L’ITALIA E’ IL PAESE PIU’ VIRTUOSO D’EUROPA.
NON E’ IN DEBITO CON LA UE, MA IN CREDITO (DI 146 MILIARDI). SIAMO UNA GRANDE POTENZA INDUSTRIALE (E CULTURALE) CHE VOGLIONO SOTTOMETTERE.
BASTA. NON FACCIAMOCI PIU’ UMILIARE NE’ SPOLPARE. FACCIANO LA PROCEDURA VERSO ALTRI PAESI CHE SGARRANO. ORGOGLIO ITALIANO
Antonio Socci
Sa Defenza
Antonio Socci
Sa Defenza
Tutti parlano della “procedura d’infrazione” – ossia della punizione, con tanto di multa – che la UE intenderebbe infliggere all’Italia per “deficit eccessivo”. Ma nessuno spiega se è giusto, chi sono i “punitori” e cosa li muove.
Il professor Luca Ricolfi (area centrosinistra) ha osservato sul “Messaggero” che le cosiddette “regole” vengono fatte valere dalla Commissione europea con una “fortissima discrezionalità”, cosicché “sono state tranquillamente ignorate quando a violarle erano Paesi come la Francia o la Germania”. Mentre per l’Italia si decide in base al governo.
Così è accaduto “che al governo italiano fosse concessa ogni sorta di sforamento e dilazione negli anni di Renzi e Gentiloni… e, simmetricamente, ora accade che… al governo italiano venga assai più perentoriamente richiesto di obbedire alle regole”. In sostanza vogliono mettere in riga l’Italia che ha la colpa di aver votato Lega.
Le regole europee sono usate dalla Commissione per costringere l’Italia a sottomettersi e per imporre le sue politiche economiche che si sono rivelate fallimentari (hanno infatti portato povertà, recessione e disoccupazione).
La cosa che sconcerta è l’assurdità dei pretesti che accampano per colpirci: in questo caso l’irrilevante esiguità della variazione del deficit, che è ben inferiore al deficit della Francia.
Ma nella narrazione corrente sembra che l’Italia meriti di essere punita perché sarebbe spendacciona e danneggerebbe gli altri partner europei i quali sarebbero stanchi di “pagare” i suoi vizi.
Anzitutto va detto che l’Italia è fra i paesi più rigorosi e disciplinati perché da quasi trent’anni è in avanzo statale primario (un economista l’ha definito: “un record assoluto a livello mondiale”).
Ma c’è di più. Ieri Matteo Salvini ha dichiarato:“All’Unione europea gli italiani stanno regalando decine di miliardi (e sangue) da anni, adesso basta”.
E’ vero? Sì. E’ esattamente così.
Come ha fatto notare Fabio Dragoni, dal 2000 al 2017 noi abbiamo versato alla UE molto più di quanto abbiamo ricevuto: precisamente 88,720 miliardi in più che, evidentemente, sono andati a beneficio degli altri partner della UE. Inoltre abbiamo contribuito al Fondo Salva Stati con 58,200 miliardi (Fonte DEF 2019).
In totale fanno 146,920 miliardi di cui hanno beneficiato gli altri paesi europei che poi oggi – incredibilmente – vogliono la procedura contro l’Italia per uno scostamento minimo del nostro deficit previsto.
E’ grottesco e ingiusto: con tutti quei soldi avremmo addirittura abbattuto il debito (oltreché il deficit) e rilanciato la nostra economia (con forti investimenti in opere pubbliche).
E’ assurdo che l’opposizione non faccia fronte comune col governo contro questa palese iniquità. E’ anche avvilente che sui media sia l’Italia ad apparire in colpa. Eppure noi non siamo debitori della Ue, bensì creditori. Perché non rivendicarlo tutti uniti?
Forse qualcuno in Italia tifa per la procedura d’infrazione per dare un colpo ai “sovranisti”?
Qualcuno in Italia pensa di avvantaggiarsi se la UE ci impone di dare un nuovo colpo a sanità e pensioni, se ci costringe a una nuova stangata fiscale e a una nuova recessione?
C’è chi si aspetta un aiuto straniero contro Salvini? Spero di no.
La “chiamata dello straniero” è sempre stata la causa di tutte le sciagure italiane. La storia insegna che le invasioni, le devastazioni e i saccheggi degli eserciti europei nel nostro Paese sono stati possibili per le divisioni fra gli italiani e perché qualcuno di loro chiamava quell'“aiuto” contro altri italiani.
Esemplare il caso dell’Italia rinascimentale che era il faro mondiale della civiltà (nelle corti europee si imparava l’italiano come oggi si studia l’inglese).
Essendo purtroppo divisa in tante fazioni contrapposte fu un boccone ghiotto per gli eserciti “europei” che non trovavano mai una resistenza concorde.
Lo ha raccontato nella sua “Storia delle repubbliche italiane” lo storico ed economista ginevrino Sismondo de Sismondi: “Alla fine del secolo XV i signori delle nazioni francese, tedesca e spagnola furono tentati dall’opulenza meravigliosa dell’Italia, dove il saccheggio di una sola città prometteva loro a volte più ricchezze di quante ne potessero strappare a milioni di sudditi.
Con i più vani pretesti essi invasero l’Italia che, per quaranta anni di guerra, fu di volta in volta devastata da tutti i popoli che poterono penetrarvi. Le esazioni di questi nuovi barbari fecero infine scomparire l’opulenza che li aveva tentati”.
Vogliamo imparare dalla storia?
Antonio Socci
Da “Libero”, 24 giugno 2019
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