Giorgia Meloni non è nessuno. E’ una marionetta dei poteri forti e dei Servizi italoamericani; di quei servizi che hanno agito per ammazzare Falcone e Borsellino, e per interrare rifiuti nucleari non solo nel Sud Italia, ma al Nord e in mezza Europa, così da realizzare uno dei tanti rituali sacrificali della massoneria satanista euroatlantica. Vi sono frizioni nel governo Meloni? Certo, ma unicamente tra gli “schiavetti” della NATO; quei luridi parassiti che si ammazzano a gomitate in una gara a chi deve essere il servo più fedele del padrone atlantico nello svendere e distruggere il nostro Paese.
giovedì 10 ottobre 2024
"Meloni chi"? Ecco chi muove i fili della marionetta: nomi e cognomi. Parte I
martedì 16 luglio 2024
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«Questo libro tenta di ricostruire l’evoluzione del sistema criminale integrato e di offrire al lettore la possibilità di studiare i meccanismi fondamentali sui quali si basa oggi il mondo delle relazioni internazionali. L’Italia è un narcostato deviazionista, governato da un sistema illecito di potere che prende il nome di ”sistema criminale integrato”. Detto sistema è composto da Servizi Segreti, massoneria e criminalità organizzata. Dagli omicidi di Falcone e Borsellino, il "sistema Italia", concernente finanza e mega aziende di Stato (al tempo ENI, Telecom e Finmeccanica), ha utilizzato le mafie, in primis la ‘Ndrangheta, per espandere la propria egemonia e rafforzare i rispettivi mercati, in un contesto di competizione atlantico e globalista. La ‘Ndrangheta, così come i vari associazionismi criminali, è diventata massoneria oltre che proiezione della nostra intelligence, arrivando a conquistare competenze in materia d’antiterrorismo, di gestione delle emergenze sanitarie e della vita pubblica. Le istituzioni e la politica hanno ceduto il passo al sistema criminale integrato, allo stesso modo dei principali Paesi europei appartenenti al blocco atlantico».
giovedì 6 dicembre 2018
''La cupola che non c'è. La strana dimenticanza del Procuratore de Raho''
Chris Barlati
img "LA Piovra" di Gaspare Mutolo |
La notizia dell'arresto della "nuova cupola" di Cosa Nostra è una fandonia incommensurabile, errata storicamente e giornalisticamente, al punto da suscitare ilarità.
La commissione di Cosa Nostra, tenendo presente il codice della Mano Nera, si è dissolta con Totò
Riina che, a seguito dell'arresto nei lontani anni della lotta allo Stato, viene sostituito da Bernardo Provenzano, nuovo interlocutore della milizia siciliana tra i partiti di Governo e Falange Armata.
Nessuna commissione si costituì per eleggere Provenzano che, di fatto, divenne il successore legittimo di Salvatore Riina.
Con il raggiungimento della pax mafiosa, declassa anche il ruolo di Provenzano che, arrestato l'11 aprile del 2006, verrà completamente relegato ai libri di storia ed ai manuali della Dia. Nuovo capo indiscusso della Mafia, o meglio della "Cosa Nuova", sarà Matteo Messina Denaro, rampante "mafioso economista", colui che in passato scalò le vette dell'associazione criminale più potente d'Italia, collegandosi alla massoneria, alla ndrangheta ed ai Servizi Segreti.
La commissione
La commissione provinciale è un organo che, ribadiamo, storicamente si riunisce per eleggere il capo dei capi, ovvero di tutta Cosa Nostra e non solo di Palermo.
Le parole dei rappresentanti delle istituzioni hanno lanciato un messaggio inequivocabile, ribadendo
come il prossimo della lista potrebbe essere il noto Matteo Messina Denaro, personaggio "al di fuori
comunque della commissione provinciale e sicuramente il soggetto sul quale c'è tantissima
indagine, tantissima attenzione".
Ci si domanda, arrivati a questo punto, per quale motivo lo Stato ha così facilmente tratto in arresto
quattro nostalgici sprovveduti che facilmente si sono lasciati andare in commenti intercettabili, mentre non è riuscito e non riesce nemmeno a stilare un identikit di chi ha assistono in diretta
all'omicidio di Falcone e Borsellino, di chi ha saputo raccogliere l'eredità di Provenzano e coagulare in un super soggetto criminale, una "Cosa Nuova" unione di Cosa Nostra e 'Ndrangheta. E perché sottolineare, come ha fatto Cafiero de Raho, che Matteo Messina Denaro è estraneo alla commissione di Cosa Nostra, dunque non il capo dei capi, quando sappiamo che invece è esattamente il contrario?
