Lettera aperta a Matteo Messina Denaro. ''Davvero vuole finire così?''
Chris Barlati
Sa defenza
No trattativa Stato-Mafia, ma Falange-Governo
Chris Barlati
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Chris Barlati
Sa defenza
Giusto fino ad un mese fa non si faceva altro che parlare di Matteo Messina Denaro. Per quale motivo?
Non è un caso che si smetta di parlare
del ''mafioso'' più ricercato d'Italia, se non d'Europa, prima delle
elezioni europee.
La storia di Messina Denaro è un
romanzo dell'incredibile. Miliziano di prim'ordine di Cosa Nostra,
Messina Denaro diventa il referente nazionale della Falange Armata,
l'organizzazione terrorista che mosse guerra allo stato Italiano,
uccidendo Falcone e Borsellino e che conquistò non solo il mercato
economico del nuovo mondo globalizzato, ma il mondo della
politica nazionale.
Il contesto storico
Ricordiamo tuttavia un evento di
fondamentale importanza: con il crollo della prima Repubblica e le
bombe che segnarono l'inizio della Seconda, una nuova struttura, del
tutto aliena alla vecchia comprensione di cui poteva disporre il
potere politico, iniziò ad insidiarsi nei meccanismi decisionali
dello Stato. Tra questi, massoneria, 'Ndrangheta, Cosa Nostra,
finanza vicino all'ala di De Benedetti, le strane politiche del post Pc in senso liberista, si
unirono in una commistioni all'allora indefinibile.
Gli unici che riuscono a scorgere la
fisionomia di tale chimera furono Falcone e Borsellino. Altri, come
il pool di Milano e, nella fattispecie di Di Pietro, vennero usati,
tanto che resosi conto della reale pericolosità della situazione,
decisero di allontanarsi per sempre dal mondo della magistratura
senza più nulla tentare per timore di una definitiva ''liquidazione''.
I ''sopravvissuti'' della politica, i
vari post comunisti successori del Pci, insieme ad una sparuta
minoranza di socialisti, divennero implicitamente parte del nuova sistema(vuoi per ignoranza, o per quieto vivere).
Resistenze non ve ne furono, a parte lo stupido tentativo dei socialisti craxiani e Dc andreottiani di ergere Berlusconi a Homo Novus e referente politico del nuovo divenire, con l'intento di ''assorbire'', nel modo meno traumatico possibile, lo shock dell'inevitabile trasformazione, impedendo così la diluizione della politica italiana in un mero agglomerato di interessi e proiezioni economiche e finanziarie.
Resistenze non ve ne furono, a parte lo stupido tentativo dei socialisti craxiani e Dc andreottiani di ergere Berlusconi a Homo Novus e referente politico del nuovo divenire, con l'intento di ''assorbire'', nel modo meno traumatico possibile, lo shock dell'inevitabile trasformazione, impedendo così la diluizione della politica italiana in un mero agglomerato di interessi e proiezioni economiche e finanziarie.
Chi è(era) il ''dritto''. Una nuova
trattativa all'orizzonte?
E' questo il contesto in cui Matteo
Messina Denaro assume il ruolo di referente dell'ala militare
della Falange Armata, ovvero di quella chimera composta da Mafia,
parte della 'Ndrangheta, sezioni filo atlantiche dei
Servizi Segreti e massoneria finanziaria.
Storia insegna che, ogni qual volta un
nuovo governo voglia praticare un po' di politica, senza la
''benedizione'' di questa invisibile ma presente entità, si corra matematicamente il
rischio di inaugurare una nuova stagione di bombe, attentati o di inchieste giudiziarie
riguardanti i reati più indicibili(i più comuni sono di
finanziamento illecito e sessuali).
Tutti i precedenti governi hanno lanciato messaggi di distensione nei
riguardi di tale sovrastruttura.
Forniamo alcuni esempi:
- Berlusconi:
Il buon vecchio Silvio ha vissuto per
oltre un ventennio da giocatore di primo piano nella vita politica ed
economica del Paese. Tramite dell'Utri, suo vecchio amico di
Università, ha potuto avvicinarsi a Cosa Nostra e rendersi
''credibile'', di conseguenza, agli occhi della finanza falangista(di cui Cosa Nostra
era la componente maggioritaria). E' qui che il sogno del ponte
sullo stretto di Messina, chiaro segnale di distensione nei confronti
della criminalità, prende avvio. In quel periodo, qualsiasi
criminale poteva trarre sostegno ed impunità facendosi eleggere
come senatore o deputato di Forza Italia(vedi Cosentino). E
l'incessante ritorno al tema del Ponte costituiva ad ogni tornata
elettorale un messaggio di rinnovata amicizia nei riguardi della succitata organizzazione.
- Renzi:
Dopo il crollo della destra in Italia,
e prima dell'affermarsi del Movimento 5 stelle, il potere è passò alla ''sinistra'', l'ala atlantica del nazismo finanziario. Anche
Renzi, come Berlusconi, corteggiò infinite volte la Falange con
la sua intenzione di voler proseguire l'operato di Berlusconi: in primis, il Ponte e, a seguito, privatizzazioni, deregolamentazioni,
precariato e concessioni di territori nazionali(Mar di Sardegna).
