosi a tal fine della violenza. Egli è con le persone dal cuore vigilante; con gli umili e con coloro che corrispondono alla sua elevatezza, all’elevatezza dell’umiltà e dell’amore. A questi dona la sua pace, perché per loro mezzo la pace entri in questo mondo”.

Benedetto XVI– il “dolce Cristo in terra” che per anni ci ha affascinato con il suo insegnamento – oggi è diventato anch’egli una presenza silenziosa.

In questo tempo smarrito, di uomini soli, che hanno abbandonato Dio e disertano le chiese, riempiendo il vuoto con “infinite chiacchiere” (o – come dice Eliot – con “usura, lussuria e potere”), Dio sembra aver dato di nuovo il segno della sua presenza viva e potente connotata dal silenzio.

E’ appunto il silenzio di Benedetto XVI. Da sei anni, per la prima volta nella storia, abbiamo un Papa che parla con la sua presenza misteriosamente silenziosa. Perché viviamo un tempo eccezionale.

Alla modernità che, nel XX secolo, ha devastato il mondo con le sue ideologie e poi ha accusato Dioper il suo silenzio, giudicandolo come indifferenza di fronte alle sofferenze umane, alla modernità che ha ridotto Dio al silenzio, che non lo ascolta più, che lo ha imbavagliato e dimenticato, Dio risponde con un silenzio che ha un volto e un nome di padre.

Il grande cardinale Robert Sarahha scritto un libro bellissimo, “La forza del silenzio (contro la dittatura del rumore)”. Un libro che a me sembra proprio dedicato a Benedetto XVI, a far capire la grandezza della sua attuale testimonianza silenziosa.

papa Benedetto, nella prefazione a questo volume, ha ricordato le parole di S. Ignazio di AntiochiaÈ meglio rimanere in silenzio ed essere, che dire e non essere”.
Il silenzio di Dio porta sempre grandi cose.
.
Antonio Socci
Da “Libero”, 24 dicembre 2018

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sabato 22 dicembre 2018

QUANDO IL PAPA TOCCA IL CUORE E ILLUMINA LA NOSTRA RAGIONE: BENEDETTO XVI, IL PADRE DA ASCOLTARE

QUANDO IL PAPA TOCCA IL CUORE E ILLUMINA LA NOSTRA RAGIONE: BENEDETTO XVI, IL PADRE DA ASCOLTARE

Antonio Socci 
Sa Defenza


Ecco come parla il Vicario di Cristo. Il silenzio orante di oggi di Benedetto XVI (in preghiera per tutti noi) fa risuonare la bellezza del suo insegnamento che dobbiamo custodire. E’ impressionante il confronto con le banalità da comizianti che altri ripetono noiosamente e ossessivamente, imitando le sciocchezze mondane e gli slogan di un qualunque partitello di sinistra. Dovremmo ringraziare Dio di avere un padre come Benedetto XVI, che ci parla di Gesù con parole così toccanti e col suo silenzio misterioso e denso di sacrificio. L’umanità ha fame e sete, ma fame e sete di vedere il volto di Dio, di incontrare finalmente l’Amore folle di Dio, di trovare il senso della vita e la salvezza

“(…) Fino a quel momento – dicono i Padri – gli angeli avevano conosciuto Dio nella grandezza dell’universo, nella logica e nella bellezza del cosmo che provengono da Lui e Lo rispecchiano. Avevano accolto, per così dire, il muto canto di lode della creazione e l’avevano trasformato in musica del cielo.
Ma ora era accaduta una cosa nuova, addirittura sconvolgente per loro. Colui di cui parla l’universo, il Dio che sostiene il tutto e lo porta in mano – Egli stesso era entrato nella storia degli uomini, era diventato uno che agisce e soffre nella storia.

Dal gioioso turbamento suscitato da questo evento inconcepibile, da questa seconda e nuova maniera in cui Dio si era manifestato – dicono i Padri – era nato un canto nuovo, una strofa del quale il Vangelo di Natale ha conservato per noi: ‘Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini’.

(…). La gloria di Dio è nel più alto dei cieli, ma questa altezza di Dio si trova ora nella stalla, ciò che era basso è diventato sublime. La sua gloria è sulla terra, è la gloria dell’umiltà e dell’amore.

E ancora: la gloria di Dio è la pace. Dove c’è Lui, là c’è pace. Egli è là dove gli uomini non vogliono fare in modo autonomo della terra il paradiso, servendosi a tal fine della violenza. Egli è con le persone dal cuore vigilante; con gli umili e con coloro che corrispondono alla sua elevatezza, all’elevatezza dell’umiltà e dell’amore. A questi dona la sua pace, perché per loro mezzo la pace entri in questo mondo (…)”.

BENEDETTO XVI

Basilica di San Pietro, 25 dicembre 2008
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