Appare alquanto sospetto e pericoloso tutto ciò, questa voluta disinformazione sull'organigramma
della criminalità siciliana che, iniziata con i servizi del programma di Berlusconi "le Iene", ha dato
avvio ad una martellante campagna mediatica volta alla svalutazione dell'importanza di Matteo
Messina Denaro ed allo spostamento di ogni pregiudizio ed attenzione al filone "Riina", oramai
abbandonato da ogni inchiesta giornalistica a seguito del suo arresto e, in definitiva, della sua morte.
Le dichiarazioni di De Raho diventano anacronistiche ed errate nel prosieguo, e sarebbe troppo
stupido pensare ad un errore del procuratore De Raho per le seguenti affermazioni: "Vi era un'esigenza per i capimandamento di individuare una disciplina di condivisione per tutti soprattutto in relazione alla nuova mafia. La nuova mafia è quella che si proietta sul globo intero. E' quella che
si proietta sugli affari. E' quella che, sostanzialmente, riesce a cogestire anche con le altre organizzazioni: 'ndrangheta, camorra. E' questo che emerge dalle altre indagini. E' evidente che di fronte ad uno scenario di questo tipo, Palermo non poteva restare così arretrata da non condividere
con tutti i capimandamento quello che doveva essere il programma."
De Raho sembra dimenticare i colloqui avuti con Carmine Schiavone, il pentito che permise la
scoperta di "terra dei fuochi" lo scandalo dell'interramento di fusti nucleari in aree dedite
all'agricoltura, che avevano contaminato anche le falde acquifere campane. Carmine Schiavone,
appartenente a Cosa Nostra campana, aveva più volte espresso stima nei riguardi di De Raho, al
quale aveva confidato gli ostacoli interposti dallo stesso nucleo nazionale antimafia all'avanzare
della verità.
De Raho pecca anche d'ignoranza nel definire la "nuova mafia" come una mafia che tenterebbe di
cogestire e di immettersi nel "globo intero" (un paradosso di definizioni).
La "nuova" mafia a cui fa riferimento De Raho è stata la mafia degli anni 2000, la mafia quotata in
borsa e degli investimenti in buoni del tesoro. Tale mafia non può coesistere con altre organizzazioni poiché priva di centralismo. Senza un capo che possa stabilire una successione, un'organizzazione criminale non potrebbe per nulla al mondo prendere accordi ed immettersi sul mercato. La dimensione palermitana della cupola appena dileguata di Cosa Nostra è troppo piccola e priva di un capo per immettersi nei circuiti economici "globali", figuriamoci per convivere con 'ndrangheta e camorra.
L'unica mafia in grado di proiettarsi nel mondo è la 'ndrangheta, non quella ufficiale, ma quella che
da tempo ha conquistato i circoli massonici europei ed imprenditoriali, e che è arrivata addirittura a
gestire lo spaccio di stupefacenti e ad assoldare la Black Axe, la mafia nigeriana, manodopera intoccabile dal punto di vista legislativo, perfettamente adatta ai traffici di basso livello.
De Raho speriamo si sia solo confuso con tali affermazioni, poiché è troppo informato sulla deviazione e la corruzione all'interno della stessa direzione nazionale antimafia, nonché sui patti
espliciti tra servizi segreti e criminalità.
Con il tempo, saremo in grado di vedere se De Raho abbia voluto inviare uno specifico messaggio
citando Messina Denaro o se sia stato solo un caso eccezionale ed isolato questo suo errore di
linguaggio. La nuova cupola è stata arrestata? La mafia non ha più bisogna di una cupola per
proteggersi. Certe cose le fa tranquillamente a cielo aperto. Oramai, è un'istituzione protetta da
Governo, Servizi e libero mercato.
Fonti
http://palermo.gds.it/2018/12/04/il-blitz-cupola-2-0-de-raho-dopo-larresto-di-riina-il-vertice-di-cosa-nostra-e-tornato-a-palermo_962334/
https://www.quotidiano.net/cronaca/video/mafia-de-raho-nuova-centralit%C3%A0-per-palermo-su-messina-denaro-lo-stato-non-pu%C3%B2-pi%C3%B9-attendere-1.4328248
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