- Governo giallo verde.
Sia Salvini che Luigi di Maio non hanno
sprecato una sola parola nei riguardi del super latitante Messina
Denaro. Basterebbe scrivere ''Salvini/Di Maio'' con ''Messina
Denaro'' su google per rendersi conto dell'inesistenza di qualunque
trattazione od argomentazione spesa dai due ''super
ministri''. Ritroviamo sorprendentemente ed unicamente le
affermazioni di Cafiero de Raho, uomo stimato dal defunto pentito
Carmine Schiavone, che si lascia andare a dichiarazioni sconcertanti,
quasi stupide, che ''non gli appartengono'' data la sua brillante e
professionale carriera nell'antimafia(nonché stando alla stima
nutrita nei suoi confronti dall'ex boss dei Casalesi).
Caro De Raho, le parole sono
importanti
''Arresteremo Messina Denaro'',
''Abbiamo tagliato le reti che lo supportavano'', ''La sua cattura è
questione di tempo''.
Tempo fa De Raho aveva
pubblicamente annunciato che la Direzione Nazionale Antimafia aveva sventato la formazione di una nuova cupola mafiosa a Palermo, sul punto di riformarsi a seguito della morte del ''capo dei capi''. Tale assurdità è stata il prologo di
una serie di scivoloni che non sono certo il prodotto dell'intelletto
di Cafiero de Raho, ma che trovano bensì spiegazione in una sua
ipotetica strumentalizzazione ad opera del governo in carica; governo
che sembra inviare al ''referente'' della Falange un inequivocabile
messaggio: ''Accordiamoci''.
5 Stelle e Lega. Una nuova
Trattativa
Quando si vuole
arrestare qualcuno, lo si fa e basta. Non lo si avvisa. Ciò lo
allarmerebbe e gli permetterebbe di fuggire. Quando nei passati anni
'90 si dichiarò in pubblico l'imminente arresto di Riina,
quest'ultimo comprese chi e come l'avesse 'venduto'. La storia è la
narrazione di un procedere universale chiamato 'tempo', che si ripete
in forme diverse ma con attuazioni analoghe.
Perché si decide,
in questo caso, di ''allarmare'' il mafioso più importante del mondo? Colui che, alla guida dell'esercito di ''Cosa
Nuova'', commistione tra Cosa Nostra e 'Ndrangheta, gestisce e
permette l'entrata in Europa dell'intero mercato della droga
atlantica? Colui che, molto probabilmente, assieme alle sezioni
''deviate'' dei servizi segreti ha preso accordi per impedire
attentati in Italia in cambio di un ''ragionevole'' traffico di armi
e di rifiuti nucleari con i paesi del Medio Oriente, in perfetto stile
''Lodo Moro 2.0''?
Risponderemo qui
di seguito.
Si allarme un
personaggio di tale calibro perché:
- Si vuole dargli un avviso, ''attenzionarlo'', per rimetterlo in riga;
- Si vuole lanciare un messaggio, in modo che possa essere il solo ed unico a poterlo comprendere;
- Si vuole salvare il latitante da un omicidio interno, offrendogli un ''armistizio'' o ''protezione'', arrestandolo.
I contesti,
naturalmente, cambiano a seconda dell'opzione.
Per il punto 1,
storia criminale ci insegna che, qualora un Riina si avvicini alla
fine, sorga sempre un Provenzano pronto a consegnarlo alle forze
dell'ordine, non per tradirlo, ma per offrire un capro espiatorio
alla pubblica opinione e procedere ad una ''distensione'' tra i due
mondi: quello formale, pubblico, della politica, e quello oscuro, dei
sporchi meccanismi dello Stato e dell'interazione tra servizi e
criminalità. Ad ogni Provenzano succederà un Messina Denaro, e così
via...
E se davvero ne capissero qualcosa
di politica?
Lega e 5 Stelle
potrebbero aver ideato consapevolmente tutto ciò, consci del
lento ma inarrestabile divenire multipolare europeo, cambiamento che
richiede, come sempre, una riformulazione degli equilibri esistenti tra
strutture statali e sovrastrutture irregolari.
Proprio come
accadde in Europea quando crollò il muro di Berlino, la necessità di ''aggiornare'' la ''gestione'' della Cosa Pubblica in
senso finanziario ed ultraliberale(a suon di bombe ed omicidi di
''Stato'') divenne prioritaria: vitale. Allo stesso modo, 5 Stelle e
Lega, da ottimi prevenuti, potrebbero aver anticipato eventuali
offerte, lanciando per primi il loro
messaggio alla ''stanza dei bottoni'': ''Siamo qui, a vostra disposizione, ma abbiamo il coltello
dalla parte del manico. Caro Messina Denaro, o sei dei nostri o
faremo di tutto per delegittimarti e farti eliminare dalla stessa
organizzazione di cui fai (o facevi) parte''. Se così fosse, tanto di cappello
nei confronti degli strateghi della Lega e dei 5S. Ciò spiegherebbe
anche il perché del silenzio del ''capitano'' Salvini su argomenti
quali 'Ndrangheta, Servizi Segreti e massoneria deviata, assieme al
menefreghismo dei 5S che ha fatto, in passato, della trasparenza il suo cavallo di battaglia(l'esponente più rude, a tal proposito, era Alessandro Di Battista, silurato in fretta in furia, guarda caso in vista
delle elezioni europee).
