lunedì 9 settembre 2024

Secondo lo Shin Bet, Netanyahu sapeva dell’attacco dieci settimane prima; no, un anno prima, secondo il New York Times

Romen Bar, capo del controspionaggio israeliano, aveva personalmente avvertito il primo ministro dieci settimane prima dell’attacco del 7 ottobre.
di Alfredo Jalife-Rahme

Le menzogne di Benjamin Netanyahu stanno crollando. Ora si ammette che il controspionaggio aveva avvertito il primo ministro dieci settimane prima dell’inizio dell’operazione della Resistenza palestinese. Il primo ministro non può più negare quanto negò dopo le rivelazioni del New York Times dell’esistenza di rapporti di allerta risalenti a un anno prima dell’attacco.


Lo Shin Bet/Shabak, l’agenzia di sicurezza interna, fa parte della comunità dello spionaggio, insieme al Mossad (spionaggio estero) e all’Aman (spionaggio militare).

Lo Shin Bet/Shabat dipende direttamente dal primo ministro in carica ed è formato da tre rami operativi: il dipartimento arabo (sic), il dipartimento degli stranieri e il dipartimento per la protezione dei funzionari [1].

Un rapporto del portale Ynet News, ripreso integralmente dalla stampa israeliana [2], ha rivelato che Romen Bar (RB), capo dello Shin Bet/Shabak, aveva avvertito il primo ministro Netanyahu dieci settimane prima (sic!) dell’emblematico attacco del 7 ottobre.

Come al solito, l’ufficio di Netanyahu si è difeso sostenendo che l’avvertimento non riguardava la guerra a Gaza e che, secondo l’ermeneutica del Times of Israel (molto vicino a Netanyahu), si riferiva a una guerra con Hezbollah in Libano o a una «terza intifada» [3] in Cisgiordania.

Aluf Benn, del quotidiano anti-Netanyahu Haaretz, sostiene che solo una persona ha il quadro completo di ciò che Netanyahu sapeva prima del 7 ottobre e [4]riferisce che il capo dell’opposizione Yair Lapid ha sottolineato che il principale testimone del fallimento del 7 ottobre è il generale di divisione Avi Gil (AG), segretario militare di Netanyahu prima e all’inizio della guerra.

Il generale AG non faceva parte della cerchia ristretta di Netanyahu, ha chiesto infatti il pensionamento anticipato, ammettendo in seguito di aver riferito alla procuratrice generale Gali Baharav Miara dei tentativi di collaboratori di Netanyahu (sic) di falsificare documenti relativi a decisioni prese all’inizio della guerra.

In questa delicata vicenda degli avvertimenti dello Shin Bet/Shabak e del maggiore generale AG, l’inafferrabile Netanyahu per difendersi è ricorso alla propria famiglia: alla moglie Sara, che ha affermato che il marito non ne sapeva nulla, e persino al figlio Yaïr, comodamente insediato a Miami, che ha attaccato l’establishment militare. Ma se non c’è stato tradimento (mega sic!) perché aver paura di un’inchiesta? [5].

Yaïr Netanyahu ha dichiarato guerra anche a George Soros (GS), fautore nel nuovo ordine mondiale unipolare [6].

Ma le affermazioni di rischi tettonici, classici in Israele, sono state spazzate via dal rapporto datato 30 novembre 2023, secondo cui Israele era al corrente del piano di attacco di Hamas più di un anno prima [7].

I giornalisti del NYT – più vicini al partito laburista, oggi all’opposizione per i legami con Soros, i Clinton (Bill e Hillary) e Obama/Biden – sostengono di aver esaminato in dettaglio il piano di attacco di Hamas, che i funzionari israeliani avevano ritenuto troppo ambizioso perché troppo difficile da attuare.

Già dieci mesi fa, nella sezione Bajo la lupa di La Jornada posi la seguente domanda: Netanyahu aveva passato segreti di Stato israeliani ad Hamas, suo alleato di comodo, o aveva permesso che ciò accadesse? Netanyahu aveva lasciato fare per poter operare a proprio piacimento sotto falsa bandiera, o si era trattato di un sabotaggio deliberato da parte dell’esercito e dei servizi di spionaggio israeliani per rovesciare Netanyahu, giudicato mediocre e inefficace? Sottolineai che non c’erano ancora risposte inconfutabili, ma che un giorno le avremmo avute [8].

Ancora una volta, RB, il controverso capo dello Shin Bet/Shabak, se la prende con il terrorismo ebraico (sic) [9].

Oggi, a quasi un anno dall’attacco di Hamas, in piena guerra civile in Israele e a 62 giorni dalle cruciali elezioni presidenziali negli Stati Uniti, è verosimile che il primo ministro Netanyahu fosse a conoscenza più di un anno prima dell’attacco di Hamas e che l’attacco facesse parte dello stratagemma per aprire sette fronti di guerra, partendo da Israele per infine sedurre e trascinare gli Stati Uniti nella guerra finale, in stile Gog e Magog/Armageddon, contro l’Iran [10].

La parte più comica della storia è che oggi, in pieno sciopero generale in Israele, Netanyahu accusa i propri concittadini di fare il gioco di Hamas e del suo leader Yahya Sinwar [11].


Traduzione
Rachele Marmetti

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