Ora tutti europeisti
Per il punto 2,
M5s e Lega hanno, altra casualità, abbracciato un europeismo fatto di
santini, figurine della madonna e richiami a qualsiasi entità che
potesse loro fornire consensi. Chiesa, criminalità, mercati
finanziari ecc... Una politica priva di dignità, insomma, al limite
del ridicolo, di cui il nuovo Governo vuole farsi incarnazione. In
questo mese che ha preceduto, e precede, le votazioni, la questione
''Messina Denaro'' ha perso di significato. Potremmo interpretare
questa 'casualità' come un tentativo preparatorio in vista delle
europee, o come un obiettivo temporaneo raggiunto, in parte, nella
propria realizzazione. Nel senso: ''Caro Messina Denaro, se hai capito il messaggio vediamo chi vincerà queste elezioni e se ci saranno problemi. In base ai risultati, poi, ragioneremo.''
Naturalmente, le mie sono supposizioni. Ma ricordiamo che il santino sta alla Chiesa come l'europeismo ai mercati finanziari ed il silenzio al consenso mafioso...
Il punto 3,
rifacendoci all'intricata cronologia della trattativa tra Stato e Mafia degli anni '90, ha del concreto ed è attinente con l'odierna
evoluzione degli eventi politici nazionali ed internazionali.
Sappiamo di per certo che senza quella ''sezione'' dei
''servizi'' segreti italiani, che oramai detiene il potere
nell'ambito decisionale politico ed economico, sarebbe impossibile
governare, a meno che non si vogliano rischiare bombe, scandali, intercettazioni e finanziamenti illeciti.
Definito il
contesto nel quale si è avallato ''l'avviso di arresto'', seguo con
le domande al signor Denaro, speranzoso che possa leggerle e che
possa rispondere magari con un ''papello'' scritto di suo pugno ed
inviato ai maggiori quotidiani nazionali(nel dubbio, a quotidiani
minori siciliani, o al giornale LA VOCE DELLE VOCI, di cui stimo l'operato ed i
collaboratori. Link http://www.lavocedellevoci.it/):
Lettera aperta a Matteo Messina Denaro. ''Voleva davvero finire così?''
Caro signor
Messina Denaro,
Non mi interessa
conoscere i come, i dove ed i perché. E' inutile domandarlo, e sono sicuro che solo gli stupidi pretenderebbero di avere certe risposte. Carmine Schiavone informò Cafiero de Raho degli
''inconfessabili segreti'' pervenuti da suo padre quando questi si trovava in
cella con il boss casalese. E sappiamo bene che De Raho si guarda bene
dal raccontarli. Molte delle dichiarazioni di Schiavone sono adesso nelle mani
dei servizi belgi. Quest'ultimi hanno la strana
predisposizione nell'accogliere, tra le loro braccia, uomini della
criminalità della provincia di Caserta e Salerno, che si sono distinti nel loro agire, cambiandogli
connotati ed identità. Ma non voglio domandarle questo. Le mie domande riguardano le sue intenzioni. Le passate, ovvio. Il suo lato ''umano'' ed ''intellettuale''. Mi
spiego meglio:
- Quando iniziò a mettere a fuoco i contorni del nuovo divenire, si rese conto che si sarebbe circondato di persone meschine, inutili e senza un minimo di anima? Gente che, condannata alla depravazione del denaro e della cocaina, in nulla e per nulla avrebbe potuto attuare i suoi ''ideali'' di crociato mafioso?
- Non si sente usato da quel mondo che ha contribuito a creare? Pensa davvero che la sua proiezione, in tale microcosmo, possa tuttavia influenzare la realtà circostante in maniera ''positiva''?
- Pensa davvero che ci siano persone incapaci di percepire quella verità che viene ridicolizzata e mistificata da esseri di infimo valore presenti nelle istituzioni e nelle megacorporazioni mediatiche?
- La storia si ripete, e si sta ripetendo anche per Lei. Di sicuro era preparato a tutto questo, poiché lei è, come direbbe Riina, uno ''dritto''. Pensa sia arrivato il momento di raccontarci un po' di Lei? Non dei suoi segreti, ma della sua persona. Un racconto, e non una confessione, di ciò che fu. La chiamano ''Svetonio'', ma preferire la chiamassero ''Petronio'' o ''Marziale'', poiché ''la nostra pagina sa di uomo'', e mi piacerebbe leggere una sua di pagina, anche una sola, che descriva la situazione di questi anni. Se la sentirebbe? Prima che l'arrestino o che la facciamo scomparire per sempre?
Chris Barlati
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